Genova, 22 maggio 2015: due carabinieri, senza armi in pugno e senza “manganello” fermano per un semplice controllo di routine due africani: accoltellati gravemente con un cacciavite e fortunatamente fuori pericolo per puro miracolo.Almeno uno dei due accoltellatori è già stato rilasciato.
Per Padova non è una novità: in febbraio due carabinieri sono stati accoltellati da un libico irregolare che ha tentato di vendere loro la droga: scarcerato in men che non si dica. Per i cittadini non è razzismo ma ribellione che potrebbe coinvolgere una intera comunità sia in gruppo sia individualmente, riportando la memoria ad una breve serie cinematografica ambientata a New York anni ’70: “Il Giustiziere della notte”, con Charles Bronson nelle vesti di colui che assume arbitrariamente le vesti di una legalità apparentemente assente.
Il 21 maggio a Padova ha sfilato pacificamente una parte della città; una fiaccolata organizzata dall’A.C.C., Associazione dei Commercianti del Centro il cui presidente è Massimiliano Pellizzari: almeno 700 cittadini, nonostante oppositori (non si sa di cosa) e quotidiani indichino al massimo 400/500 persone (noi c’eravamo e valutiamo ragionevolmente una partecipazione di circa 700 “sfilanti”): tutti padovani e della provincia padovana anch’essa timorosa per ulteriori probabili arrivi incontrollati di clandestini che potrebbero minacciare serenità e legalità.
Genova oggi, 22 maggio: cittadini dichiarano di non essere razzisti ma Italiani accoglienti, non schiavi di coloro che reclamano diritti e forse dimenticano i doveri. Una esasperazione che colpisce anche Udine, Roma e ultimamente le coste sarde oltre quelle di routine.
A Genova si assiste a mercati abusivi governati da miriade di lenzuola o teli su cui poggiano merci contraffatte e personal computer portatili usati e di dubbia provenienza: non uno scontrino, non una ricevuta fiscale, non una autorizzazione, non una verifica sanitaria: un tollerare per timore, forse, di una rivolta mentre per uno scontrino errato di circa 41 centesimi un locale commerciale viene chiuso dagli organi di competenza: 41 centesimi contro una totale evasione sotto l’occhio vigile di chi dovrebbe essere imparziale nel fare rispettare lo slogan presente in tutti i Tribunali Italiani: “La legge è uguale per tutti”.
E’ vero, questo editoriale è provocatorio: quanto lo sia viene lasciato al giudizio del lettore.
La fiaccolata di Padova è giunta alla prevista destinazione: Piazza Antenore, alle porte della Prefettura dove il sindaco Massimo Bitonci, su invito ad un intervento da parte di Massimo Pellizzari e su incitamento della folla, ha dichiarato “Tengo a precisare che questa non è una manifestazione politica, non è una manifestazione che ha voluto l’Amministrazione: noi partecipiamo perché siamo dalla parte della gente che lavora, dei commercianti, degli artigiani […] No ai clandestini nelle case private, è un problema del Governo, se lo gestisca lui e basta”, “…Siamo pronti ad accogliere; ma ad accogliere quelli dichiarati in realtà rifugiati politici: solamente uno su dieci, questa è la realtà che nascondono tutti; […] dietro Corso Milano erano tutti Nigeriani: i Nigeriani non sono rifugiati politici…”. Conclude l’intervento al grido della folla “Massimo Massimo Massimo”: da anni non si assisteva ad un trionfo di un sindaco italiano.
Lungo il corteo, nella meravigliosa Piazza delle Erbe, le forze di polizia hanno isolato poco meno di una dozzina di personaggi non in sintonia con lo spirito della fiaccolata ma, a parte qualche fiacca urlata, nulla di preoccupante; simpatizzanti della dozzinale compagnia ha distribuito volantini a firma di “Antirazzisti e antirazziste” e intestati “Rigettiamo i razzisti nelle fogne della storia!”: un ciclostilato in cui chiaramente è scritto che “Il centrosinistra, il PD in particolar modo, concorre fortemente a fomentare la logica dell’emergenza, sia per una gestione più accentrata del potere, sia per i suoi chiari obiettivi economici. Infatti, dietro la facciata della pietà cristiana e dell’accoglienza umanitaria, il PD ha costruito un business milionario, costituito da associazioni, cooperative e da altri enti burocratici…”; ancora “Oggi a Padova persino il leghista Aliprandi si sarebbe dato disponibile ad ospitare migranti […] Altro che barconi, respingiamo chi ci governa e le sue politiche lacrime e sangue!”.
Massimiliano Pellizzari ricorda, al megafono di fronte alla folla accorsa, che “Padova non è una città razzista: è una città accogliente. E’ una città che in questi trent’anni ha accolto tutti, tutti quelli che sono venuti qui per crearsi un futuro migliore ma oggi non possiamo dare niente a queste persone perché non ce n’è più neanche per noi…”.
Un “botta e risposta” che coinvolge anche esponenti del PD padovano secondo i quali alla fiaccolata erano presenti “quattro gatti” (come afferma Francesco Fiore di Padova 2020) mentre per altri il sindaco è in perenne campagna elettorale.
I cittadini che hanno marciato la pensano come il sindaco; dalle molte interviste da noi fatte ai manifestanti emerge che il sindaco sta applicando quanto promesso in campagna elettorale.
Padova, come la maggiore parte delle città italiane, è colma nella pazienza e economicamente impossibilitata a garantire dignità ai clandestini in eccedenza.
Il Governo rifletta affinchè non si dichiari inconsciamente una guerra tra poveri in cui la sopravvivenza sia gestita dall’aforisma “o la borsa o la vita”.