Avrei potuto o non voluto scrivere della riconferma di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica Italiana. Non interessa qui discutere sulla opportunità della sua riconferma, Mattarella è una persona stimata e di indiscutibile affidabilità e certezza per i rapporti con l’Europa ed i mercati esteri. Non mi interessa ragionare di Covid o No Vax. Mi interessa l’economia italiana, gli italiani e la triste condotta politica che rischia di delegittimare il senso civico e politico degli elettori.
Cosa è accaduto in questi irrequieti giorni? Di tutto.
Gli italiani perdono sempre più lo stimolo di partecipare al voto, è ovvio e non credo che il teatro politico sia del tutto meritevole del palcoscenico a loro donato elettoralmente; rari casi a parte. Si è giunti a quanto era agevolmente prevedibile: nel centrodestra la rottura di Giorgia Meloni, una prossima resa dei conti all’interno della Lega e un prossimo fuggi fuggi dal centro oltre la supplica a sinistra per non urtare Renzi.
Previsioni a breve? Un rafforzamento di Fratelli d’Italia con un possibile superamento del 25%, PD e Forza Italia in fase di manutenzione spinosa delle loro percentuali, Matteo Renzi dovrà valutare al meglio se essere carne o pesce. La prossima affluenza elettorale sarà anche per senso di protesta a favore di Fratelli d’Italia, partito che mai ha decelerato il perseguimento dei propri obiettivi o tradito la parola data; oppure è prevedibile una diminuzione sostanziale dell’affluenza per maggiore sfiducia degli “affezionati di colore” poiché “zuppa e pan bagnato” non sempre sono un successo culinario: pochi possono sedersi a tavola e il banchetto delle poltrone è sempre più ristretto. Non c’è via di mezzo. Nel frattempo è scoppiata la granata Giorgetti e la Lega sembra avere cozzato contro un solido muro di cemento armato, dall’altra barricata Casini ha evitato ulteriori “casini”.
Il una settimana sono stati inceneriti una decina di nominativi, mentre alcuni hanno votato nomi di fantasia o di personaggi (compreso Rocco Siffredi) quasi a mò di sfottò: un teatrino orribile in cui alcuni parlamentari del popolo italiano hanno sbeffeggiato quest’ultimo che economicamente e sanitariamente arranca. Un comportamento irrispettoso che non gradisco, che interpreto come un volgare senso del dovere e sfregio verso il rispetto dovuto a tutti gli italiani.
L’Italia è governata da uno strambo agglomerato politico che incolla con incertezza poche centinaia di eletti che non riescono a discutere democraticamente. Un personaggio, uomo o donna, super partes? Non mi risultano esseri umani politicamente super partes, ciascuno di noi ha pur sempre un minimo di simpatia; non accettare a priori nominativi proposti da partiti differenti è un atteggiamento anti-partigiano. I candidati, da sinistra a destra, devono sempre essere discussi seriamente e devono farsi collegialmente valutazioni opportune e di dignità oltre che competenza ma mai rifiutare a priori: una simile condotta potrebbe apparire un veto alla libertà di espressione altrui ovvero una “censura” di buona parte della volontà dei cittadini. Ma sappiamo da tempo che la partecipazione è un epiteto che ben riempie la bocca ma svuota il resto.
Una donna Presidente? Non ho notato sforzi e trattative politiche al di sopra di ogni sospetto, non ho notato sufficiente riguardo alla Presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati, non ho notato un impegno significativo verso altre proposte di donne che sembravano nuvolosamente defilate. Probabilmente la proposta della Casellati è stato un passo falso o erroneamente anticipato sebbene ardua la proposta. Un gioco comunicativo e comportamenti di taluni leader che Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele, ha definito: “Questi sono ragazzini”.
Il Quirinale non ha un nuovo locatario, Mattarella ha accettato “per senso di responsabilità”. Il fallimento della politica di governo e dei partiti ha reso il suo futuro presidenziale una fotocopia dell’immediato passato. 759 voti per dichiarare che la politica ed i partiti hanno perso. Giorgia Meloni è inviperita: “Il centrodestra va rifondato dall’inizio” ed aggiunge “barattare i sette anni della presidenza della Repubblica per sette mesi di stipendio e di mandato parlamentare” e “… nell’ultima riunione di centrodestra di ieri, tutti erano concordi sul no alla riconferma di Mattarella. Ci abbiamo anche scherzato. Oggi scopro che le posizioni di tutti gli altri sono cambiate, la mia no. Gli italiani giudicheranno. Ho tenuto la stessa posizione dall’inizio alla fine”. Se sono scintille, s’illumineranno nel brevissimo periodo. Le rese dei conti sono ormai scontate ma senza coraggio e coscienza di molti è difficile che lo scenario politico-nazionale possa cambiare.
Il Paese non è unito, sono sconfitti i vertici delle coalizioni, avanzano i rincari delle bollette, commercianti e artigiani sono sull’orlo della chiusura con inevitabili licenziamenti. Ma quelle poche centinaia di “eletti” non trovano un accordo per un solo nome, ciò che appare agli occhi degli italiani è che nulla sia cambiato. Mattarella era probabilmente l’obiettivo occulto della sinistra che mai mi è sembrata convinta sui suoi candidati; il Movimento 5 Stelle è sbriciolato e come uno spezzatino attrae i sui leader per rodere un pezzetto di carne dall’osso avanzato. Per i pentastellati occorre un patto con gli italiani: ne hanno fatti tanti, non si notano scatolette di tonno aperte; Conte si spinge oltre dichiarando che sono pronti a rinnovare il loro impegno ed è ai ferri corti con Di Maio. L’alleato dei forzisti Roberto Speranza, di LeU, ribadisce che “dobbiamo metterci subito al lavoro. Io penso che non sia il tempo di formule politiche incomprensibili” mentre Antonio Tajani fa sapere che “il Governo è stabile”. Enrico Letta, segretario dei Dem non si sbilancia e non accenna ad una delucidazione netta poiché “il Governo va bene così”: nessun rimpasto sperato? Letta si limita a dire che “… è nelle prerogative del Presidente del Consiglio immaginare qualsiasi forma di cambiamento”. Draghi al Presidente Mattarella “La tua riconferma fa bene al Paese, rafforza il mio governo”. Un volemose bene che non sembra molto apprezzato mentre le imprese e le famiglie attendono segnali rassicuranti.
La crisi politica sembra artificiosamente e temporaneamente evitata ma quella economica e della sopravvivenza aumenta. Il gasolio per auto trazione è aumentato ed i trasportatori vedono in fumo i loro minimi guadagni, il turismo termale è vicino al punto di non ritorno, le fabbriche riducono la produzione in orario di punta per il ciclopico aumento dell’energia elettrica e del gas, i maestri veneziani del vetro rischiano di chiudere e liquefare la storia artigiana secolare. E non solo. Brunetta estende segnali tranquillizzanti, dichiarando che viviamo in pieno boom economico con il Pil al 6,5% nel 2021: se la matematica non è una opinione, spesso la politica lo è oltremodo.
La politica ha perso, il Parlamento è stato all’altezza? Una certezza per tutti: parte il 72° Festival di Sanremo.