Sabato 25 aprile la terra ha tremendamente scosso il Nepal e inginocchiato la città di Kathmandu danneggiano e quasi distruggendo monumenti di inestimabile valore: come riportato dall’Ansa il giorno seguente il terremoto: “[…] Il governo ha preparato un primo elenco dei gravi danni ai monumenti che formano parte della storia stessa del Nepal. Si tratta della torre Dharhahara (Bhimsen Stambha) di nove piani e 62 metri, completamente distrutta e di quattro monumenti storici sulla Basantpur Durbar Square di Kathmandu, fra cui il Kasthmandap temple. Inoltre è venuto giù il Gorkha Palace di Kathmandu, una parte (Guhyeshwari Gajur) del Pashupatinath Temple, il Jaisi Dewal nel Kohiti Tole della Durbar Square di Kathmandu, i templi Hari Shankar e Uma Shankar della Durbar Square di Patan ed infine il Kalmochan Temple di Thapathali nella Valle di Kathmandu […]” (tratto da ansa.it del 26/04/2015).
Tutt’oggi le autorità nepalesi non sono riuscite ad organizzare soccorsi coordinati ed efficaci per motivi di grande disagio strutturale e organizzativo dovuto al terremoto: decine di migliaia gli sfollati che preferiscono non rientrare nelle loro case e accampati come possono in tendopoli di fortuna.
Il bilancio provvisorio conta oltre 4000 morti (di cui tre italiani) sebbene il numero sia destinato ad aumentare esponenzialmente, almeno 7000 feriti e circa 2 milioni di minori che hanno bisogno di aiuto medico e alimentare.
Il terremoto ha provocato alcune valanghe sul monte Everest, spazzando via alcuni campi base intrappolando guide nepalesi: alle ore 16:55 risultano morti due trentini, Renzo Benedetti e Marco Pojer, impegnati in trekking a circa 3500 metri di quota e travolti da una frana nella Rolwaling Valley, oltre gli speleologi Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli; altri 2 italiani risultano al momento dispersi. Sul monte Everest, lato nepalese a circa 5.000 metri, è presente il laboratorio “Piramide” dell’associazione Ev-K2-Cnr. Al momento risultano bloccati 200 alpinisti sull’Everest, in attesa di primo soccorso: alcune decine di scalatori specializzati sono impegnati per raggiungere le zone colpite e prestare i primi soccorsi.
Altra scossa di magnitudo 5.1 pochi minuti fa: i soccorsi sono sempre più difficili e si prevede un rischio epidemie qualora i soccorsi non riescano ad organizzarsi nonostante la immaginabile difficoltà rispetto altre situazioni di emergenza, certamente non di simile portata.
Il Nepal risulta il paese più colpito dal sisma che ha provocato decine di vittime anche in Cina, Tibet e India.