Il fenomeno dell’immigrazione irregolare colpisce sempre più frazioni nel Veneto con affluenza costante presso Hub numericamente colmi e al limite dell’umana accoglienza. I sindaci lamentano insufficienti strumenti per fronteggiare l’emergenza locale, i cittadini percepiscono un forte senso di insicurezza e, in altri casi, la sicurezza è stata violata da sommosse di immigrati per ottenere maggiori diritti o un lavoro.
Nonostante lo sfoltimento di presenze, nella ex base militare di Conetta (frazione veneziana di Cona) su circa 190 residenti sono accolti mediamente un migliaio di profughi, liberi di entrare ed uscire dall’Hub. Durante la usuale gestione di una cooperativa si sono verificati casi di rivolte e, a Conetta, il decesso della 25enne Sandrine, originaria della Costa d’Avorio, trovata morta il 2 gennaio in un bagno dal suo compagno e assistita dopo l’arrivo di una ambulanza alcune ore dopo l’allarme, come testimoniato dai richiedenti asilo. Seguì per alcune ore una pericolosa protesta interna e 25 operatori furono tenuti in ostaggio fino alle 2 di notte, conclusa con la mediazione delle forze dell’ordine.
La tensione sale quotidianamente, non solo tra ospiti e residenti, ma anche tra ospiti e nuovi arrivi: la mattina del 30 giugno una trentina di profughi ivoriani si sono ribellati preventivamente contro gli annunciati nuovi arrivi nell’altro vicino centro di accoglienza di Cona. Situazioni esplosive, sempre più difficili da gestire, spesso denunciate da molti altri sindaci come situazioni ormai insostenibili e inaccettabili.
Il Coordinamento regionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, assieme ai militanti e dirigenti delle Province di Padova e di Venezia, ha organizzato per sabato 8 luglio dalle ore 10.00 una manifestazione in piazza Dante Alighieri a Conetta, per ribadire con determinazione che il centro di accoglienza di Conetta deve essere chiuso immediatamente.
iROGPRESS ha intervistato direttamente il Dott. Gianluca Piva, sindaco di Agna.
Sindaco Piva, può spiegare esattamente il problema dell’Hub di Conetta e le preoccupazioni della cittadinanza?
“Il problema del nostro territorio è sotto gli occhi di tutti, ma forse il Governo è ancora distratto o non se n’è sufficientemente accorto: abbiamo 2 centri di accoglienza nel raggio di 5 km, l’Hub di Conetta frazione di Cona e l’Hub di San Siro di Bagnoli di Sopra nella provincia padovana. Il nostro Comune è assediato tra queste due ex basi militari, ristrutturate e adattate a centri di accoglienza. I migranti accolti da entrambe le basi sono oltre 2.300 su un totale di circa 10.000 abitanti tra i comuni di Agna, di Bagnoli di Sopra e di Cona: circa 1.500 profughi a Conetta e circa 800 a San Siro. Faccio notare che Agna, di fatto, subisce la presenza incessante degli ospiti delle due ex basi, essendo il centro abitato più comodo da raggiungere e con maggiori servizi disponibili rispetto a quanto offerto da altre frazioni. Le criticità sono molteplici e spesso si reiterano comportamenti irrispettosi dei immigranti verso il quieto vivere della comunità, spostandosi fino al centro di Agna o della nostra frazione di Frapiero, causando ulteriore disagio agli incolpevoli cittadini, talvolta con episodi offensivi il pubblico decoro quali, ad esempio, l’espletamento di necessità fisiologiche in centro abitato o a ridosso delle pensiline degli autobus di linea, o le continue segnalazioni di migranti che girano tra i nostri quartieri suonando alle case per chiedere insistentemente denaro, oltre la sottrazione di biciclette ai legittimi proprietari o l’uso delle giostrine nei giardini pubblici per bivacchi improvvisati o improbabili pic-nic, fino ai gravissimi episodi accaduti a San Siro in primavera con due tentati stupri di due donne italiane. Tutto ciò genera tensione sociale, incertezza nella popolazione locale sia sul futuro proprio e del nostro territorio che sembra dimenticato dal Governo Renzi ieri e dal Governo Gentiloni oggi. Chi ripagherà i danni all’economia locale e immobiliare che sempre più si consolidano?”
Sabato 8 luglio ci sarà una manifestazione di Fratelli d’Italia a Conetta: cosa vuole dichiarare in merito e quale aspettativa rispetto alle rimostranze passate?
“Le rimostranze ci sono da due anni, da quando l’Hub di Conetta è stato attivato in luglio 2015 e, successivamente, quello di San Siro in novembre 2015. Sento il dovere di approfittare, attraverso il vostro giornale iROGPRESS, per un appello a tutti i cittadini che vivono nella nostra zona: uscite di casa e protestate con noi! Dobbiamo essere sempre più numerosi per far sentire la nostra voce: è in gioco il nostro futuro e quello dei nostri figli.
La manifestazione di sabato 8 luglio, organizzata da Fratelli d’italia-An, ha lo scopo di chiedere l’immediata cessazione del centro di Conetta e, ovviamente, anche di quello di San Siro. Al contempo auspico che il Ministro dell’Interno Minniti, che ho personalmente incontrato lo scorso marzo, si renda conto che noi non possiamo più sostenere una situazione simile, siamo alla saturazione territoriale e all’isteria sociale. La stampa, forse a ragione, ci ha ribattezzati beffardamente come ‘distretto del profugo’, essendo ridotti dal Governo ad essere un’area dove ammassare ospiti, forse interpretati come merce di scambio a protezione dell’enorme business dell’accoglienza che nessuno riesce o vuole estirpare in italia.”
La gestione dell’Hub di Conetta e il vostro rapporto con la cooperativa gestante l’Hub come è?
“La coop Edeco fa, ovviamente, i propri interessi gestendo l’appalto regolarmente aggiudicato. So per certo che i due centri sono stati migliorati nella qualità e nei servizi, ed è anche logico visto i fatturati di competenza. Dal punto di vista sanitario, abbiamo notizie rassicuranti ed i controlli sembrano esserci al fine di scongiurare anche l’esplosione di malattie dimenticate nei nostri territori. Il problema, insisto, è legato all’enorme quantità di denaro disponibile per il ‘nuovo’ business dell’accoglienza. Se non ci fosse un elevato flusso economico, probabilmente, non ci sarebbero le coop e, forse, ci sarebbero molti meno migranti. E’ in atto una vera e propria ‘tratta’ di esseri umani provenienti dall’Africa.”
Richieste e sue proposte?
“L’unica richiesta possibile è la chiusura immediata dei due centri per dar sollievo al nostro territorio. L’unica soluzione possibile, a mio modo di vedere, è l’intervento a monte, in Africa, per tentare di risolvere concretamente e seriamente il problema e non lavorare esclusivamente a valle, in Italia, smistando il maggiore numero possibile di immigranti sbarcati nel nostro Paese. Volenti o nolenti vanno bloccati i porti sulla costa Africana, creati dei filtri per far giungere in Italia solo chi realmente ha il diritto di asilo e iniziare a investire in loco africano i finanziamenti Europei e Italiani. Dobbiamo aiutarli a casa loro. Rischiamo di scoppiare a causa dell’esodo in corso di milioni di persone dal continente Africano. Ma dove li mettiamo? Se l’Europa continua a ‘fare da tappo’ alle nostre spalle, potenziando le frontiere e rinchiudendoci in una sorta di gabbia, arriveremo in pochissimo tempo alla saturazione della capacità fisica di ospitalità. Il piano di riparto per l’accoglienza diffusa proposto dal Ministero dell’Interno, in accordo con l’ANCI, è già superato e sostanzialmente inutile. Ritengo l’accoglienza diffusa uno strumento miope e con eventuale efficacia nel solo breve periodo, perché il criterio dei 3 migranti ogni 1.000 abitanti presto dovrà diventare 5, 6, 10, 20 ogni 1.000 alla luce del crescente e incessante sbarco di migranti. Insisto, la situazione deve essere affrontata direttamente sul luogo, in Africa.”
Altri esponenti politici si sono espressi con fermezza ed hanno preso posizione: “L’Hub di Conetta è diventato il simbolo del fallimento di una politica dell’accoglienza indiscriminata e senza nessuna progettualità, l’emblema dell’abbandono delle nostre comunità sbeffeggiate da un Governo che a più riprese promette soluzioni ma che si è limitato a mandare in visita Ministri e Sottosegretari in periodo di elezioni per spot elettorali – afferma Sergio Berlato, Consigliere regionale e Coordinatore per il Veneto di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale – Nessuna espulsione e piano di rimpatrio per chi non ha il diritto di rimanere in qualità di profugo sono stati effettuati dal Governo, nessuna identificazione certa degli ospiti presenti in questi centri da parte delle autorità competenti, nessuna risposta sulle tempistiche e sulle modalità di chiusura, nessuna garanzia alle Forze dell’ordine da parte di un Governo che anzi criminalizza, con provvedimenti ideologici come il reato di tortura, i nostri agenti di pubblica sicurezza. La misura è colma e un immediato e radicale cambiamento della politica dell’accoglienza immigrati deve partire da Conetta” conclude Berlato.
“E’ evidente che l’elevata concentrazione di clandestini, senza adeguato controllo e con servizi indispensabili scarsi, avrebbe portato a disagi e malessere per i cittadini del territorio. Più volte ho manifestato pubblicamente – dichiara Enrico Pavanetto, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale – la necessaria e immediata chiusura degli Hub, anche di quello veneziano di Cona e di quello padovano di San Siro. Ciò – prosegue Pavanetto – per il rispetto nei confronti dei cittadini italiani e per garantire la dignità degli stessi ospiti. Ai veri profughi deve essere garantita una sistemazione decorosa, per coloro che risultano clandestini deve essere applicata la procedura di rimpatrio immediato.”
In marzo una spennellata di vernice bianca su un muro a Conetta, per mano di ignoti, definiva la frazione come “discarica africana”. L’attenzione venne alzata dagli investigatori della Digos e non si registrarono minacce o azioni di protesta contro il centro di accoglienza.
Due giorni fa a Conselve, altro comune padovano, un 21enne richiedente asilo, ospitato in una casa con altri 9 profughi, ha accoltellato e ferito al collo una cooperante: il giovane è stato denunciato a piede libero ed è estato subito rilasciato e affidato ad altra struttura. L’accoltellatore ha lavorato in parrocchia con la mansione di aiuto-animatore con bambini dei centri estivi.