Editoriale di Claudio Gori
Con riferimento alle confuse notizie recenti riguardo la presunta commissione diretta all’Università di Padova da parte del Comune di Padova, sull’attività di “Analisi del ciclo di vita e modelli di riequilibrio dei sistemi urbani: il caso Alì S.p.a.”, viene qui fornito il chiarimento completo onde evitare qualsiasi fraintendimento futuro da parte di terzi.
Nella conferenza stampa dello scorso 23 novembre ho personalmente chiesto all’assessore del Comune di Padova Antonio Bressa se l’Amministrazione avesse commissionato direttamente l’Università di Padova in merito all’attività di cui sopra e che prevede 50 mila metri quadrati di cementificazione per un nuovo polo logistico nella zona industriale padovana, considerando la trasversale preoccupazione per l’impatto ambientale di alcuni esponenti politici, molti cittadini, sindacato e associazionismo. Alla mia richiesta di delucidazione non mi è stata data una risposta assolutamente esauriente o forse non la ho bene compresa, ho percepito una non risposta da parte dell’assessore. Lo scorso lunedì è stata presentata anche una interrogazione al sindaco Sergio Giordani, non presente al momento dell’evento, e alla Giunta Comunale al fine di ottenere chiarezza ma non appare che la chiarezza attesa sia stata fornita. Inoltre, nella Determinazione n. 2023/23/0039 del 30/08/2023 non compare alcun accenno all’Università, entità giuridica ben definita. La Determina al comma 5 specifica chiaramente l’impegno solo a favore della ditta Terre S.r.l. per la somma di euro 63.000,00 oltre Iva e per un complessivo di euro 76.860,00.
Al momento, dall’Amministrazione comunale non sembra essere emerso alcun chiarimento ufficiale al riguardo. Il quesito presentato sembra essere chiaro nella sua natura, tuttavia, le risposte ricevute finora sembrano lasciare spazio a diverse involontarie interpretazioni. Questo ha generato un’ulteriore necessità di chiarezza, motivo per il quale qui spiego lo stato dei fatti, sul quale in futuro nessuno potrà più interpretare a suo modo risposte o certezze e senza qui sia esprimere una mia personale valutazione di qualsivoglia natura. Credo profondamente che l’attività del giornalista, attraverso qualunque strumento di comunicazione svolta, si ispira alla libertà di espressione sancita dalla Costituzione italiana e l’articolo 2 della legge n. 69 del 3 febbraio 1963 chiarisce che “[…] Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori”.
Veniamo al dunque ed alla certezza della notizia.
Il Comune di Padova ha commissionato l’attività di “Analisi del ciclo di vita e modelli di riequilibrio dei sistemi urbani: il caso Alì S.p.a.” direttamente alla società Terre S.r.l. e non all’Università di Padova; la società Terre S.r.l., a sua volta, ha commissionato al Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale ICEA – mediante convenzione di ricerca – la sola valutazione comparativa del potenziale impatto ambientale tramite analisi di Life Cicle Assessment (LCA). Il Responsabile scientifico di tale studio LCA è il Prof. Alessandro Manzardo.
La valutazione comparativa svolta dal Dipartimento non è entrata nel merito delle materie specifiche in termini di legge, che erano già state affrontate nel percorso di assoggettabilità a VAS, ma della sola analisi di potenziale impatto ambientale. L’on. Enrico Cappelletti, in un comunicato stampa pubblicato il 24 novembre (https://www.irog.it/?p=9724) dichiarava che comunque “In merito alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica relativa all’intervento di ampliamento del polo logistico di Alì S.p.A. di Via Svezia, sebbene si sia conclusa con l’ammissibilità dell’opera in coerenza con le previsioni pianificatorie e socio-economiche nonché con gli effetti ambientali derivanti ebbene ciò non implica che tale delibera di giunta regionale non sia soggetta ad impugnazione o ricorso al TAR poiché trattasi di meri atti amministrativi e non imposti dalle autorità” oltre a riservarsi di presentare una interrogazione parlamentare sul consumo di suolo in Padova e provincia.”
Il caso ha allargato i confini del “caso Alì”, infatti alcuni esponenti e associazioni hanno approfittato per riflessioni accessorie sul tema ambientale: il vice presidente di Verdi per l’Italia precisa che “Il Dott. Vincenzo D’Agostino, ingegnere idraulico e direttore del dipartimento Territorio e sistemi agroforestali dell’Università di Padova ha dichiarato, in una intervista del 28 marzo 2022 che è necessario ridurre al minimo il nuovo suolo consumato, incentivando il recupero di edifici abbandonati, e agire per rigenerare, per quanto si può, il suolo già artificializzato.” Ed ancora “Il silenzio dell’assessore Ragona, già presidente di Legambiente Padova, ci preoccupa molto: quale è il loro obiettivo nell’affiancare un progetto privato anti ambientale e di dubbia utilità?”
Questo editoriale può essere fonte di delucidazione anche alla richiesta fatta dal sindacato UGL di Padova che dubbiosa dichiarava che “L’Università di Padova sembra direttamente coinvolta nella valutazione del progetto, se così fosse siamo interessati – conclude Fabio Beltempo – ad una dichiarazione in merito e opinione ambientalistico-trasportistica diretta anche della stimata Rettrice Daniela Mapelli.”
L’Articolo 2 “Fondamenti deontologici” del Testo Unico dei Doveri del Giornalista prevede che il giornalista “[…] difende il diritto all’informazione e la libertà di opinione di ogni persona; per questo ricerca, raccoglie, elabora e diffonde con la maggiore accuratezza possibile ogni dato o notizia di pubblico interesse secondo la verità sostanziale dei fatti”. Quest’ultimo è l’ulteriore motivo che mi ha spinto a scrivere il presente editoriale.
Poco era sufficiente pubblicare giornalisticamente per dissipare qualsiasi incertezza o malinteso.