Lo smartphone Samsung Galaxy Note 7 doveva essere uno dei fiori all’occhiello della società sudcoreana, doveva essere una novità “esplosiva”: talmente eclatante che le stesse batterie hanno iniziato ad esplodere sul serio ed a creare, in alcuni casi, combustioni.
Questo perpretare di pericolosi inconvenienti, anche per la salute degli utenti, ha causato enormi problemi finanziari che potrebbero sfiorare, dopo il recente secondo richiamo del Galaxy Note 7, un danno fino a 15/17 miliardi di dollari. Le azioni Samsung Electronic hanno subito ieri una perdita fino all’8% alla Borsa di Seul.
A causa di esplosioni e combustioni apparsi in rete, è stato fatto un primo richiamo di 2,5 milioni di telefoni poco dopo la distribuzione iniziale e un secondo richiamo pochi giorni fa, offrendo un indennizzo economico e un nuovo Samsung Galaxy S7 o, in alternativa, un rimborso totale. Una resa forse senza precedenti nel mondo tecnologico della telefonia mobile, un evento che deve fare riflettere molti produttori ancor più sulla sicurezza che sulla ricercata perfezione da abbinare ad un design sempre più esigente: un monito affinchè si applichino collaudi più incisivi a tutela e difesa del consumatore finale che, ipoteticamente, potrebbe subire danni fisici permanenti.
Secondo la Samsung sembra che la colpa sia della batteria e non l’apparecchio telefonico in sé, invitando gli utenti a spegnere il dispositivo e restituirlo. Una ricaduta non solo economica, ma anche un danno di immagine che potrebbe indurre indirettamente una parte della clientela verso altri marchi concorrenti e altri sistemi operativi: Galaxy Note 7 doveva essere l’anti iPhone 7.
Inizialmente si pensava che il problema fosse dovuto all’adozione, da parte di taluni, di batterie non originali: a seguito di ulteriori indagini la stessa Samsung ha dovuto dichiarare che il difetto è probabilmente riconducibile alle celle a batteria di un loro fornitore ufficiale.
Uno degli incidenti più eclatanti è accaduto negli USA, a bordo di un aereo della Southwest Airlines e prima della fase di decollo: un Galaxy Note 7, fornito in sostituzione ad un utente, ha iniziato a emetter vistosamente fumo, con conseguente evacuazione dei passeggeri durante la fase di rullaggio; The Verge (http://www.theverge.com) riportò che il dispositivo, ricevuto in sostituzione il 21 settembre dall’operatore statunitense AT&T, era spento e la batteria era carica all’80%.
Samsung ha iniziato il richiamo definitivo dei Galaxy Note 7 ieri, 11 ottobre, arrendendosi all’evidenza, preferendo la resa a danni maggiori che le esplosioni o infiammabilità dei dispositivi avrebbero potuto causare. Il recupero dei Galaxy Note 7 non è cosa facile, proprio per la imprevedibile infiammabilità di apparecchi in possesso dei clienti: la stessa Samsung ha messo a punto una soluzione ritenuta sicura: una apposita scatola, per la riconsegna del Galaxy Note 7, in grado di supportare anche elevate temperature e evitare l’infiammabilità del box di cartone. Il kit di restituzione prodotti è stato inviato a tutti coloro che hanno fatto richiesta di restituzione.
I casi accaduti coinvolgono esclusivamente il modello Galaxy Note 7 e non di altra gamma degli smartphone sudcoreani. La dedizione verso la tutela degli interessi della clientela Samsung è testimoniata anche dal portale in lingua italiana, in cui Carlo Barlocco, Presidente di Samsung Electronics Italia, dichiara: “Siamo un leader tecnologico responsabile e fortemente impegnato nel far sentire i nostri clienti in ogni istante sicuri, entusiasti e ispirati, mantenendo alta l’eccellenza dei nostri prodotti. Vogliamo dimostrare – prosegue Carlo Barlocco – di essere concretamente vicini ai nostri consumatori italiani e per questo stiamo lavorando ad un programma dedicato per ringraziarli della fiducia che ci stanno dimostrando”.
I ritiro dal mercato e l’interruzione definitiva della produzione sono dati ufficiali: dovremmo domandarci se la corsa all’ultimo smartphone sofisticato, da chiunque prodotto, sia discriminante verso un maggiore collaudo di uno strumento che risulta essere sempre più fashion di qualsiasi altro. Il design e la sottigliezza sempre maggiore, con permanente incorporazione di batterie agli ioni di litio, possono offuscare lo stato di sicurezza degli strumenti che possono essere maneggiati anche da ragazzini? Certamente questo caso sarà d’esempio per il futuro; soprattutto quando un qualsiasi costruttore dovrà decidere tra l’urgente lancio sul mercato di un sofisticatissimo prodotto, prima che la concorrenza provveda d’anticipo, o l’adozione di sistemi maggiormente sicuri per l’incolumità altrui.
Il portale Samsung (http://www.samsung.com/it/note7exchange/) puntualizza, inoltre, che
“…la sicurezza dei consumatori rimane la nostra massima priorità, Samsung ha chiesto a livello globale a tutti gli operatori telefonici e ai distributori partner, di interrompere le vendite e le sostituzioni dei Galaxy Note7. Relativamente al mercato italiano, il prodotto non è mai stato ufficialmente messo in commercio, se non attraverso una prima fase di pre-ordine di circa 4.000 unità, di cui consegnate meno della metà.”
La Consumer Product Safety Commission (Stati Uniti) era ufficialmente intervenuta, dopo i primi casi, per comprendere quale poteva essere la causa dell’inconveniente riconducibile al Galaxy Note 7. La US CPSC il 15 settembre scorso twittava: “#Recall: 1M @SamsungMobileUS #GalaxyNote7 smartphones; serious burn/fire hazard; Act Now: http://bit.ly/2cMn3hp” (“#Recall: 1M @SamsungMobileUS smartphone #GalaxyNote7; grave pericolo di ustioni / incendi; Act Now: http://bit.ly/2cMn3hp”)
Per agevolare il processo di ritiro del Galaxy Note7, Samsung Electronics Italia ha messo a disposizione alcuni servizi tra cui: servizio di ritiro del prodotto e servizio di assistenza dedicato al numero verde 800 025 520.
Siamo certi che Samsung sia, nonostante la dolorosa resa di fronte a tali eventi, un marchio di garanzia e indubbia qualità. Attendiamo sviluppi e ulteriori dichiarazione in merito.