E’ record storico per il Made in Italy agroalimentare all’estero con le esportazioni che superano per la prima volta i 40 miliardi di euro nel 2017 per effetto di una crescita del 7%. E’ quanto stima la Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi a commercio estero neri primi nove mesi.
Quasi i due terzi delle esportazioni agroalimentare interessano i Paesi dell’Unione Europea, ma gli Stati Uniti, sottolinea la Coldiretti, sono di gran lunga il principale mercato dell’italian food fuori dai confini dall’Unione e il terzo in termini generali dopo Germania e Francia e prima della Gran Bretagna. Se in Germania le esportazioni alimentari sono rimaste praticamente stabili in Francia si è verificato un balzo dell’8,2% mentre in Gran Bretagna si è registrato un +2,5% e negli Stati Uniti la crescita è del 6,8%. Un vero boom del 18,4% si registra in Cina dove ci sono ancora grandi opportunità di crescita per il Made in Italy a tavola e in Russia con +31,3% ma – continua la Coldiretti – le esportazioni restano fortemente limitate dall’embargo che ha colpito ad una lista di prodotti, frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da tutta l’Unione Europea.
Secondo la Coldiretti, a spingere la crescita sono i prodotti base della dieta mediterranea a partire dal vino che è il prodotto italiano piu’ esportato e fa segnare un aumento dell’8%, seguito dall’ortofrutta che registra un incremento del 4% ma ottime performance anche per i formaggi con un incremento del 9% in valore. Mai così tanto formaggio italiano è stato consumato all’estero come nel 2017 durante il quale per la prima volta nel 2017 saranno superati i 400 milioni di chili. La dimostrazione piu’ eclatante del successo è il fatto che i francesi sono diventati i principali consumatori di formaggi Made in Italy con le esportazioni che sono praticamente raddoppiate (+94%) in quantità nel decennio nel Paese piu’ nazionalista del mondo togliendo spazio sugli scaffali d’Oltralpe a Camembert, Brie, Roquefort e alle altre specialità locali che, come ricordava Charles De Gaulle, sono i prodotti piu’ rappresentativi del Paese.
L’andamento sui mercati internazionali potrebbe ulteriormente migliorare con una piu’ efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale che fattura oltre 60 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale.
La Coldiretti sottolinea che in testa alla classifica dei prodotti più taroccati ci sono i formaggi a denominazione di origine Dop a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano, ma anche il Provolone, il Gorgonzola, il Pecorino Romano, l’Asiago o la Fontina. Poi ci sono i salumi più prestigiosi dal Parma al San Daniele che spesso “clonati”, ma anche gli extravergini di oliva e le conserve.