Arriva a Milano, al MUDEC – Museo delle Culture la prima mostra al mondo che racconta la storia dell’umanità attraverso un grande affresco multidisciplinare: Homo sapiens. Le nuove storie dell’evoluzione umana. Le nuove scoperte scientifiche, i recenti ritrovamenti e il ricco patrimonio etnografico della collezione permanente del MUDEC, aggiornano il progetto internazionale che ha coinvolto le comunità scientifiche di Italia, Stati Uniti, Israele, Germania, Francia, Spagna, Australia, Georgia, Sud Africa, assieme a Università, Musei e Istituzioni di tutto il mondo: uno sforzo straordinario per raccontare da dove veniamo e come siamo riusciti, di espansione in espansione, a popolare l’intero pianeta, costruendo il caleidoscopico mosaico della diversità umana attuale.
Homo sapiens al MUDEC – da un progetto di Luigi Cavalli Sforza – è curata da Telmo Pievani con il coordinamento scientifico di Stefano Papi, promossa da Comune di Milano | Cultura, MUDEC – Museo delle Culture, 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore che ne è anche il produttore e realizzata in collaborazione con Codice. Idee per la cultura.
“Il Mudec, museo di tutte le culture del mondo, è la sede ideale per raccontare con un linguaggio fresco e innovativo le nuove storie dell’evoluzione umana, vista la sua vocazione interculturale e la sua natura di centro di ricerca storico-scientifica – dichiara l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno –. Sarà straordinario scoprire come l’umanità che oggi conosciamo si sia formata attraverso continue migrazioni mantenendo la medesima identità biologica ma, al tempo stesso, creando quella straordinaria diversità culturale che costituisce una ricchezza preziosa per tutti noi”.
Le novità della mostra, organizzata in 5 sezioni tematiche e cronologiche, sono molte e alcune rappresentano una prima volta per Italia: dall’Homo naledi rinvenuto in modo rocambolesco in una grotta sudafricana nel 2013, ai chopper israeliani, i primi strumenti litici ritrovati fuori dall’Africa datati 1.6 milioni di anni fa, dagli straordinari reperti neanderthaliani rinvenuti nella grotta di Fumane alla ricostruzione dello scheletro di Lucy in posizione eretta fino ad arrivare al fossile del cranio rinvenuto nella grotta di Qafzeh in Israele, all’uomo di Altamura, uomo di Neanderthal ritrovato in una grotta pugliese, e alle orme di Homo ergaster scoperte nel corso del mese di giugno 2016.
L’evoluzione dell’uomo, i nostri cugini estinti, gli spostamenti della specie sapiens, gli adattamenti alla massima varietà di ecosistemi, comparazioni genetiche e linguistiche, le razze umane e il razzismo, le migrazioni contemporanee, le ibridazioni culturali, l’attuale diversità biologica e culturale sono solo alcuni dei temi che la mostra porta all’attenzione del pubblico con un continuo parallelo tra “storia” del genere umano e contemporaneità. Un’esperienza emozionante che, grazie alla miscela di linguaggi espositivi, rende la mostra adatta a un pubblico di ogni età: accanto a reperti originali provenienti da tutto il mondo, il visitatore troverà modelli in scala reale, installazioni edutainment, passaggi immersivi tra suoni e colori che raccontano le grandi “prime volte” dell’umanità. Molte, infatti, sono le installazioni multimediali che accompagnano il visitatore e che rendono più “reale” e immersiva l’esperienza in mostra.
Sarà possibile scoprire quanti e quali oggetti di uso quotidiano hanno un’origine e una storia diversa da quella che immaginiamo con l’installazione interattiva “Il mondo in un giorno” o rivivere quella che è considerata la prima passeggiata della storia umana: “La passeggiata di Laetoli” è un’installazione immersiva che racconta, attraverso un paesaggio dinamico, animato da accadimenti, un viaggio indietro nel tempo di quasi 4 milioni di anni quando una “famiglia” di ominidi lasciò le proprie orme nella cenere di un vulcano. La tecnologia e lo studio delle ossa dell’uomo di Neanderthal hanno reso possibile ipotizzare la tipologia dei suoni che il nostro antenato era in grado produrre: la postazione “Parla anche tu neanderthaliano” permetterà quindi di trasformare la propria voce ed emettere suoni come il nostro antenato.
“Test della razza” è, invece, un exhibit che attraverso un meccanismo di gamification vuol far riflettere sull’assenza di prove scientifiche dell’esistenza delle razze umane mentre con “I sentieri di Homo sapiens”, installazione multimediale, il visitatore ripercorrerà le tappe che hanno portato la specie umana a popolare il pianeta: un mappamondo interattivo e info grafiche renderanno chiaro e immediato il viaggio della nostra specie da 1,5 milioni di anni fa a oggi. Infine, con “Match the skulls” si potranno mettere letteralmente le mani sulla preistoria, mettendo alla prova grandi e piccoli con calchi di crani di ominidi da riconoscere e rimontare.
Le cinque sezioni della mostra
SEZIONE 1 – MIGRANTI DA DUE MILIONI DI ANNI
Strani primati di grossa taglia fuoriescono dall’Africa e colonizzano il Vecchio Mondo. E’ l’inizio del genere Homo, poco meno di due milioni di anni fa. Tratto distintivo di questa nuova forma di ominidi è la locomozione bipede completa.
SEZIONE 2 – LA SOLITUDINE E’ UN’INVENZIONE RECENTE
Quando la nostra specie Homo sapiens nasce in Africa, probabilmente fra 180mila e 200mila anni fa, e decide poi di spostarsi, entra in contatto con un mondo affollato di specie del genere Homo fuoriuscite dall’Africa in precedenza. Dalla nostra convivenza con il “cugino” Neanderthal, alla vicenda del piccolo Uomo di Flores e del misterioso Uomo di Denisova (Siberia): per la maggior parte della nostra storia non siamo stati soli su questo pianeta.
SEZIONE 3 – I GENI, I POPOLI, LE LINGUE
Intorno a 40.000 anni fa, la “Rivoluzione Paleolitica”: arte, sepolture rituali, nuova tecnologia, cottura dei cibi…un sapiens cognitivamente diverso. Nello stesso momento, due grandi epopee ci parlano della colonizzazione dei nuovi mondi australiano e americano. Grazie alle interazioni fra prove convergenti provenienti da discipline diverse è possibile ricostruire l’albero genealogico delle diversificazioni dei popoli sulla Terra e la trama delle ramificazioni che hanno portato la specie umana a diffondersi in tutto il globo.
SEZIONE 4 – TRACCE DI MONDI PERDUTI
La domesticazione di piante e animali permise all’uomo di stanziarsi e la popolazione umana inizia a crescere a ritmi mai visti, innescando nuove espansioni, migrazioni, ibridazioni, conflitti e provocando un impatto spesso irreversibile sugli ambienti colonizzati. Gli spostamenti di popoli sono stati e continuano a essere il motore principale dei cambiamenti nel mosaico della diversità biologica e culturale umana.
SEZIONE 5 – TUTTI PARENTI, TUTTI DIFFERENTI: LE RADICI INTRECCIATE DELLA CIVILTA’
Se l’origine di Homo sapiens è così recente, unica e africana, e se poi la nostra giovane specie è stata così mobile e promiscua, significa che è molto improbabile che vi sia stato il tempo e il modo di dividere le popolazioni umane in “razze” geneticamente distinte. Il messaggio duplice di questa storia è la forte unità biologica e al contempo la straordinaria diversità culturale interna della specie umana.
INFO UTILI
SEDE ESPOSITIVA e DATE
MUDEC – Museo delle Culture di Milano (Via Tortona, 56)
dal 30 settembre 2016 al 26 febbraio 2017.
ORARI LUN 14.30‐19.30 | MAR, MER, VEN, DOM 09.30‐19.30 | GIO, SAB 9.30‐22.30
Il servizio di biglietteria termina un’ora prima della chiusura.
BIGLIETTI Intero € 12,00 | Ridotto € 10,00
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI www.ticket24ore.it | Tel. +39 0254917