“Ieri sera il Consiglio Comunale di Padova ha ottenuto il rinvio a data da destinarsi della mozione, – dichiara il Consigliere Comunale di Padova Avv. Roberto Moneta di Forza Italia – presentata in autoconvocazione da parte dell’Opposizione, riguardante il progetto di ampliamento del centro logistico della società Alì SpA.
I gruppi di Maggioranza hanno infatti ritenuto che “la discussione della mozione sia del tutto prematura” visto che “il Sindaco vuole effettuare ogni utile approfondimento e confronto per avviare una adeguata riflessione tecnica e istituzionale per trovare le migliori risposte”.
Anche se il Sindaco era a conoscenza della richiesta della variante urbanistica presentata da Alì SpA già dal lontano 7 giugno 2022 (Conferenza dei Servizi per nuovo hub logistico), visto che la questione gli appare ancora oltremodo prematura, proprio per aiutarlo a trovare una risposta sensata dopo esser naufragato in circostanze ormai molto compromesse, ritengo di dover dare il mio contributo come Avvocato esperto in materia ambientale.
Ricordo quindi alla nostra Amministrazione sinistra/ecologista che – prosegue Moneta- il suolo garantisce all’umanità beni e servizi indispensabili per la sopravvivenza degli ecosistemi, deve essere quindi in ogni modo protetto e correttamente gestito.
Il suolo è infatti una risorsa limitata e ogni sua alterazione può ripercuotersi non solo sulla capacità produttiva, ma anche sulla qualità dell’acqua che beviamo e dei prodotti agricoli di cui ci nutriamo.
L’impermeabilizzazione a causa di nuove costruzioni rappresenta la principale causa di degrado del suolo in Veneto, in quanto provoca la perdita pressoché totale delle sue funzioni sia per quanto riguarda gli aspetti produttivi sia quelli di biodiversità e di regolazione dei cicli dell’acqua e del carbonio. Il consumo di suolo va quindi inteso come un irreparabile costo ambientale che porta al degrado delle funzioni ecosistemiche e all’alterazione dell’equilibrio ecologico.
Quindi, anche lo studio di “Analisi del ciclo vita e modelli di riequilibrio dei sistemi urbani: il caso Alì SpA”, commissionato dalla Giunta lo scorso 26.07.23 a Terre S.r.l., per la somma di ben 76.860,00 euro, deve considerare questi presupposti. Questa analisi di 120 pagine – aggiunge Roberto Moneta – comincia invece narrando la leggenda del principe troiano Antenore che nel 1132 ac avrebbe fondato Padova. Pertanto come prima gravissima mancanza non analizza né verifica se vi siano nella nostra zona industriale delle aree già cementificate, ma inutilizzate, che potrebbero accogliere la richiesta di sviluppo infrastrutturale per la realizzazione del polo logistico Alì.
A riguardo solo due righe di rimando: il Comune di Padova ha già verificato che risultano liberi solo 21 lotti su 440, nessuno con le caratteristiche necessarie. Certamente questa omissione ingiustificabile del corretto punto di partenza manomette qualsiasi risultato ottenuto dalla ricerca. E’ stata quindi valutata l’ipotesi di quadruplicamento della superficie del centro logistico Alì di via Svezia da 50.000 a 200.000mq, costruendo oltre 51.600mq di capannoni (circa 9 campi di calcio affiancati), fra cui una torre automatizzata alta 37 metri, per complessivi 720.000 mc di spazi coperti.
Per compensare la ipotizzata distruzione di circa 10 ettari di terreno oggi agricolo, è stata quindi ipotizzata la realizzazione di aree verdi intorno ai nuovi capannoni, mediante piantumazione di 644 nuovi alberi. Tuttavia, non è stato evidenziato che solo fra 30 anni, nella loro piena maturità, questi alberi sarebbero in grado di assimilare i 309 kg/anno di CO2 dichiarati nello studio.
Il valore economico per la perdita assoluta dei servizi ecosistemici dovuta all’impermeabilizzazione del suolo e alla colata di cemento comporterebbe pertanto un danno alla collettività stimato in 135 mila euro all’anno, per sempre. I minuscoli interventi di mitigazione previsti dal piano di inerbimento comporterebbero invece una compensazione a € 32 mila euro all’anno, ma addirittura fra 30 anni, non certo prima!
Purtroppo, la perdita ecosistemica dovuta ad un impatto così significativo non sarebbe quindi sanabile nel breve o medio termine, nemmeno proponendo un investimento ambientale che in ipotesi realizzi 5 ettari di foreste urbane.
Perchè gli alberi non nascono adulti, tanto quanto gli Amministratori locali non nascono ecologisti.
In definitiva, la realizzazione del nuovo Hub Logistico – puntualizza Moneta – richiederebbe di autorizzare la variante urbanistica al Piano degli Interventi approvato dal Consiglio Comunale lo scorso 13.02.23, classificando l’area da “Zona agricolo-paesaggistica” a “Zona industriale”, contrastando pertanto “il processo di rigenerazione urbanistica e ambientale che ha preso atto della necessità urgente di non consumare più suolo fuori dai confini fisici della città costruita, considerando che le priorità sono la salvaguardia del suolo e la sicurezza del territorio” (deliberazione C.C. n. 2023/0006).
Ma ricordo a chi si proclama ambientalista che tale operazione contrasterebbe anche con il Piano Territoriale Regionale per il Coordinamento, che considera prioritarie le aree destinate ad agricoltura periurbana e con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale che individua proprio nella zona interessata dalla possibile cementificazione un Corridoio ecologico di principale riferimento.
Contrasterebbe inoltre con il Piano di Assetto del Territorio comunale, che individua l’area in oggetto quale parte essenziale della cintura verde periurbana con funzione di tessuto connettivo città-campagna e trova collocazione nell’importante tavola strategica “La città che respira”.
Per respirare però – conclude il Consigliere Moneta – non bisogna tapparsi il naso, né chiudere la bocca.