Ritorna per il suo sesto anno con un doppio opening, il 3 e il 4 settembre, Trullo 227, la mostra di arte contemporanea a cura di Graziella Melania Geraci. La tematica di quest’anno fissa l’attenzione sull’attualità e coglie la voglia di registrare, attraverso l’arte, il fluire dei tempi e dei propri drammi proponendo le Emergenze quale filo conduttore delle opere ospitate.
Le riflessioni sul momento storico di Aurora Avvantaggiato, Giovanni Battimiello, Pietro De Scisciolo, Enzo Guaricci, Alessia Lastella, Cristiano Pallara, Pippo Patruno, Massimo Ruiu, Lino Sivilli, Raffaele Vitto ridefiniscono la visione della realtà e delle sue criticità ribadendone la percezione non assoluta ma di carattere personale.
Con Trullo 227_Emergenze l’arte contemporanea invade gli spazi interni del Trullo Nicolò a Martina Franca dal 3 al 7 settembre, mentre le installazioni rimarranno nella campagna circostante fino al 3 ottobre.
Novità è il prolungamento invernale ospitato da 1m2, spazio sperimentale di Martino Pezzolla, Giordano Santoro e Michele D’Amico, con sede a Martina Franca e a Locorotondo, con esposizioni sempre a cura di Graziella Melania Geraci di alcuni degli artisti invitati a Trullo 227_Emergenze.
L’edizione di quest’anno è dedicata a Grazia Terribile, pugliese precorritrice del concetto di AgriArt, che realizzò nell’agro di Gravina nel 1983 l’Intervento Omocromico e che verrà ricordata la sera del 3 settembre attraverso un video e la testimonianza della figlia Alba Nardone.
Domenica 4 settembre alle ore 18.30, nello scenario creato dalle foto di Enzo Ferrari, ci sarà il reading delle poesie di Antonio Bux e di Marina Pizzi lette da Barbara Gortan, curatrice della collana di poesia Calliròe, Edita.
L’evento ospita anche l’intenso racconto del viaggio del reporter di Alias de Il Manifesto, Vincenzo Mattei che, recatosi con un’associazione al confine con l’Ucraina per trarre in salvo donne e bambine, restituisce con un diario personale e visivo le testimonianze di angosce e paure dell’emergenza bellica.
Dalla scultura al video, dalla pittura alla fotografia, le opere in mostra suggeriscono riflessioni sul tema proposto con linguaggi privi di asprezza, le urgenze prendono delicate forme estetiche, si immergono nell’ambiente divenendone parte e si insinuano nei pensieri, pungolo costante all’azione.
Così l’opera di Giovanni Battimiello registra la velocità di liquefazione del ghiaccio, un tempo breve che, rivelando il motto di una lotta ambientalista, lancia l’allarme del cambiamento climatico. Le due enormi pile in marmo di Pietro De Scisciolo, inserite nel terreno, ricordano l’urgenza di una natura che va deteriorandosi e che necessita di essere rigenerata per ritrovare nuovo vigore. Mentre Lino Sivilli conserva le impronte degli ulivi secolari contrassegnate dalle coordinate del posto in cui si trova l’albero, elementi destinati ad una ipotetica banca dati per la conservazione di ciò che potrebbe essere cancellato, Alessia Lastella invita a porre un seme nelle sue delicate creazioni fitomorfe, custodi di una nuova nascita che avverrà in natura attraverso una migrazione in diversi tempi e in diversi luoghi.
Raffaele Vitto impreziosisce lo strumento di misurazione dell’acqua piovana trasformando in oro quella sete che disegna nella terra le cesure di un dolore sempre più pressante. Per Aurora Avvantaggiato la materia viva delle costruzioni locali diventa superficie su cui incidere l’abbandono dell’artificio umano, reperti contemporanei di una urbanizzazione violenta. Ed è anche la violenza o meglio la denuncia di come sia entrata nella quotidianità l’emergenza che Enzo Guaricci porta a tavola imbandendo con un’arma un pasto pietrificato nel tempo. Massimo Ruiu interseca la natura simbolica di un tappeto da preghiera con un albero che si pone al suo centro quale punto focale della ricerca spirituale della pace. Attraverso piccole scene di vita, frammenti di visioni che pongono domande interiori, Cristiano Pallara dipinge la necessità di liberarsi dai costrutti mentali e culturali imposti dalla famiglia e dalle regole di una società sempre meno attenta all’individualità. I collage di Pippo Patruno, che sembrano apparire improvvisi qua e là nel trullo, rimandano a racconti mai scritti, come copertine di libri dai titoli ipotetici che sfuggono alle classificazioni ma che sorgono dal materiale della memoria, dal bagaglio di un vissuto e di una cultura che urge preservare affinchè continui ad essere un paesaggio quotidiano.
L’apertura dell’evento si terrà il 3 settembre dalle ore 18.00 presso il Trullo Nicolò in via Ostuni 227 M, Martina Franca (TA) (digitare su google map Trullo Nicolò)