Blonde, film sulla vita della diva Marilyn Monroe, è stato presentato ieri 8 settembre alla 79. Mostra Internazionale d’arte Cinematografica del Lido di Venezia. Sotto la regia di Andrew Dominik, l’attrice cubana Ana de Armas veste con capacità il difficile ruolo di Marilyn, 166 incessanti minuti tra fascino e fragilità.
Tratto dal romanzo di successo di Joyce Carol Oates, Blonde defluisce con coraggio la sua esistenza dalla precaria infanzia, con il vero nome di Norma Jeane Mortenson Baker, alla conquista della fama tra reticoli sentimentali. Blonde, tra le più celebri attrici della storia del cinema, mescola la frontiera della realtà̀ e della finzione, aggroviglia il suo io pubblico e quello privato sebbene talvolta, con estrema lucidità, distinguesse se stessa dal personaggio. Nel trailer la Monroe si rivolge ad un giornalista dicendogli “Marilyn Monroe esiste solo sullo schermo […] Quando esco dal camerino, sono Norma Jean. Sono ancora lei quando la telecamera gira”.
Interviene il regista Andrew Dominik, tra alcune sue riflessioni ed una personale certezza: “ È possibile vedere il mondo al di fuori dei nostri traumi, al di fuori delle nostre paure e desideri? E se si incarna un oggetto del desiderio, quello che il mondo vede è il tuo vero io o una proiezione dei propri bisogni? Marilyn Monroe una volta disse: “Quando si è famosi, ci si imbatte sempre nell’inconscio delle persone”. Come si pone una bambina indesiderata di fronte all’essere diventata la donna più̀ desiderata del mondo? Deve dividersi a metà? Proporre un’immagine sfolgorante al mondo, mentre l’io indesiderato soffoca all’interno. E non è forse il cinema stesso una macchina del desiderio? L’abbiamo in qualche modo uccisa noi stessi con il nostro sguardo?
Lei ora esiste, come la polvere di una stella esplosa, sotto forma di migliaia di immagini che fluttuano nel nostro inconscio collettivo, nei film, nelle fotografie, sui muri, nelle pubblicità̀, sulle fiancate dei furgoni dell’aria condizionata e la sua luce – come quella di una stella – viaggia ancora verso di noi, anche se lei si è spenta da tempo.”
La bellezza di Marilyn risulta evidente, pur coesistendo con i suoi pregi, le sue paure e timidezze ma sfavillante nei modi d’essere. Prigioniera dell’amore e delle invidie, della critica e d’una Hollywood frenetica nonché bizzarra. Nel 1950 un giornalista la criticò affermando che appariva bellissima per il solo fatto di vestire abiti lussuosi e costosissimi. La diva rispose con uno scatto fotografico indossando solo un sacco bucato di patate dell’Idaho ed un paio di scarpe rosse con tacchi alti: meravigliosa. Una risposta alla critica del giornalista durante un party al Beverly Hills Hotel o una risposta dei produttori della Twentieth Century Fox? Non è dato saperlo con certezza. Era Marilyn, eclettica e coraggiosa ma pur sempre vulnerabile nell’animo. Forse troppo vera per essere una Star tra eccessi di narcisismo esterno e produzioni audaci.
Blonde è una produzione Plan B Entertainment (Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner) la cui distribuzione è affidata a Netflix che lo manderà in onda dal 28 settembre prossimo. Interpreti: Ana de Armas, Adrien Brody, Bobby Cannavale, Xavier Samuel, Julianne Nicholson, Lily Fisher.
Le foto sono una nostra esclusiva, ringraziamo la stimata fotografa Paola Toffano.