Alla luce degli arresti per caporalato all’Interporto di Padova arriva l’attacco di Confcooperative: “Quando si lavora nella legalità non si riescono a praticare certe tariffe: come è possibile competere con chi lavora sfruttando le persone e non rispettando i contratti?”
“Se quanto riportato dalla stampa verrà confermato, questo è un sistema architettato per sfruttare la gente, pagare poco e far guadagnare tanto a poche persone: queste persone, utilizzano la forma cooperativa o altre forme imprenditoriali indifferentemente e solo a scopo fraudolento. Quando questi reati vengono a galla è sempre un successo per tutti, quindi non possiamo che plaudire a chi sta gestendo questa inchiesta. In ogni caso in una situazione del genere le nostre cooperative non riescono a competere perché se si lavora nella legalità non si riescono a praticare certe tariffe”
È netto il commento di Giuseppe Battistello – Direttore di Confcooperative Padova – rispetto alla notizia degli arresti per caporalato all’interno del mondo della logistica che gravita sull’Interporto di Padova. Un plauso alle forze dell’ordine, ma tanta rabbia verso questo tipo di situazioni che impediscono a chi lavora in modo legale di poter competere ad armi pari. Perché la parità non c’è.
Floriano Pomaro, Riccardo Bellotto e Mario Zecchino sono stati arrestati perché in base alle notizie trapelate, con intimidazioni e minacce, obbligavano i lavoratori di alcune cooperative del settore logistica, a sottoscrivere contratti di lavoro a tempo determinato, dietro il pagamento di somme, nonché effettuare prestazioni lavorative ben oltre l’orario pattuito e previsto per il quale erano regolarizzati, incidendo sui diritti sindacali degli stessi, in particolare sulle modalità della partecipazione alle iniziative di protesta.
Confcooperative conosce da tempo questo fenomeno, infatti diversi anni fa all’interno dell’ossevatorio sulla cooperazione” (che si riunisce periodicamente presso l’allora Direzione Provinciale del Lavoro”) ne ha denunciato l’esistenza assieme agli altri componenti.
Presso il gruppo Gottardo (Tigotà e Acqua e Sapone) anni fa operava un consorzio di cooperative aderenti a Confcooperative che è stato estromesso proprio a causa dell’arrivo di un gruppo di cooperative (queste non aderenti a nessuna associazione di categoria) capitanato da chi oggi è oggetto di indagine, che si era proposto con un costo bassissimo e assolutamente irraggiungibile per chi rispetta i CCNL del settore logistica.
Nel 2010 era stato sottoscritto un patto tra istituzioni, sindacati, associazioni d’impresa e di categoria, cooperative ed operatori della logistica (interporto in primis) per garantire la massima trasparenza e la sicurezza dei lavoratori del settore: alla luce di quanto sembra sia avvenuto, quel patto era sola carta scritta.
Confcooperative auspica che vengano effettuati maggiori controlli, come in questo caso, per evitare il ripetersi di situazioni illegali che mettono interfreriscono con chi si impegna per rispettare gli standard dettati dai contratti nazionali, lavorando con trasparenza e nella legalità, nonché rispettando chi lavora.