“Le trame di Giorgione” (Castelfranco Veneto, Casa del Giorgione, dal 27 ottobre 2017 al 4 marzo 2018) si arricchisce di un altro straordinario capolavoro: il “Ritratto di messer Zuan Paulo da Ponte” di Tiziano.
A concederlo all’esposizione castellana è l’antiquario veneziano Pietro Scarpa, che ha avuto il merito di acquisire l’opera, finita sul mercato americano, riportarla in Italia e farla restaurare.
Il ritratto è ampiamente documentato, grazie anche all’abitudine di messer da Ponte di annotare, giorno dopo giorno, tutto quello che faceva. Così dai precisissimi “Memoriali” di messer Zuan Paulo si sa che egli commissionò a Tiziano il dipinto l’8 marzo 1534 e il dovuto venne il 22 dicembre dello stesso anno. Tiziano venne contemporaneamente impegnato anche per il ritratto di Giulia, la splendida figlia del committente.
L’opera, ammirata anche dal Vasari, seguì il suo proprietario quando egli si trasferì a Spilimbergo, in Friuli.
Col tempo, le collezioni di famiglia, annota Gentili, furono immesse nel mercato, ma il contatto tra il da Ponte e Tiziano venne dimenticato fin quando il dipinto fu ritrovato, identificato e pubblicato dal Suida.
Passato in America e dimenticato, il ritratto rimase per una settantina d’anni nel caveau di una banca californiana, dove fu riscoperto e riportato in Italia da Pietro Scarpa. Durante il restauro, dietro la tela originale è apparso il nome del committente: ZAN PAVLO DA PONTE / SPILINBERGO.
“Questo capolavoro”, sottolinea la curatrice della Mostra Danila Dal Pos, “lo abbiamo voluto a -Le trame di Giorgione- non solo perché di Tiziano, non solo perché opera straordinaria, ma perché interpreta alla perfezione il tema della mostra, ovvero l’importanza dei tessuti nell’immagine che i personaggi ritratti vogliono tramandare di se stessi”.
Nella scheda per il catalogo, Gentili porta l’attenzione sullo ”sguardo compiaciuto e un tantino febbrile di quest’uomo … sul suo abbigliamento ricchissimo ed elegantissimo ma lievemente fuori moda, lievemente eccentrico, con l’ampio collo di lince sul giubbone di velluto nero sforbiciato; sulla superba nonchalance della mano guantata che lascia trasparire l’unghia del pollice e surclassa, come spesso accade nel nostro pittore, la rigida mano scoperta. Sulla verità, soprattutto, del volume ben rilegato e ordinatamente chiuso dalla sua ‘cordella’: un libro importante della sua biblioteca o, piuttosto, uno dei preziosi “memoriali”? Un ostentato segnale di cultura o, piuttosto, il tracciato puntiglioso della memoria, la cronaca familiare che impone all’immagine le ragioni della storia?”.
Danila Dal Pos ha annunciato l’inserimento in mostra di un’opera che sicuramente farà discutere.
“È patrimonio di una importante collezione veneziana – annuncia la curatrice – ed è rientrata in Italia dopo essere stata in collezioni francesi e americane. Pur presente e citata in vari vecchi cataloghi e monografie su Giorgione, pochi hanno avuto modo di ammirarla in una mostra”.
“Sono convinta che questa mostra possa offrire – sottolinea la curatrice – l’occasione ideale per un confronto tra esperti di Giorgione e dell’arte veneta del primo Cinquecento, per giungere ad un serio approfondimento su questo dipinto che la tradizione attribuisce al Maestro di Castelfranco”.
Si tratta di un prezioso, piccolo olio (cm. 26,5 x 21,4) su cui, da tempo, gli studiosi si interrogano.
Il quesito riguarda naturalmente la reale paternità del “Ritratto di giovane”, soggetto della tavoletta. Giorgione? Un artista della sua cerchia, Tiziano? Nessuno di questi?
Per la mostra castellana, Augusto Gentili, che di Giorgione è uno dei maggiori studiosi, ha esaminato quest’opera, riservandole un particolare e curioso saggio in catalogo: potrebbe trattarsi di un lavoro giovanile di Giorgione, diremmo oggi di un Giorgione ancora alla ricerca della sua strada.
Andando a ritroso nella storia di questo prezioso dipinto, Gentili risale agli anni’ 30 del secolo scorso, quando il “Ritratto” era presente in una importante collezione privata parigina. Già allora gli esperti si interrogavano su chi ne fosse l’autore e il nome di Giorgione venne più volte avanzato.
Retrocesso a prodotto “di cerchia” nelle monografie giorgionesche di Richter (1937) e Morassi (1942), il ritratto è infine esposto a Venezia alla mostra “Giorgione e i giorgioneschi” nel 1955.
In catalogo, il curatore Zampetti ricorda i precedenti, pubblica una riproduzione, peraltro assai poco leggibile, dopo “il recente restauro” (affermando che questo “ha molto avvantaggiato la possibilità di riconoscere le buone qualità del dipinto”) e informa che la tavoletta è ormai in collezione privata a New York. Il tutto senza sbilanciarsi nel giudizio e nell’attribuzione.
“Quel che viene dopo – sottolinea Gentili – è ripetizione del già detto o già scritto, o memoria della mostra veneziana: anche perché a questo punto il Ritratto si eclissa per quasi mezzo secolo prima di ricomparire a sorpresa in laguna.
Gentili si spinge ad affermare che “l’incerto e spaurito ritratto potrebbe essere di Giorgione sui primissimi anni del Cinquecento: del Giorgione sperimentale, inventivo e innovativo di testa, ma ancora incerto e spaurito di mano, che qualsiasi catalogo dei possibili esordi accredita di una decina di opere drammaticamente diverse l’una dall’altra, e nessuna sicura più dell’altra”.
Si tratterebbe dunque dell’opera di un giovane Giorgione, teso a sperimentare e risperimentare per trovare la sua cifra stilistica: siamo probabilmente di fronte al punto di partenza di un percorso che avrà come traguardo il “Ritratto Giustinian” di Berlino.
“Certezze assolute non ce ne sono ancora – spiega Danila Dal Pos – ma quest’opera si colloca a livelli molto alti e poterla finalmente ammirare da vicino, come si potrà fare in Casa di Giorgione, è un’occasione da non perdere”.
“Le trame di Giorgione” sarà la prima grande esposizione in Italia ad essere affidata, per la gestione di tutta una serie di servizi fondamentali, ai ragazzi delle scuole.
Non studenti universitari ma ragazzi, anche molto giovani, delle superiori e coinvolti nel progetto “Millenials”; ragazzi che accoglieranno i visitatori e li accompagneranno nella visita alla mostra, con competenza e garbo.
“Le trame di Giorgione” allineerà una sequenza mozzafiato di capolavori dei grandi maestri veneti tra Cinquecento e Settecento, intorno al tema del ritratto ed in particolare sugli abiti con cui i personaggi ritratti hanno scelto di farsi immortalare dai grandi maestri. In parallelo, saranno in mostra anche esempi originali dei medesimi abiti. La mostra, promossa congiuntamente dal Comune di Castelfranco e dal Ministero per i Beni Culturali, si avvale di prestigiosissimi prestiti di numerosi musei italiani.
“Quella che aprirà i battenti il 27 ottobre – ha anticipato il Sindaco Stefano Marcon – non è solo una grande, importante mostra d’arte, ma qualcosa di più e di diverso: un progetto “corale”, che vuole coinvolgere i principali protagonisti di una comunità, facendo nascere e crescere idee e contaminazioni tra cultura, industria, educazione ed economia. Lo vogliamo pensare come il ‘seme’ di un nuovo modo di concepire le operazioni culturali, secondo un modello inclusivo, che ha l’obiettivo di creare valore in modo diffuso e duraturo”.
“Il coinvolgimento dei Millennials è una parte importante di questo progetto”, sottolinea Danila Dal Pos. 105 sono i ragazzi selezionati per condurre i visitatori nei luoghi di Giorgione. Tutti studenti di scuole castellane e del territorio, ad indirizzo umanistico, che con “Le trame di Giorgione”, testeranno per la prima volta, attraverso l’Alternanza Scuola-Lavoro, non solo la solidità della loro preparazione storico-artistica, ma anche le loro doti organizzative e relazionali e la capacità di essere credibili ed autorevoli con i loro pari: le scolaresche in visita alla mostra.
110 sono i “Millennials” coinvolti nel Concorso di Idee per la Valorizzazione e la Promozione dei Beni Culturali del Territorio di Castelfranco Veneto e Asolo, realizzato in collaborazione e con il finanziamento del Rotary Club di Castelfranco-Asolo, che mira a produrre un messaggio di promozione della città di Giorgione sui Social Media, e che contribuirà a promuovere la Mostra.
Sono ragazzi formati sui principali Beni Culturali del territorio, ma anche su come si lavora in equipe, sul come si selezionano i materiali foto e video, su come si conduca un’operazione di marketing e poi di web marketing.
Per informazioni
Museo Casa Giorgione– Piazza San Liberale – 31033 Castelfranco Veneto (Tv)
Tel. 0423 735626 – e-mail: museo@comune.castelfranco-veneto.tv.it – www.museocasagiorgione.it
http://www.museocasagiorgione.it
http://www.letramedigiorgione.it