Editoriale di Claudio Gori (direttore@irog.it)
Sostituire il nome di Gesù con un “Cucù”, quasi fosse un orologio con uccellino d’altri tempi, sembra un oltraggio alla intelligenza delle famiglie di qualsivoglia religione e origine. Tanto meno è un problema di natura psicologico-psichiatrico per i bimbi delle scuole che dal presepe “alterato” potrebbero non comprenderne il reale significato che nulla ha a che vedere con offese o chissà quale altro senso del pudore.
Gesù trasmette ai giovani valori fondamentali che sono universalmente considerati positivi e costruttivi, indipendentemente dalle religioni che tutte sono rispettabili. In Italia quando giunge il Natale o altra festività religiosa si tende a seguire un “politically correct” che si tramuta in un potenziale “politically incorrect”, quasi in modo forzato e non naturale. Quale sorta di imitazione di convinzioni che tutto deve essere appiattito nel nome di una uguaglianza astratta. Eppure sono le disuguaglianze che arricchiscono i nostri saperi, le nostre coscienze, il rispetto tra popoli e le stesse religioni che nulla hanno a che vedere con altro tema che invade permanentemente le convinzioni e credo personali: la politica.
Gesù insegnava l’amore incondizionato per gli altri, la compassione verso i bisogni altrui e la solidarietà con i più deboli e gli emarginati. Predicava il perdono, incoraggiando a perdonare gli altri e a superare il risentimento, promuovendo la riconciliazione e la pace.
Gesù enfatizzava l’importanza di vivere con umiltà, esortando a non attaccarsi ai beni materiali ma ad abbracciare la semplicità e la modestia. Promuoveva la pace interiore e sociale, invitando a risolvere i conflitti in modo pacifico e a rifiutare la violenza.
Il significato di Gesù varia a seconda delle credenze e delle prospettive religiose. Nella fede cristiana, Gesù è considerato il Figlio di Dio, colui che è venuto sulla terra per insegnare l’amore, la compassione, il perdono e la redenzione. È la figura centrale del cristianesimo, venerato come il Salvatore e il Messia, la cui vita, insegnamenti, morte e resurrezione sono considerati fondamentali per la redenzione spirituale dell’umanità.
Secondo la Bibbia cristiana, Gesù Cristo nacque a Betlemme, figlio di Maria e concepito miracolosamente dallo Spirito Santo. La sua vita è caratterizzata dai suoi insegnamenti di compassione, perdono e amore verso gli altri, così come dai suoi numerosi miracoli, tra cui la guarigione dei malati e la risurrezione dei morti. La morte di Gesù per crocifissione e la sua resurrezione sono elementi centrali della fede cristiana, considerati come mezzo di redenzione e perdono dei peccati dell’umanità.
Per molte persone, indipendentemente dalle loro credenze religiose, Gesù rappresenta un simbolo di speranza, compassione, altruismo e amore universale che ha influenzato profondamente la storia e la cultura occidentale.
Per i musulmani, Gesù (noto come Isa in arabo) è un profeta molto rispettato e venerato all’interno della fede islamica. Nel Corano, Gesù è menzionato numerose volte e è considerato uno dei principali profeti inviati da Dio (Allah) per guidare e insegnare agli esseri umani.
Secondo la fede islamica, Gesù è stato concepito miracolosamente dalla Vergine Maria (Mariaam in arabo) tramite l’azione divina dello Spirito Santo, simile a come è descritto nella tradizione cristiana. È stato inviato da Dio per predicare il monoteismo, chiamando alla retta via e alla giustizia, e ha operato diversi miracoli, come la guarigione dei malati e la resurrezione dei morti, in conformità con la volontà divina.
Tuttavia, le credenze islamiche differiscono da quelle cristiane riguardo alla morte e alla crocifissione di Gesù. Nel Islam, Gesù non è stato crocifisso, ma è stato sollevato al cielo da Dio prima della sua morte apparente sulla croce. La visione musulmana afferma che non è stato ucciso né crocifisso, ma che tornerà alla fine dei tempi come segno dell’Avvento.
In sintesi, per i musulmani, Gesù è un profeta onorato e rispettato, ma ci sono differenze significative nelle credenze riguardo alla sua vita, morte e ruolo nell’Islam rispetto a quelle della tradizione cristiana.
I valori trasmessi da Gesù, trasmessi dai suoi insegnamenti e dalla sua vita, offrono ai giovani orientamenti importanti per sviluppare un carattere morale, compassione e impegno verso una società più giusta, inclusiva e amorevole. Non si comprende, umanamente, questa ciclica distinzione tra offesa presunta verso gli altri che non sono “altri” ma uomini, donne e bambini i cui valori essenziali non possono non essere condivisi. Un Cucù non è l’universale Gesù.