Editoriale di Claudio Gori (direttore@irog.it)
Curiosa e sempre più intrigante la scena politica padovana, in cui sembra esserci un disorientamento politico che confluisce in una miscellanea di carezze e complimenti non sempre graditi da alcuni cittadini e rappresentanti politici. Preoccupanti sapori amari?
Il sindaco di Padova Sergio Giordani, un civico al secondo mandato e nuovamente eletto con il supporto della sinistra e di movimenti ad essa associabili, ieri ha platealmente dichiarato una sua posizione favorevole alla riconferma del presidente regionale leghista Luca Zaia alla Regione, scatenando malumori e ire di molti suoi supporter compreso l’ex suo vice sindaco Arturo Lorenzoni.
Giordani è stato molto chiaro ieri: “Firmerei e applaudirei tutto il giorno”, riferendosi appunto ad una rielezione di Zaia nonostante sia un suo avversario politico, e “Ci metterei la firma adesso. Sempre leale con Padova” e “Non mi interessa sia leghista, m’importa che lavori bene per la città”. Tali dichiarazioni non sembrano lasciare dubbi su un potenziale endorsement: secondo l’enciclopedia Treccani il significato di endorsement è il seguente: “In politica, sostegno esplicito a un candidato, a un movimento o partito, a un’iniziativa, dato di solito tramite una dichiarazione ufficiale”: sarà o non sarà vero? Qui non è dato saperlo. Giordani, secondo alcune citazioni di altri organi di stampa, si è lasciato andare; il sindaco ha altresì dichiarato “Terzo mandato di Zaia? Firmerei e applaudirei tutto il giorno davanti ad una notizia del genere”: appassionato alle gesta e gestione di Luca Zaia?
Prevedibili l’imbarazzo, la rabbia e le nucleari reazioni a sinistra che sembrano non avere lasciato spazio ad altre interpretazioni. Ire che potrebbero acuirsi ulteriormente: “Io ad un terzo mandato da sindaco non ci penso proprio, perché quando finirò saranno più che sufficienti i due, figuriamoci ad uno in Regione. Non lo farei neanche per sogno, perché non sarei capace. Ma anche perché spero che resti Zaia. Per me è importante come presidente e referente. Lui è uno di quelli che aiuta la città e si fa interprete, anche insieme alla vice De Berti, di quelle che sono le necessità di Padova”.
Giordani è libero di esprimere qualsiasi suo pensiero e concordanza con rappresentanti politici di schieramento differente o meno, di elogiarli e raccomandarli o essere d’accordo su una potenziale loro elezione o rielezione ma da uomo politico non può giocare al lotto con alcune uscite a mezzo stampa. Le proclamazioni Giordaniane non sono frutto della fantasia di taluni o incomprensioni giornalistiche o politiche di altri, sono riscontrabili da intervista da egli rilasciata. E’ altresì prevedibile che Giordani debba molte spiegazioni a moltissimi suoi colleghi e non solo. L’ex vice sindaco Arturo Lorenzoni oggi è consigliere regionale e non sembra avere ben digerito l’affaire, dichiarando «Sono esterrefatto dalle dichiarazioni del sindaco Sergio Giordani, il quale sostiene apertamente la candidatura di Luca Zaia in Regione.”
Andrea Martella, segretario regionale del Pd Veneto, si aggiunge al coro dei sorpresi: “Il nostro partito ad ogni livello e i nostri eletti, a partire dai consiglieri regionali, sono impegnati a costruire in tutto il Veneto una alternativa credibile a Zaia e alla sua maggioranza, che sempre più sta dimostrando di avere il fiato corto, minata da una profonda spaccatura interna”. Martella si trova evidentemente spiazzato visto che lo scorso 4 dicembre aveva messo in discussione l’operato di Zaia in relazione alla sanità: “I Veneti costretti a spendere di più e in molti a rinunciare alle cure. Servizi ormai razionati e l’assistenza sul territorio è deficitaria. La sanità regionale sta scivolando lentamente, ma inesorabilmente, verso il privato. Le rassicurazioni del presidente Zaia non trovano alcun fondamento negli atti amministrativi della giunta, né tanto meno nei dati sul settore pubblicati dalla stessa Regione.”
E’ in corso un nuovo asse “Giorzaia” o una irrefrenabile voglia del sindaco di apparire piacione e assolutamente politically correct? Un politically correct che non appare così evidente a tutti, forse è indice di una nuova passione elettorale o politica? Troppe domande, alcune probabilmente inutili ma sicuramente dannose alla serenità politica locale nella quale l’opposizione, in gran parte, sembra distante o distratta.
Ivo Rossi, già vice sindaco di Flavio Zanonato e sindaco reggente poi, senza mezzi sotto intesi dichiara che “Se le parole pronunciate da Giordani hanno un senso, e devono averlo per una forma di rispetto nei confronti dei cittadini elettori, coerentemente il partito democratico in regione dovrebbe smettere di immaginare e coltivare una alternativa e sostenere invece l’uomo della provvidenza Zaia battendosi per una sua presidenza a vita… Un problema politico, istituzionale, culturale e di credibilità non da poco, da cui non si sfugge.”
Il post di Ivo Rossi si arricchisce di commenti e sfoghi di internauti e noti personaggi. Il giornalista Luigi Bignotti commenta “Il centrosinistra riesce SEMPRE a farsi male da solo…”; Alberto Gottardo aggiunge “Io preferisco pagare un prezzo altissimo, dal 2012 ad oggi, piuttosto che piegarmi a questa gente. Mi hanno tolto tutto, ma non la mia libertà e dignità”; Fernando Zilio, ex presidente di Ascom e della Camera di Commercio di Padova e di Unioncamere Veneto, si spinge più in la “Incredibile ecco la conferma di chi è se ce n’era bisogno!!!”.
L’Ing. Leonardo Antonio Cetera, persona nota ed importante a Padova oltre che già presidente dell’ANCE Associazione Nazionale Costruttori Edili, lancia messaggi in un suo post social e lascia a ciascun lettore una propria comprensione o interpretazione secondo coscienza o conoscenza. Cetera scrive: “Sergio Giordani stavolta ha fatto la pipì fuori dal vaso… (come si dice dalle nostre parti), dimostrando di non saper distinguere fra una dichiarazione ‘personale’, fatta pure ad ‘amici’ giornalisti (ma preavvertendoli), e una esternazione -incomprensibilmente ‘innaturale’- davanti a telecamere e microfoni, in cui va ‘contro’ la coalizione che lo ha portato a vincere e con cui governa la città.
Ho risentito il filmato con l’incredibile sonoro, lucido e convinto, e secondo me non ci possono essere che due interpretazioni: o un colpo di m…, che può anche starci, dopo tanti anni di potere che può talvolta dare alla testa; oppure, un occhiolino rivolto ai rivali dell’opposizione di centrodestra in vista di prossimi passaggi difficili (Alì & c.) per l’attuale maggioranza, a rischio di defezioni e voti contrari in Consiglio, che quindi abbisogna di raccattare qualche voto interessato dalla parte opposta… Forse qualcuno pensa di arrivare alla fine con una ‘gross koalition’ (anche di interessi) che già ha avuto recenti sèguiti romani? Secondo me, sarebbe un suicidio assistito per il PD e compagni.”
Il sindaco Giordani, in una intervista ad un quotidiano locale, dichiara a sua volta e successivamente all’esplosione della bomba mediatica che “La mia casa è il centrosinistra ma da sindaco devo mediare” (Corriere delle Alpi del 16/12/2023). Dichiarazione che egli ritiene delucidante ma che potrebbe contraddire se stesso. O è un civico o la sua casa è il centrosinistra, o promuove le candidature dell’altrui patria politica e contraria alla sua e dei suoi alleati o media ciò che ritiene di mediare. Scelte personali e legittime, sia ben chiaro. Ma dovrà rendere conto politicamente a chi oggi lo ha criticato.
Giordani si giustifica sostenendo che con Zaia ha un ottimo rapporto, non vuol dire che lo sosterrà. Una risposta alle critiche che comunque potrebbe non soddisfare del tutto i suoi alleati. Se qualche suo dirigente comunale o assessore inizierà a sfogliare distrattamente il cellulare, durante un intervento pubblico, ebbene potrebbe essere un primo serio segnale di allerta.
The show must go on.