Calisto Tanzi è morto a 83 anni, imprenditore e fondatore della Parmalat, poi coinvolto nel crac del 2003 e vari processi a seguire. Un impero costruito a Collecchio, nella provincia parmense, e poi crollato per le note vicissitudini giuridiche. Nel 1984 venne nominato cavaliere del lavoro, successivamente “declassato” dal Presidente Giorgio Napolitano.
Come imprenditore a 22 anni di età, nel 1961, rilevò l’azienda famigliare dal nonno e costruì una azienda internazionale con circa 130 stabilimenti nel mondo. Investì nei prodotti alimentari, concentrando l’attività nel il latte a lunga conservazione, ma anche verso le merendine, lo yogurt e le conserve. Investì molto anche nel calcio e allargò gli orizzonti alla Tv ed al turismo: Parma Calcio fino alla Serie A e otto trofei, Odeon Tv e Parmatour.
Oggi il Parma Calcio 1013, nel sito web ufficiale della squadra di calcio, porge ufficialmente “le più sentite condoglianze alla famiglia Tanzi, per la scomparsa di Calisto. Con lui i gialloblù hanno conquistato i trofei nazionali e internazionali della storia del Club (3 Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, 2 Coppe Uefa, una Supercoppa Europea e una Supercoppa Italiana).” Un comprensibile riconoscimento all’impegno sportivo che Tanzi profuse per la città e non solo, un riconoscimento ad un patron calcistico ed ai risultati che il Parma raggiunse durante la sua presidenza.
In dieci anni, dal 1973 al 1983, il fatturato balzò da 20 a circa 550 miliardi di lire.
Negli anni novanta la Parmalat diventò, secondo la definizione degli inquirenti, è diventata così “la più grande fabbrica di debiti della storia del capitalismo europeo”. Una serie di corposi investimenti e il ricorso al credito nonché alcuni impegni obbligazionari hanno, in vari casi, coinvolsero negativamente migliaia di piccoli risparmiatori.
Alla fine degli anni novanta ed inizio millennio Tanzi iniziò ad acquisire aziende con impegni economici ed indebitamento elevato, come ad esempio l’acquisto di Eurolat per 700 miliardi di lire oltre le acque minerali da Giuseppe Ciarrapico sebbene entrambe le aziende fossero fortemente indebitate con la Banca di Roma. Debiti per pagare altri debiti.
Il 27 dicembre 2003 Calisto Tanzi, non potendo fare fronte al bond in scadenza di 150 milioni di euro, viene arrestato. Esattamente dopo sette anni dall’arresto, Tanzi viene condannato a 18 anni di reclusione per un crac da 14 miliardi di euro, seguirono i domiciliari.