Nel 2021 in Italia sono stati consumati 19 ettari di suolo al giorno. Al di là delle maggiori aree metropolitane, le province della pianura Emiliano-Lombardo-Veneta presentano ancora una densità di consumo generalmente al di sopra della media nazionale. E’ quanto emerge dal Rapporto sul consumo di suolo realizzato dal Sistema Nazionale Protezione Ambientale e presentato oggi a Roma.
Nel Veneto il consumo di suolo tra il 2020 e il 2021 è aumentato di 683 ettari, per un totale pari all’11,9% del territorio regionale. Anche a causa della flessione demografica il suolo consumato pro-capite è aumentato a 448,13 m2/ab nel 2021. Il Veneto inoltre è la regione che in Italia ha la maggior superficie di edifici rispetto al numero di abitanti (147 m2/ab) secondo un modello di sviluppo diffuso tipico dell’espansione urbana regionale.
Anche se il consumo totale resta elevato, diversamente dalla tendenza nazionale, dal 2017 si registra nel Veneto un’inversione di tendenza con una progressiva diminuzione, da 1.138 ettari nel 2017 ai 683 ettari nel 2021, sia per il ripristino dei cantieri di grandi opere in particolare quelli della superstrada Pedemontana veneta sia per effetto dell’applicazione della Legge Regionale 14/2017 sul contenimento del consumo di suolo.
Per quanto riguarda i campi fotovoltaici la Regione vede circa 798 ettari occupati da pannelli. La maggior parte realizzati tra il 2005 e il 2013 quando erano presenti forti incentivi statali per la produzione di energia da fonti rinnovabili; negli ultimi anni la superficie occupata è rimasta stabile.
Nel contesto delineato dal rapporto il tema del riutilizzo e la compensazione entra fortemente nel percorso per la tutela e per la riduzione del consumo di suolo. Tra gli obiettivi della legge regionale veneta entrata in vigore nel 2017, vi è la riqualificazione urbana da conseguire parallelamente ed in stretto rapporto con le politiche di contenimento del consumo di suolo. Dall’entrata in vigore della legge sono stati assegnati contributi per complessivi 890.291 euro, per il finanziamento di circa 2.375.000 di euro di lavori inerenti 35 interventi di rinaturalizzazione del suolo per una superficie di circa 32.465 mq e un volume demolito pari a circa 83.300 mc. La Regione inoltre ha avviato monitoraggi specifici per la valutazione delle progettualità comunali nel campo della riqualificazione/rigenerazione urbana sia in funzione di eventuali bandi del PNRR a gestione regionale, sia in funzione delle strategie e delle azioni di sviluppo urbano sostenibile (SUS) proposte dal nuovo PRFESR.
Vanno segnalate anche alcune iniziative del mondo produttivo sul recupero dei capannoni non utilizzati o dismessi. Nel 2017 uno studio di Confartigianato Imprese Veneto, in collaborazione con IUAV e Regione del Veneto ha censito 11.000 capannoni dismessi (12% del totale). Altra iniziativa è Capannoni On/Off promossa da Assindustria Veneto-centro e realizzata in partnership con le Province e le Camere di Commercio di Padova e di Treviso e il Consorzio Bim Piave, per la mappatura e la ricerca delle aree ed edifici produttivi dismessi, da riqualificare e riutilizzare con l’identificazione dei dati catastali.
Il recupero è particolarmente importante perché rientra nel quadro generale delle priorità definite dal green deal europeo e dalla normativa dell’economia circolare che indica la riduzione del consumo di risorse quale presupposto per lo sviluppo sostenibile del territorio, così come approvato dalla Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (Veneto 2030).
Nel corso del convegno è stato assegnato da Ispra a Marano Valpolicella (VR) che ha realizzato un parco in una ex cava industriale il titolo di “Comune Risparmia suolo” del 2022 per la categoria comuni minori di 10.000 abitanti insieme a Como e Impruneta.
Vai al rapporto https://www.snpambiente.it/2022/07/26/consumo-di-suolo-dinamiche-territoriali-e-servizi-ecosistemici-edizione-2022/