Ho sempre creduto che Padova, per la sua storia e filosofia politico-cultural-economica, sia una città in cui le menti siano lanciate verso orizzonti futuri ma talvolta inceppate a causa di vecchie ideologie che ostacolano il suo futuro. E’ il suo DNA, un quotidiano parto di idee innovative e ostacolo all’espressione democratica, di libertà culturale e artistica; al contempo una macchina etichettatrice, per convinzione o convenienza, stampante adesivi da appiccicare a chi non la pensa allo stesso modo.
Assistendo agli eventi di questi giorni, sembra sempre più evidente la contrapposizione ambigua di esponenti e ipotetici custodi di cultura di categoria; dimenticando ancor più che la libertà di pensiero e visione della conduzione della res publica sono patrimonio della cittadinanza, incluse piazze e decoro, legalità e accoglienza: nessuno deve appartenere alla categoria dei cosiddetti ultimi, tanto meno gli ospitanti.
Padova doveva accogliere una duplice e contemporanea manifestazione lo scorso venerdì 15 maggio: una organizzata dalla associazione A.C.C. (Associazione Commercianti del Centro) di Padova con fiaccolata pacifica, l’altra organizzata da cooperative e apparenti ambienti religiosi oltre associazioni vicine alla sinistra padovana; evento probabilmente organizzato subito dopo l’annuncio della prima e allo scopo di contrastarla in quanto il sindaco Massimo Bitonci aveva annunciato una sua partecipazione e poiché contrario a raccogliere ulteriori profughi imposti.
La manifestazione dei commercianti di Padova, aderenti alla A.C.C. che tra i suoi scopi sociali ha anche la lotta al degrado che interessa ormai ampie aree del centro storico e della città, aveva come scopo rendere nota la contrarietà all’arrivo in città di ulteriori profughi a spese della comunità ormai ampiamente in crisi e economicamente allo stremo: è stata annullata poiché il sindaco Bitonci, in qualità anche di garante cittadino della sicurezza, ha chiaramente fatto presente, dopo un comitato per l’ordine pubblico presso la Prefettura, che aveva manifestato una forte preoccupazione per lo svolgimento delle due contemporanee manifestazioni che potevano essere la miccia anche involontaria di scontri, così come avvenuto recentemente in Milano e altrove; Bitonci dichiara: “…non posso pensare che ci siano situazioni per cui […] venga messa a ferro e fuoco la città.”. Il Presidente della A.C.C., Massimo Pellizzari, ha raccolto il messaggio del sindaco Bitonci e ha rinviato, per motivi quindi di sicurezza e minore eventuale danno materiale o di immagine di Padova, a giovedì 21 maggio sera: del resto ultimamente in Italia sembra regnare il disordine piuttosto dell’ordine e delle regole, si litiga e si uccide chiunque per un il filo del bucato del vicino parente e si tenta, in molti casi, di dare un senso al torto e non giustizia alla verità
Un timore del sindaco e un gesto pacifico del sig. Pellizzari condivisibili per molti, ma non per chi è di opposto e legittimo pensiero: tramite i quotidiani locali, esponenti del PD lanciano messaggi sbalorditivi, alcuni forse convinti e altri forse di interesse opportuinistico-politico padovano; altri giustificano la rinuncia e accusano di abuso di ospitalità presso abitazioni private senza dovute autorizzazioni comunali e sanitarie.
Ieri, Francesco Fiore (Padova 2020, opposizione della Giunta Comunale di Padova) chiedeva le dimissioni del sindaco Bitonci per riconsegnare Padova ai padovani (quali? Fiore o altri, di qualsiasi schieramento politico, dimenticano che un sindaco viene eletto dalla maggioranza dei cittadini e non da una minoranza?), Umberto Zampieri (capogruppo in comune del PD) indicava il primo cittadino come colpevole di avere “…infilato la città in un vicolo cieco...”. La Giunta ha giustificato il suo operato nell’interesse della legalità senza calpestare diritti di proprietà altrui: una altalena che non sembra avere una fine anche a causa di una legislazione che imbarca acqua ovunque.
Il 16 giungo, alla fine dei giuochi, è sfilato solo il corteo denominato “Padova Accoglie”, organizzato da cooperative e associazioni; esso ha raccolto l’adesione di alcune centinaia di persone (mille per gli organizzatori) e la partecipazione di personaggi in prima linea per l’accoglienza dei profughi: rappresentanti di Casa Don Gallo (villa occupata da “Razzismo Stop”, lungo il viale del Tribunale padovano), Don Albino Bizzotto di “Beati i costruttori di pace”; altri politici appaiono tra i manifestanti: l’ex sindaco di Padova Flavio Zanonato (oggi Europarlamentare PD) che non si stupisce e non trova nulla di male se trattasi di iniziativa anche a cura del centro sociale Pedro; è presente l’ex Ministro italiano alla Integrazione Sig.ra Cecilie Kyenge (oggi Europarlamentare PD: in ottobre 2014 dichiarò che il Carroccio è “…un partito razzista ed è ora che ci sia una legge che gli vieti di presentarsi alle elezioni.”) concessasi per una serie di selfie con simpatizzanti.
Personalmente trovo dubbie alcune richieste e giustificazioni di pochi privati di immobili che potrebbero essere abbagliati da un facile guadagno concedendo le abitazioni per ospitare ulteriori profughi, sebbene ospitare abbia un significato relativo e discutibile. Potrei sbagliare e valutare senza informazioni certe: alla mia richiesta odierna di delucidazioni in merito al compenso, il Presidente della A.C.C. Massimo Pellizzari, cortesemente chiarisce la ripartizione: “…35 euro al giorno di cui 25 euro alla cooperativa e 10 per il proprietario dell’immobile. Ovviamente a immigrato.”: i dubbi sulla iniziativa, a base di umanità per la concessione d’abitazione privata che sembra trafilarsi come gratuita, in me aumentano ma ciò è discutibile.
Correttezza impone un chiarimento o meglio una migliore delucidazione in merito alle forti affermazioni riportate questa mattina sui quotidiani padovani e attribuite a Nereo Tiso (vicesegretario PD a Padova e consigliere comunale PD dal 2009 al 2014), e pubblicate sul Mattino di Padova: “…Basta guardare le vetrine, quelli che espongono la vetrofania dell’ACC sono da evitare […] chi semina vento raccoglie tempesta…”.
Immediato il riferimento al passato, seppure dettato per altri da passione, in cui le vetrine erano segnate da simboli da evitare. Chiesta una delucidazione e ragguaglio al Sig. Tiso, Egli risponde cordialmente affermando che “…La questione di oggi sul presunto “boicottaggio” dei negozi affiliati all’ACC, penso debba essere ulteriormente chiarita. Premesso che ognuno può andare da chi vuole ad acquistare ciò che ritiene opportuno, penso che qualsiasi associazione importante come quella dell’ACC, debba fare una riflessione qualora il suo presidente si impegni direttamente in politica. Impegnarsi per il bene della città è positivo a prescindere dall’appartenenza politica…” inoltre “…l’opposizione risponde per le rime e qualche volta in maniera forte, ma senza violare la libertà di ognuno di fare ciò che meglio crede e quindi, appunto, di entrare in ogni negozio e comprare ciò che vuole o anche di fare politica. E questo secondo la sensibilità di ognuno.”; infine “…un’associazione dev’essere apartitica… non può essere strumentalizzata altrimenti fa politica.”.
Chiarito il senso delle affermazioni riportare dai quotidiani, la cittadinanza è in attesa della prossima fiaccolata dei commercianti del centro di Padova prevista per il prossimo giovedì pomeriggio che non sembra ad oggi avere una contrapposizione o contro-manifestazione; lo stesso Tiso a noi conferma che “…giovedì prossimo se ci sarà un’altra manifestazione bisognerà chiederlo alle associazioni e non al PD che non c’entra nulla anche se qualcuno, a quella di venerdì scorso, ha partecipato a titolo personale…”.
Forse la maturità politica degli schieramenti, tra chi l’ha anticipata e chi giustamente la auspica, è giunta ad un termine non comunemente condivisibile ma questa è un’altra storia: la democrazia e diritto di manifestare è di tutti, non di alcuni; il diritto a contrapporre le idee è universale e non politicamente o culturalmente riconducibile solo a taluni più rumorosi.
Il sindaco Bitonci, in una intervista al TG Padova del 16 maggio, ha affermato che “…Se c’è una manifestazione di una parte dei cittadini, come si fa a autorizzare una contro-manifestazione a 100 metri? Un sindaco e un buon padre di famiglia ha chiesto lo spostamento, non l’annullamento come ha fatto passare qualcuno. Giovedì ci saranno i cittadini, commercianti, i padovani veri.”. La fiaccolata, quindi, è confermata per il prossimo giovedì 21 maggio, come rimarcato da Massimo Pellizzari: stessa ora e medesimo percorso, dal Municipio alla Prefettura. Il sindaco Bitonci, infine, dichiara che le adesioni “…saranno di padovani e non gente che viene da tutto l’universo.”.
Ricordiamo tutti, neutralmente, che “…quando ci sono dei bambini che piangono, io divento una bestia…” multicolore.
Via Anelli Docet.