Con una imposizione italiana ritenuta alta da molte associazioni di categoria e dei consumatori, considerando l’attuale aliquote ordinaria al 22% e quella ridotta al 10%, è in discussione un aumento dell’I.V.A. fino al 24% per quella ordinaria e al 13% per la ridotta.
L’eventuale, e forse non ipotetico, aumento delle aliquote I.V.A. inciderebbero notevolmente sui consumi finali e sulla produzione interna, con conseguenze non positive sull’economia nazionale. Un’ulteriore balzello è previsto dalla Legge di Stabilità, secondo la quale l’I.V.A. ordinaria potrebbe aumentare nel 2018 al 25%.
“L’eventuale aumento dell’Iva, che potrebbe essere inserito in una manovra correttiva sui conti pubblici, sarebbe deleterio per l’economia italiana e affosserebbe i consumi”, dichiara il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci. “In una fase così critica – aggiunge Pucci – il ricorso alla leva fiscale come ancora di salvezza per tutelare la salute delle finanze pubbliche e per rispettare gli assurdi vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea è una mossa scellerata, perché la pressione tributaria deve calare e invece, anche questo governo, come i precedenti, finirebbe per inasprire il peso delle tasse sulle famiglie e sulle imprese”.
La Corte dei Conti è intervenuta in merito all’aumento delle aliquote I.V.A., affermando che:
- Si configurerebbe fra i meno distorsivi quanto ad impatto sull’economia;
- resterebbe nell’area individuata dalla clausola di salvaguardia rinnovata per il 2016;
- sarebbe “giustificato” dalla posizione di “fanalino di coda” (22esimo posto nell’UE n.d.r.) che il nostro Paese occupa nella graduatoria europea sul rendimento dell’imposta;
- sarebbe preferibile ad altre forme di imposizione indiretta, sia per l’ampiezza della base imponibile su cui si distribuirebbe, sia in considerazione dei ripetuti “ stress ” cui sono stati finora soggetti altri comparti (le accise, innanzitutto).
La Corte dei Conti, con il Rapporto 2016 sul coordinamento di finanza pubblica, suggerisce al Governo di valutare un aumento dell’IVA poiché potrebbe aiutare a contrastarne l’evasione e finanziare le riduzioni delle aliquote IRES ed IRPEF.
In riferimento alla Legge di Stabilità 2017, gli aumenti delle aliquote I.V.A. previsti per il 2018 si possono riassumere come segue:
- Aliquota I.V.A. dal 10% al 13%;
- Aliquota I.V.A. dal 22% al 25%, con aggiuntivo +0,9% nel 2019.
In attesa del prossimo previsto aumento delle aliquote, gli introiti d’imposta rinviati saranno compensati da sostituti provvedimenti normativi al fine di aumentare le entrate per assicurare la copertura di bilancio e della finanza pubblica. Una revisione che dovrebbe prevedere una maggiore razionalizzazione e revisione della spesa pubblica.
L’aumento delle aliquote I.V.A., nonostante il temporaneo rinvio, è una formale richiesta della Commissione Europea a causa di squilibri macroeconomici del Bel Paese, esposti nella documentazione inviata agli organi preposti nazionali, anticipando di fatto la necessità dell’estrema misura.