di Edda Fogarollo
Quest’anno Israele festeggia i 50 anni di unificazione della sua capitale Gerusalemme; inoltre, secondo la cultura ebraica, questo è l’anno di Giubileo. Le preghiere di tutti gli ebrei del mondo concludevano con le medesime parole: Hashanà haba’a b’Yrushalayim, “L’anno prossimo a Gerusalemme”: profetiche parole, pronunciate sin dal 70 d.C., che si sono avverate nel 1967. Dopo circa 2000 anni gli ebrei hanno potuto assistere al miracolo della Gerusalemme unita.
Nonostante ciò le nazioni del mondo, non spostando qui da Tel Aviv le proprie ambasciate, non hanno voluto riconoscerla.
Israele è l’unica nazione al mondo alla quale non viene riconosciuta la sua capitale.
Il presidente degli USA, Donald Trump, sembra essere l’unico capo di stato a volere riconoscere il diritto di Israele ad avere la propria capitale storica. Gerusalemme ne è stata capitale per circa 3000 anni , anche dopo le dominazioni babilonesi e greche.
Dopo l’avvento dei romani e le guerre giudaiche, Roma ebbe un ruolo drammatico nella storia d’Israele e degli ebrei. Nel 70 d.C. l’esercito di Tito incendiò il Tempio di Gerusalemme e gli ebrei catturati furono deportati a Roma per lasciarli morire nelle arene o per costruire loro, da schiavi, il Colosseo.
L’imperatore Adriano, nel 135 d.C., volle perseguire con la distruzione di ciò che rimaneva di Gerusalemme: arrivato con le sue truppe a Cesarea Marittima, ne organizzò la totale distruzione e, per colpire e annullare la memoria storica della città e dello stesso stato d’Israele, Gerusalemme venne rinominata in Aelia Capitolina e Israele in Palestina.
Anche Adriano rese schiavi gli ebrei, vietando loro di recarsi a Gerusalemme. L’imperatore concesse un solo giorno per visitarla ed un solo giorno per piangere i loro morti sulle rovine rimaste del Tempio.
La cristiana Roma non dedicò molta attenzione e amore agli ebrei. Con il sorgere del cristianesimo, avanzarono varie dottrine dai Padri della chiesa, tra le quali la teologia di Sostituzione è la più falsa. Questa dottrina ha negato ogni diritto e ogni Patto divino, causando un crescente antisemitismo e antigiudaismo. Infine, per secoli gli ebrei vennero accusati di deicidio: ciò a causa della falsa teologia di Sostituzione.
Nel 1555, il papa Paolo IV Caraffa fu artefice della creazione del ghetto di Roma, rinchiudendo in questa angusta area in prossimità del fiume Tevere tutti gli ebrei presenti in Roma. Oltre l’isolamento, venne vietato loro l’esercizio di professioni e di avere contatti con i cristiani; ciascun giovane ebreo, maschio o femmina, doveva portare un segno giallo per distinguersi dai cristiani. Purtroppo il segno giallo, divenne fonte di ispirazione per Hitler: quest’ultimo, prima di inviare gli ebrei nei campi di morte, decise di rinchiuderli in ghetti e far loro indossare il segno giallo per distinguerli e isolarli poiché di “razza ebraica”.
La celebrazione dei 50 anni di Gerusalemme a Roma vuole portare chiarezza storica e biblica su una delle capitali più antiche al mondo.
Di recente l’Unesco ha deciso, con la terza risoluzione del 2 maggio 2017, di togliere Gerusalemme Est agli ebrei e trasformarla in Al-Quds (Gerusalemme in arabo), negando così la verità della Bibbia e della storia alla città scelta da Dio.
I 3000 anni di storia, vissuta dagli Ebrei con la loro città, sono memoria viva e pulsante: nessuna istituzione nazionale o internazionale potrà cancellare ciò che è esistito.
Togliere Gerusalemme agli Ebrei è come togliere il pianeta terra agli umani.