Per celebrare gli 800 anni dell’Università di Padova e ripercorrerne la sua storia dalle origini a oggi, da sabato 12 marzo e fino al 17 dicembre, il Dipartimento dei Beni culturali: archeologia, storia dell’arte, del cinema e della musica dell’Ateneo presenta un palinsesto di eventi – seminari/conferenze/visite guidate/spettacoli teatrali – che spiega le connessioni tra vita accademica e la città.
«Un primo segmento di iniziative sarà dedicato in marzo alla città antica e pre-universitaria, per riflettere sulle ragioni della nascita dell’istituzione nel contesto padovano. Obiettivo del percorso di disvelamento delle opere e dei luoghi, associabili a donne e uomini attivi nei diversi secoli di vita della struttura universitaria, è quello di valorizzare il patrimonio culturale, tenendo conto di livelli di fruizione diversi (studenti/cittadini/turisti), reindirizzando, tra l’altro, il flusso dei visitatori verso sedi poco note o perlomeno poco visitate. Aprire questi luoghi – dice Jacopo Bonetto, Direttore del DBC – significa infatti rispondere alla vocazione inclusiva e libera dell’università, “cuore” e “anima” della città. Il programma è stato costruito dai docenti e ricercatori del dipartimento con l’impegno non solo di “aprire” alla città, ma di permettere anche alla città di entrare nelle nostre ricerche, nelle nostre attività didattiche e di divulgazione».
Partendo, a marzo, dal “Secolo zero” che narra la Padova delle origini con la nascita e lo sviluppo del centro urbano fino all’età romana saranno gli oggetti del Museo Archeologico a raccontare quelle radici testimoniate anche dal Ponte San Lorenzo e dalle monete del museo Bottacin. Poi di mese in mese gli appuntamenti in programma marcheranno gli snodi storici della storia della città. Il Duecento, in aprile, sarà letto attraverso visite guidate e conferenze sui Palazzi del Consiglio, Università, Comune e una immersione nella Padova medievale. Il Trecento, a maggio, con approfondimenti sui codici miniati, spiegazione del ciclo degli affreschi di Guariento e Giotto. Il Quattrocento, in giugno, partendo dal fiorire delle arti a Padova, con Mantegna agli Eremitani, Donatello al Santo, l’importanza del complesso di Santa Giustina, la nascita dell’ospedale e l’impianto urbanistico di Piazza «della Signoria». Il Cinquecento, nel mese di luglio, sarà testimoniato da Tiziano, Palladio, dalla Scoletta e Arca del Santo, dalla Loggia e Odeo di Alvise Cornaro, dalla Sala dei Giganti e, non ultima, dalla collezione di Marco Mantova Benavides al Museo di scienze archeologiche e d’arte del Palazzo Liviano. Il Seicento, a settembre, partendo dalla città di Padova vista dal viaggiatore inglese Thomas Coryat, ma anche con i pittori veneti e foresti o gli ambienti della Sala delle Edicole e di Palazzo Cavalli. Il Settecento, in ottobre, con i Tiepolo dei Musei Eremitani e Antoniano, della Chiesa di San Massimo e San Nicolò, o attraverso il modernissimo Prato della Valle. L’Ottocento, a novembre, vedrà al suo centro di attenzione i personaggi della cultura che resero celebre il caffè Pedrocchi di Jappelli, ma anche l’Egitto di Belzoni e la collezione del Museo Archeologico agli Eremitani. Infine il Novecento, a dicembre, di Carlo Anti e Gio Ponti, del Gruppo N e della scuola di psicologia padovana, dell’architettura del secondo Novecento o dei luoghi del Liviano, Piazza Capitaniato e Palazzo del Bo amati dai registi.
Un programma vasto, realizzato dal Dipartimento di Beni culturali dell’Università di Padova, alla cui costruzione hanno partecipato tantissimi docenti e ricercatori coordinati da Jacopo Bonetto, Elena Svalduz, Michele Cupitò, Caterina Previato, Valentina Cantone, Alejandra Chavarria, Giovanna Valenzano, Cristina Guarnieri, Alessandra Pattanaro, Barbara Savy, Paola Dessì, Vittoria Romani, Giuliana Tomasella, Francesco Scalora, Andrea Tomezzoli, Giovanni Bianchi, Paola Zanovello, Guido Bartorelli e Marta Nezzo.
Nell’ottica di ripartire coralmente dopo due anni di contingentamento forzato delle attività, il Dipartimento di Beni culturali ha volutamente privilegiato compagnie teatrali e interpreti operanti sul territorio che accompagneranno, secolo per secolo, con spettacoli serali le manifestazioni in programma. Tra questi: Andrea Pennacchi, Giorgio Gobbo e Sergio Marchesini, Silvia Gorgi e Vittorio Attene con Associazione Sugarpulp, Compagnia Carichi Sospesi, Stefano Eros Macchi e Marta Bettuolo del Teatro de Linutile, Concentus Musicus Patavinus, Associazione Bel Teatro con Bruno Lovadina, Tam Teatrodanza.