Editoriale di Gori Claudio
Marco Marras? 24 anni cagliaritano, ex studente dell’Artistico e dell’Accademia delle Belle Arti ed attivista Lgbtq+ che, con il suo “Bastare s’anima”, ha portato sulla scena nazionale le sue idee attraverso il palco di Giorgia Meloni, durante un comizio elettorale. Un ragazzo certamente non simpatizzante di Fratelli d’Italia e probabilmente della loro leader, eppure è improvvisamente “salito a bordo” della plancia del palco d’un partito di destra che lo ha accolto con un cordiale sorriso della Meloni. Marco ha voluto esprimere il suo dissenso sulla visione della famiglia. Unico problema? Forse la sicurezza interna dell’evento, null’altro.
Giorgia Meloni? 47 anni e prima leader di un partito della destra italiana nella storia. Dal 2006 al 2008 è stata vicepresidente della Camera dei deputati e dal 2008 al 2011 Ministro per la gioventù nel quarto governo Berlusconi. È stata presidente della Giovane Italia, dopo aver ricoperto la medesima carica in Azione Giovani e Azione Studentesca. Un Curriculum che la sinistra italiana definisce fascista e contro gli interessi nazionali, pericolo e revival del fascismo ampiamente surreale, irrealizzabile e comunque sdoganato ampiamente dalla stessa Meloni nel colloquio con Nicholas Farrell (autore della biografia “Mussolini: A New Life”) in cui dichiara che “quando abbiamo fondato Fratelli d’Italia, lo abbiamo fondato come centro-destra, a testa alta. Quando sono qualcosa, io lo dichiaro. Io non mi nascondo. Se fossi fascista, direi che sono fascista. Non ho mai parlato di fascismo, invece, perché non sono fascista […] Nel Dna di Fratelli d’Italia non c’è nostalgia per fascismo, razzismo o antisemitismo. C’è invece un rifiuto per tutte le dittature: passate, presenti e future” (fonte citazioni: Ansa del 19/08/2022).
Fatte le premesse, l’iniziativa di Marco Marras e l’accoglienza della Meloni potrebbero rappresentare un simbolico auspicio per la futura politica italiana e per gli italiani stessi che serbano spesso rancori o forzate prese di partito quale possibile sorta di campanilismo “a tutti i costi”. Marco e Giorgia hanno brevemente colloquiato sul palco, testimone il pubblico ed i video dei telegiornali, con rispetto reciproco e successivo ulteriore confronto con lo strumento oggi più seguito dai giovani: i social network.
Marras ha avuto il coraggio di difendere ciò in cui crede, Meloni fa altrettanto e invita i “soccorritori” a lasciare proseguire Marco nelle sue manifestazioni verbali contornate dalla bandiera della pace che saldamente è nelle sue mani: due estremi possono attrarsi per un confronto e possono non essere d’accordo su alcuni temi ma democraticamente devono essere e sono stati ascoltati dalla colma piazza. Nessun fischio, nessuna reazione esagitata della folla, nessuna aggressione fisica, nessuno strappo di bandiera o atterramento american-style dell’”invasore” bensì un confronto “brevi manu” al quale la politica italiana dovrebbe ispirarsi, senza nessuna distorsione: gli italiani vogliono programmi, rassicurazioni, aiuti sociali ed economici, lavoro, pensioni umane, maggiore sicurezza, certezza della pena, equità fiscale per le imprese ed i lavoratori autonomi che rischiano di chiudere in massa entro capodanno; la lista potrebbe proseguire all’infinito. Chiunque ha la bacchetta magica o possiede la magica lampada di Aladino? Assolutamente no, ma se il confronto democratico viene meno e non si ascoltano i cittadini, i comitati, le associazioni, i sindacati e certe Fondazioni a scopo socio-sanitario ebbene viene meno la democrazia e lo scostamento degli italiani dalla politica sarà maggiore. Le recenti elezioni amministrative lo insegnano.
La guerra ed il costante aumento delle materie prime sono i veri nemici; le accuse virtuali e gli obsoleti slogan di partito partoriscono dissenteria a cui gli elettori farebbero a meno. Fatti ed atteggiamenti, questi, che spesso partoriscono disgiunzione sociale ed economica. Se la politica è paragonabile ad un mobile d’epoca allora serve oggi un bravo artigiano del restauro e risanamento conservativo, che sappia scovare il tarlo nel legno. E’ necessario recuperare l’organismo politico-sociale dello Scarpone.
Agli italiani è rimasto un fuscello di speranza mentre le cesoie di molti governanti sono pronte a reciderlo. Il popolo italiano ha sempre goduto di un innaturale estro e costruttiva creatività che ha consentito di solcare immensità agitate. L’Italia, quest’anno, vince continuamente medaglie sportive, condiziona record assoluti e ieri, per la prima volta dal 1958, Italia è campione del mondo di golf a squadre. Si siamo bravi e le capacità non mancano; siamo eclettici, mentalmente e parzialmente aperti al nuovo, alla tecnologia, alla scienza ma tutto ciò non è sufficiente in politica se non con un confronto dialettico disciplinato e non oltraggioso.
Ecco perché l’incontro e scambio di vedute di due posizioni ideologiche opposte, Giorgia da un lato e Marco dall’altro, sono un indizio di buone maniere e democrazia.
Non è questa una “firma a tergo” pre-elettorale, non è un editoriale di parte ma un invito a riflettere e concepire meglio la politica quale arte del governo di ciò che appartiene alla estensione della vita comune. La politica può essere orientata all’etica, alla prospettiva in cui “particolare” e “universale” finiscono per confluire. Per questo il flebile ramoscello di speranza degli italiani è al momento sospeso tra la tempesta e il raggio di sole. Il confronto sul palco e quello dei contenuti dei social network che seguono potrebbero essere uno stimolo per molti.
marco_marras_98 – Ormai il mio nome è uscito, sono Marco Marras e sono il ragazzo che ieri è salito sul palco della Meloni.
Ho voluto in maniera pacifica esprimere il mio dissenso sulla sua visione della famiglia e ho voluto ricordargli che siamo tutti uguali o come direbbe lei Fratelli d’Italia, di un’unica nazione dove dovrebbe esserci il diritto di potersi costruire una famiglia che sia essa tra due uomini o due donne e che possano accedere alle adozioni. Per il resto ringrazio la leader Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia per il confronto e la polizia per essere stata buona con me perché ha capito che tipo di persona io sia, ovvero un ragazzo che voleva solo esprimere la sua opinione. Ringrazio tutti.
PS: comunque signora Meloni i cambiamenti si possono frenare ma saranno inevitabili e in Italia in futuro potrò sposarmi e adottare. (Fonte: Instagram, profilo personale di Marco Marras)
Giorgia Meloni – Marco sei stato molto coraggioso e, come ho detto ieri, ho grande rispetto di chi ha il coraggio di difendere ciò in cui crede.
Anche io penso che siamo tutti uguali e tutti Fratelli e penso che ciascuno abbia diritto ad amare chi vuole, e che lo Stato debba farsi i fatti suoi. Oggi ci sono le unioni civili e in Italia puoi tranquillamente legarti ufficialmente con chi vuoi; non proporrei di togliere questo diritto.
Non sono d’accordo sull’adozione, come sai, ma non perché consideri il tuo sentimento di minore valore rispetto a quello che provano un uomo e una donna. Considero giusto, per intenderci, anche che lo Stato italiano non consenta l’adozione da parte dei single e penso che non mi dirai per questo che sono “singleofoba”, come non sono omofoba. Lo considero giusto perché penso che un bambino abbia diritto a crescere con un padre e una madre. Io sono cresciuta in una famiglia monogenitoriale. Non posso dire di essere stata infelice, ma mi è mancato un padre? Sì, non posso negarlo. Se lo dico tolgo qualcosa all’amore incondizionato di mia madre? No. Non siamo d’accordo su questo, io e te, ma non significa che io ti debba odiare o che tu debba odiare me. Rispetto e cerco di comprendere il tuo punto di vista: spero che prima o poi anche tu riesca a fare la stessa cosa. E spero che un giorno vorrai parlarne con calma, senza telecamere e senza sensazionalismi. Ti auguro tutto il meglio e mantieni il tuo coraggio. (Fonte: Facebook, pagina di Giorgia Meloni).