Fidel Alejandro Castro Ruz è morto ieri sera, 25 novembre 2016 alle ore 22:19, all’età di 90 anni: è stato un protagonista discusso del ‘900 che rovesciò la dittatura di Fulgencio Batista con la rivoluzione cubana, al fianco del fratello Raùl (oggi presidente de L’Avana), l’argentino Che Guevara (14 giugno 1928 – 9 ottobre 1967), Camilo Cienfuegos Gorriarán (6 febbraio 1932 – 28 ottobre 1959) e Juan Almeida Bosque (17 febbraio 1927 – 11 settembre 2009).
L’annuncio televisivo è stato dato da Raul Castro “Caro popolo di Cuba: è con profondo dolore che compaio per informare il nostro popolo, gli amici della Nostra America e del mondo, che oggi 25 novembre del 2016, alle 22.29, è deceduto il comandante in capo della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz“. Il fondatore della ‘Revolucion Cubana’ sarà cremato nel rispetto delle sue volontà ed i funerali si terranno il 04 dicembre prossimo.
La morte di Fidel Castro ha suscitato differenti reazioni, soprattutto negli Stati Uniti: “Finalmente Fidel è morto” urlano molti manifestanti tra le vie di Miami; da questa mattina molti dissidenti hanno iniziato a festeggiare la notizia pubblicando in Twitter messaggi espliciti, con l’hashtag #FidelVALinferno, così come Pavel Hernandez “#FidelVALinfierno #haceminutos In corso vicino l’8th Street di Miami misure di prevenzione contro il disturbo dell’ordine pubblico” oppure Yoani Sánchez che, rallegrata dalla morte, lancia anche messaggi di preoccupazione per il futuro seguito del “Fidelismo” quale lunga futura traccia psicologico-politica che richiederà tempo per essere dimenticata: “Il silenzio si diffonde, è presto, ma la paura è palpabile nell’aria. Giorni difficili vengono…”
Fidel, conosciuto anche come “El Jefe”, lasciò il potere nel 2008, nelle mani del fratello Raul Castro. Da allora è apparso raramente in pubblico, tra presunte malattie, morti e fisici affaticamenti eppure ricompariva scientificamente in TV per rafforzare la sua presenza e il “Fidelismo” per il popolo cubano. Egli è tra le più iconiche figure della vita politica e della storia del 20esimo secolo, nel bene e nel male, nonostante le condanne di persecuzione e torture nei confronti di dissidenti che tutt’oggi dichiarano di portare nella carne e nell’animo le sofferenze loro imposte. Il mondo oggi lo ricorda affilando qualsiasi sfumatura culturale, politica e economica dovuta alla sua rivoluzione e ascesa al potere di Cuba.
“La prima volta che la sua foto è apparsa sul New York Times è stato nel 1956 per comunicare che era stato ucciso” dichiara ad Al Jazeera l’ex giornalista del New York Times, Anthony R. De Palma: Fidel Castro rimane un personaggio avvolto da oscure verità e sensazionali iniziative, sviluppando un elevatissimo livello medico-scientifico riverso nelle cure ospedaliere e al contempo combattendo i governi degli Stati Uniti e del disallineato resto del mondo. Sin dalla frequenza universitaria a L’Avana sviluppò convinzioni politiche che lo spingevano all’approccio nazionalista-progressista, comunque non distante alla filosofia sovietica (sebbene non fosse un convinto marxista), che lo condussero in carcere nel 1953 per un suo coinvolgimento in un assalto ad una base militare; condannato a 15 anni di prigionia, Castro venne rilasciato a seguito di amnistia politica.
Gli Stati Uniti imposero l’embargo per rapporti e scambi commerciali con Cuba, d’altronde non sembrò mai filo-americano; egli tentò di negoziare accordi con gli Usa post nazionalizzazione dell’isola e venne presto attaccato nella tristemente nota e fallita invasione alla Baia dei Porci. Alla luce di tali eventi e per l’influenza dell’argentino Che Guevara e del fratello Raul, Fidel si evolse in filo-comunista, collaborando con il blocco sovietico.
Il Lider Maximo si sposò due volte, fu padre di 10 figli (2 nati da relazioni extra-coniugali) e, secondo pettegolezzi, fù traditore per le mogli e amante per altre; un ipotizzato donnaiolo che non disdegnava avventure amorose durante i viaggi all’estero, anche per una sola notte.
Esponenti politici internazionali non hanno mancato d’intervenire attraverso i social media, oggi testimoni d’arrembaggio con post o twitting. Paolo Gentiloni, ministro degli Esteri italiano, in prima mattinata ha pubblicato il suo pensiero su Twitter “Con #FidelCastro si chiude una pagina grande e drammatica del Novecento. Vicini al popolo cubano che guarda al futuro”; Matteo Salvini (Lega Nord) in un post nel suo profilo Facebook pubblica “È morto Fidel Castro. Un dittatore in meno. La pietà Cristiana si deve a tutti, certo, ma con tutti i morti che ha sulla coscienza, oggi non piango di sicuro. Viva la Libertà.”; il Presidente russo Vladimir Putin ha inviato un messaggio personale al Presidente cubano Raul Castro, dichiarando “Fidel Castro è stato un vero e leale amico della Russia. Lui personalmente ha investito molto nella creazione e nello sviluppo delle relazioni russo-cubane, oltre la stretta cooperazione strategica in tutti i settori […] Questo uomo forte e saggio ha sempre guardato al futuro con fiducia. Ha incarnato gli alti ideali di un politico, cittadino e patriota, veramente convinto della causa a cui ha dedicato tutta la sua vita. […] La sua memoria continuerà a vivere sempre nei cuori russi.”. Il Presidente francese Francis Hollande posta in Facebook “Fidel Castro […] aveva incarnato la rivoluzione cubana, nelle speranze che si erano tramutate poi nelle delusioni che aveva causato. Attore della guerra fredda, corrispondeva ad un’epoca che si era conclusa con il crollo dell’Unione Sovietica. Aveva saputo rappresentare per i cubani l’orgoglio del rifiuto della dominazione esterna. La Francia che denunciava le violazioni dei diritti dell’uomo aveva sempre contestato l’embargo imposto dagli Stati Uniti a Cuba. Si era rallegrata della sua apertura e del dialogo […] L’ avevo incontrato l’11 maggio 2015, nel corso della prima visita di un capo di stato francese a Cuba, dopo la rivoluzione. Rivolgo a Raoul Castro suo fratello, alla sua famiglia e al popolo cubano le mie condoglianze.”. Maurizio Gasparri, deputato di Forza Italia senza peli sulla lingua “Non navigo nel fiume di retorica #FidelCastro è stato e rimarrà un feroce dittatore, un protagonista negativo della storia contemporanea”
Moltissimi esponenti politici e capi di governo europei, al momento, non hanno espresso commenti nei loro profili social, una ulteriore iniziativa strategico-comunicativa o semplicemente un ritardo comunicativo?
Fidel divide il mondo anche da morto, e lo farà a lungo finchè le future generazioni cubane matureranno scelte diverse o eguali, in totale sovranità; una eredità passata innaturalmente da fratello in fratello? Non siamo noi a dovere risposte o opinioni, bensì il popolo cubano e gli “esiliati” dovranno combattere con ideologie post-rivoluzionarie al fine di porre un tassello orientato alla globale democraticità, reclamata dal mondo intero, non solo in Cuba.
Saranno giorni di future espressioni e riconoscimenti per meriti o demeriti de El Comandante; seguiranno ulteriori urla di gioia di dissidenti e perseguitati o urla di compianto, tant’è che ieri notte è morto un discusso personaggio la cui eredità sarà pesante per il popolo cubano, nonché per l’economia e la stabilità de L’Avana.
Lo scorso 20 settembre 2016 Papa Bergoglio è stato l’ultimo dei tre Papi ad incontrare Fidel a Cuba, dopo Papa Wojtyla (1996 in Vaticano, 1998 a Cuba) e Papa Benedetto XVI all’Avana (2012). L’intervento di Papa Francesco e le pressioni di Barack Obama hanno contribuito nel 2014 al ritiro dell’embargo verso Cuba.
“I problemi passano, i popoli restano” (Fidel Castro).