Botellon: festa auto-organizzata nelle piazze dove incontrarsi, portando alcolici in quantità individualmente non controllabile quindi anche oltre il ragionevole consumo, per bere e consumare in compagnia bevande alcoliche e non alcoliche, fumando tabacco spesso con aggiunta di dubbie sostanze.
Il Botellon ha origini spagnole e il termine deriva da “botella” ovvero bottiglia: un raduno di migliaia di persone, anche fino a 10.000 come accaduto a Padova, in Prato della Valle, il 26 maggio 2011. Padova ha ospitato in Prato della Valle più raduni, salvo poche differenti dislocazioni che hanno riscontrato uno scarso risultato rispetto al 2011.
Un evento “importato” probabilmente da studenti universitari spagnoli o aderenti al programma di mobilità studentesca Erasmus e che ha sempre dato luogo a pesanti sbronze di giovani, minorenni compresi, coinvolgendo forze dell’ordine e soccorsi medici per eccessi di alcool e non solo. Una sorta di raduno il cui obiettivo non sembra più un passatempo alternativo in compagnia e nei limiti d’uso di sostanze legalmente riconosciute, ma una sorta di show in cui scattare selfie per dire “io c’ero”; un raduno che al contempo richiama, per ovvi motivi, spacciatori e abusivi venditori oltre male intenzionati il cui obiettivo è reclutare potenziali clienti.
In Spagna, nel 2006, è stato organizzato forse il più grande Botellon a Granada con circa 30.000 persone; a Barcellona è stato necessario ricorrere all’impiego delle forze dell’ordine con scontri inevitabili tra polizia e studenti alticci; Salamanca, dichiarata nel 1988 dall’UNESCO quale Patrimonio dell’umanità, ha subito la stessa sorte di Barcellona.
A Padova il raduno 2015 è promosso tramite Facebook, fissando la data al prossimo mercoledì 27 maggio in Prato della Valle: il sindaco Massimo Bitonci ha espressamente dichiarato le sue intenzioni a non concedere l’autorizzazione per una ubriacatura generale e selvaggia, per motivi di ordine e salute pubblica; in una intervista sul Mattino di Padova del 07 maggio 2015 (di Luca Preziusi), Bitonci dichiara con fermezza che “Segnaleremo alla polizia postale tutte le pagine Facebook e dei social utili a rintracciare gli organizzatori del Botellon, compresi i profili di chi condividerà l’evento”.
Il sindaco Bitonci non ha intenzione di vietare bensì di fare rispettare la legge e il regolamento comunale che non concede, come ben noto, la consumazione di bevande alcoliche fuori dai locali e oltre una determinata distanza dal plateatico. Un questione di rispetto delle regole e della cittadinanza che non può subire un costo per una iniziativa non autorizzata e priva di una logica equiparabile al puro divertimento senza eccessi oltre la misura.
Oggi il sindaco Bitonci, nel suo profilo Facebook, pubblica un pensiero cristallino: “Non e’ giusto che chi lavora paghi con le sue tasse un divertimento che non ha ne’ capo ne’ coda e mette a repentaglio la salute di centinaia di giovani e i monumenti della nostra citta’”; la pagina proponente il Bottellon ad oggi ha raggiunto circa 6.900 adesioni virtuali che, se confermate, faranno ricadere le spese ai padovani per le prevedibili e già accadute iniziative di vandalismo.
Il 29 settembre 2012, sempre a Padova, c’è stato il tentativo di organizzare un Botellon versione autunnale ma è stato un clamoroso flop che la collettività padovana ha comunque dovuto pagare: conto salato per impiego di mezzi, forze dell’ordine e militari provenienti da altre località e soggiornanti in albergo, impiego massiccio di vigili urbani e circa 3 mila euro spesi per bagni chimici. Il sindaco di allora, Flavio Zanonato, vietò la vendita di alcolici di qualsiasi gradazione in Prato della Valle, riconoscendo in una ordinanza che il raduno spontaneo denominato “Botellon” era un fenomeno ritenuto fonte di “…problematiche concretizzatesi nelle edizioni spontanee dell’evento già nel 2010, 2011 e giugno 2012…” (ordinanza del Comune di Padova del 24/09/2012, Reg. Ordinanze n. 29).
Oltre Padova, sono stati organizzati Botellon in altre città tra le quali Torino, Cagliari e Milano; un evento che sembra riconfermarsi anno per anno, lasciando le piazze in condizioni sudice e carenza di igiene.
Il 17 aprile 2015 a Macerata il Botellon ha lasciato in eredità alla città la mancanza di rispetto per l’ambiente e della Terrazza dei Popoli: un tappeto di vomito e bottiglie rotte, industriali quantità di urina, anche nelle vie limitrofe.
La movida intesa come momento di aggregazione e socializzazione, divertimento e svago accompagnati da aperitivo non è nociva, ma se lo scopo è vivere una serata in cui migliaia di giovani mirano al fascino della violazione del lecito per l’impeto della invidiata età o taluni mirano a probabili secondi fini ad oggi non noti, ebbene ciascuno faccia ricorso alla propria coscienza e prenda le responsabilità individuali del caso.
Un forma di trasgressione distruttiva nel fisico e non costruttiva per l’individuo, nuoce alla salute e allo svago.