L’origine del termine e tipo di cottura risale ad oltre 500 anni fa, vantato da spagnoli e francesi; l’origine della “grigliata” risale, quindi, all’epoca dell’esplorazione del Nuovo Mondo.
Gli spagnoli trassero spunto dalla tribù caraibica dei Taino che cuocevano le carni sospese sopra le braci e una griglia, per una cottura lenta, onde evitare il contatto con animali; il fumo sembrava utile per tenere lontano gli insetti. I Taino chiamavano la griglia “barbacoa”.
I francesi, anch’essi approdando al Nuovo Mondo, banchettarono con altra tribù locale assaporando una intera capra cotta alla griglia dagli indigeni e gustandola dalla “barba alla coda” o com’essi dissero “de la barbe a la queue“.
Non importa l’accento posto sulla vocale iniziale o finale di barbeque: oggi risulta essere una della più amate cotture all’aperto: in giardino, al parco ed in compagnia di amici e parenti; una sorta di rito che anticipa il buon mangiare sociale.
Il BBQ è utilizzato amatorialmente o professionalmente, alle sagre di paese o nei ristoranti chic, per cuocere cibi e verdure oltre il pesce. Una griglia& brace e una tecnica che ciascuno affina nel tempo utilizzando proprie spezie per insaporire le carni in base al proprio gusto o localizzazione geografica.
Un sano cucinare basato da rudimentali e naturali strumenti che accompagnano nei secoli tradizioni e forme di socializzazione: griglia, legna o carbonella e fuoco; null’altro. Una pratica che neutralizza i sessi: un’arte che richiama al suo cospetto sia la donna sia l’uomo; non più la cucina quale luogo indiscusso e predominante del “gentil sesso” bensì un accomunamento del pre-pasto caratterizzato da ambiente amico dove il vero protagonista è in BBQ, nessun’altro.
Al fianco del successo non v’è business che non s’affianchi: il BBQ tradizionale con griglia e brace è sconsigliato in ambienti ventosi e naturalmente se esposto a pioggia o intemperie. Nacque così l’idea di un BBQ da utilizzare sfidando intemperie e vento, un’idea tanto semplice quanto di successo: un BBQ sferico, simile ad una mela, ideato nel 1952 nei giardini di Chicago, che innescò la mania della cottura “protetta” da coperchio anche nelle terrazze e nei giardini senza tettoia: Weber, la svolta della cottura all’aria aperta che in pochi anni ha conquistato gli Stati Uniti diventando un orgoglio nazionale. Una idea e marchio nati osservando una boa marina, durante una gita in barca: tanto bastò per far scattare l’idea all’assemblatore di piastre di acciaio George Stephen.
Dal BBQ classico e naturale strutturato da una griglia sospesa sulla brace e esposta al clima al BBQ semovente e metallico o in alluminio dalle forme e design di varia fattura e materiale con copertura sofisticata o artigianale.
Comunque sia, il BBQ è ancora oggi il sovrano cuoco di stagione.