Dopo il tutto esaurito degli eventi organizzati ad Halloween (300 biglietti esauriti nel giro di pochi giorni), il Museo di Geografia del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità dell’Università di Padova organizza per il periodo pasquale un nuovo evento rivolto alle famiglie con bambini dal titolo “I misteri di Rapa Nui”.
L’evento verrà proposto al Museo di Geografia – via del Santo 26 a Padova – nelle date di giovedì 14, venerdì 15 e martedì 19 aprile. Per ognuno di questi giorni sono previsti 10 turni di visita da 20 persone ciascuno, con partenza ogni 30 minuti, dalle ore 10.00 alle 12.00, e dalle 15.00 alle 17.00.
La durata complessiva delle attività è di 45 minuti. Il costo dell’ingresso è di € 5,00 per tutti i maggiori di 4 anni. La prenotazione è obbligatoria e si effettua online: https://musei.unipd.it/it/museo-geografia-rapa-nui
L’occasione è data da un anniversario importante connesso alla vita di una piccola comunità di polinesiani che più di mille anni fa, navigando su una flotta di canoe in legno, raggiunse un’isola vulcanica sperduta nell’oceano Pacifico meridionale, a ben 3.700 chilometri a Ovest del Sudamerica e 1.770 dall’isola più vicina. In quest’isola, chiamata Rapa Nui (letteralmente “la grande roccia”), si sviluppò successivamente una cultura architettonica e artistica peculiare, che ha raggiunto l’apice tra il X e il XVI secolo, quando sull’isola furono costruiti ed eretti circa 900 moai: blocchi di pietra di circa 14 tonnellate scolpiti a forma di teste e toraci. Quest’isola pare sia rimasta isolata dal resto del mondo fino al 5 aprile del 1722, quando il navigatore ed esploratore olandese Jakob Roggeveen, vi sbarcò con il suo equipaggio. Era il giorno di Pasqua e così Rapa Nui venne ribattezzata “Isola di Pasqua”.
«L’esperienza che proponiamo in occasione del trecentesimo anniversario della scoperta dell’isola da parte degli europei, – racconta Giovanni Donadelli, curatore del Museo di Geografia – mira a far scoprire attraverso attività giocose e coinvolgenti la geografia e la storia di questa straordinaria isola cilena, tutt’oggi avvolta nel mistero. I visitatori – continua Donadelli – saranno accolti da un discendente del pirata Edward Davis (colui che pare avvistò per primo l’isola nel 1687, senza sbarcarvi) e poi accompagnati ad avventurarsi in un dinamico percorso di visita e di gioco organizzato in tre tappe ispirate alle parole chiave del museo: esplora, misura e racconta».
«L’iniziativa – aggiunge Giada Peterle, responsabile scientifica del Museo di Geografia – si inserisce all’interno della cornice più ampia delle proposte del Museo rivolte alla cittadinanza, pensate per promuovere la riscoperta di un sapere, quello geografico, capace di arricchire attraverso il contributo congiunto delle scienze sociali e naturali sia i nostri sguardi sul quotidiano, a scala locale, sia la comprensione dei fenomeni complessi, a scala globale. Per noi, accogliere le famiglie significa coinvolgere in un percorso di riscoperta della geografia un pubblico transgenerazionale, promuovendo un continuo scambio tra Università e città».