Questa mattina l’Associazione No Rotaie di Padova ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, presso il Tribunale di Padova, affinchè si determini quello che per noi è un potenziale spreco e danno erariale per i cittadini – dichiara Liliana Gori, presidente dell’Associazione – con presunto uso improprio di fondi pubblici. Abbiamo presentato l’esposto, affinchè gli organi competenti possano indagare su un eventuale uso arbitrario dei fondi e, nel frattempo, chiediamo un immediato blocco di ogni opera e spesa in attesa di accertamenti.
Padova è l’unica città al mondo che, da almeno dieci anni, vuole cantierare una nuova linea con l’obsoleto Translohr, non più in produzione. Le città italiane da tempo stanno adottando bus elettrici, sia per nuove linee sia per l’elettrificazione di quelle esistenti perché oggi esistono bus elettrici di grande capienza, con autonomia di 450 chilometri e sistemi di ricarica rapida, ma anche bus ad idrogeno, a linea guidata.
E’ evidente che lo stesso Comune di Padova non ha fiducia nei rapporti con Alstom visto che si propone di ottenere da Alstom progetti e disegni del tram per consentire la produzione in autonomia dei pezzi del mezzo al venir meno della produzione francese. Il Comune di Padova – prosegue Liliana Gori – dapprima vuole spendere centinaia di milioni per poi dover allestire, per assicurare il trasporto pubblico con questo tram obsoleto, una propria fabbrica per la produzione dei pezzi di ricambio del tram stesso, con costi astronomici non preventivati né finanziati o deliberati ed a carico dei cittadini padovani? Non v’è al mondo un progetto di fabbrica comunale per un tram cittadino.
Ad oggi non risultano impegni contrattuali di Alstom, in assenza dei quali si ritiene non sia né regolare né legittimo che il Comune di Padova richieda anticipi al Ministero, come ha fatto per importi che pare siano di circa 30 milioni, e continui – prosegue Gori – ad assumere impegni, ad affrontare spese, ad impegnarsi in contratti vari come quelli di progettazione, lavorazioni per spostamenti sottoservizi, espropri e così via.
L’esposto presentato alla Procura è molto dettagliato, sono allegati documenti ufficiali e riporta esattamente informazioni dettagliate che non possiamo ora rendere pubbliche per ovvi motivi. Riteniamo, inoltre, che non sia stato rispettato l’obbligo di motivare le ragioni che hanno comportato l’esclusione del ricorso alle aste pubbliche sui mezzi offerti dal mercato, considerando anche le centinaia di milioni di impegno economico. Ci rimettiamo, – conclude la presidente Gori – per quanto contenuto nell’esposto, alle indagini della Procura stessa.