Il numero chiuso a medicina rappresenta oggi un ostacolo alla preparazione delle eccellenza della sanità italiana poiché potenzialmente – dichiarano Domenico Minasola e Sebastiano Arcoraci dei Verdi per l’Italia – limita l’accesso a soggetti più facoltosi che possono sostenere economicamente le spese per un accesso basato sui quiz.
Il test per tutti noi e per la sanità è stato, nostro malgrado, il periodo pandemico che ha dimostrato la carenza di medici e specialisti per potere sostenere le emergenze ed i ricoveri. Certa demagogia – prosegue Verdi per l’Italia – deve essere superata, è urgente avere più medici, sempre più capaci nonostante il taglio di fondi sull’Università che da oltre un decennio è sofferente per le migliorie strutturali.
Si abbatta anche l’imbuto formativo per la specialistica poiché lo sbarramento numerico non è sinonimo di qualità. I medici, ma anche gli infermieri, sono coloro a cui ci rivolgiamo per curare la salute nostra e dei nostri figli, non possono essere il risultato di crocette su quiz.
Quest’anno sono prevedibili circa 65 mila iscritti al test di medicina e 14.740 posti disponibili, certamente – aggiungono Minasola e Arcoraci – l’eliminazione del numero chiuso potrebbe generare costi accessori per nuove aule, nuovi professori e costi accessori ma il futuro della sanità italiana non è un tema da sottovalutare.
Si proceda spediti poiché formare un medico richiede da 7 a 11 anni, temporeggiare ulteriormente – concludono i Verdi per l’Italia – significherebbe temporeggiare sulla salute degli italiani.