La droga, in qualsiasi forma, è il principio della devastazione individuale e di gruppo, senza scampo sia per l’utilizzatore sia per il disumano e triste indotto affettivo che ancor più subisce e uccide l’intimo sentimento. Una bivalente distruzione di vite e anime.
Tra le varie tipologie di sostanze stupefacenti, ve n’è una che crea mostri visivi e morti nelle vie urbane: la droga “etnica”, meglio nota come Shaboo, nasce in un laboratorio giapponese alla fine dell’800 (altre fonti attribuiscono l’origine o la sintesi chimica delle anfetamine al 1887, in Germania; altre fonti attribuiscono la scoperta delle metanfetamine al 1919, in Giappone).
L’uso di Shaboo è in continua ascesa, a partire da Milano, e sempre più oltre i classici confini di quartiere: è una potente anfetamina, utilizzata in origine dalle comunità di immigrati filippini e cinesi, oggi di largo uso tra i giovani per la resistenza alla stanchezza, alla fame e al sonno: una sostanza che lascia iperattivi e svegli anche per 16 ore consecutive, per qualsiasi impegno o follia professionale, una serata in discoteca o per debellare inibizioni e procedere con atti di stupro.
I cristalli si fumano su carta stagnola, poi ragionamenti degli assuntori avanzano senza senso e vaneggianti, causando, nel tempo, la formazione di grandi pustole sulla pelle, fino a deformarla e fare assumere al corpo, o parte di esso, atroci sembianze innaturali. Complice della diffusione è stato inizialmente il costo basso delle dosi, quindi a portata di portafoglio tra gli abituali assuntori di eroina o cocaina.
Dal 2003 si è diffuso un parallelo metodo di consumo: lo “shake and bake”, ovvero gli elementi chimici vengono introdotti in una normale bottiglietta di plastica e miscelati con acqua; in pochi minuti, agitando bene la bottiglietta, si ottiene il principio attivo della droga ma, spesso e per gli effetti del mescolamento e agitazione delle sostanze chimiche impiegate, si provocano esplosioni e le fiammate provocano gravi ustioni.
Milano è una città ricca, sempre più multietnica, dove il business corre su binari d’eccellenza e lo sviluppo economico è talvolta il preludio per il futuro del Bel Paese: il prezzo dello Shaboo varia dai 25 ai 30 euro per decimo di grammo ovvero dai 250.000 ai 300.000 euro per chilogrammo. Ecco il nuovo business: spacciatori o consumatori-spacciatori di età differenti e non circoscritte.
L’assunzione di simili “cristalli” fa provoca inconsapevolmente atteggiamenti violenti, disturbi della personalità, insonnia e ansia: le cellule cerebrali subiscono effetti irreversibili già nei primi mesi, con conseguente rischio di overdose, perdita di denti e capelli, oltre una frequenza incontrollata di convulsioni. La morte è l’unica destinazione certa.
Shaboo è prodotta, per quanto noto, attraverso l’unione di farmaci comuni al fine di estrarre il principio attivo “pseudoefetrina”, cucinato nei successivi passaggi con un acido per batterie e altre sostanze utilizzate per liberare tombini e lavandini da intasamenti; la produzione, poi, si “arricchisce” con l’impiego di combustibili per lampade antigelo. Spesso gli stessi produttori rimangono sfigurati o ustionati dalle sostanze manipolate per produrre Shaboo, a causa degli effetti collaterali della produzione stessa.
Alcuni giorni fa a Milano la Polizia Locale ha sequestrato circa 710 grammi di Shaboo per un valore di quasi 300.000 euro, arrestando due uomini e una donna: tutti cinesi. A Cagliari, nei primi giorni dello scorso giugno, sono stati sequestrati quasi 10 grammi di Shaboo, ad un filippino, mentre lo stesso giorno nel quartiere cagliaritano Mulinu Becciu è stato sequestrato un bastone al cui interno era occultata una discreta quantità di metanfetamine.
“Più di due chili, precisamente 2,258 kg, di Shaboo, recuperati dai carabinieri del Nucleo operativo della compagnia di Roma Trionfale. I militari li hanno sequestrati a fratello e sorella filippini, di 41 e 33 anni, in Italia da anni, che sono stati arrestati.” (fonte: adnkronos del 13/05/2016).
E’ nuova droga sintetica che spappola le cellule cerebrali creando forte dipendenza, rovinando per sempre i connotati e gli organi interni del corpo. Il consumo di simili anfetamine può elevare la temperatura corporea fino a 41 gradi C., al punto di provocare la morte per surriscaldamento. Finito l’effetto, secondo testimonianze, scatta di nuovo il desiderio d’uso, causando il cosiddetto stato di “craving” ovvero di convinzione di controllo del consumo, ma è tardi e la dipendenza è sovrana.
Shaboo, anche nota come “Crystal Meth“, provoca forti pruriti, deforma e devasta il volto che sempre più è scavato dall’uso di materiali appuntiti per soddisfare il prurito: la sensazione corporea induce a forti formicolii, paragonabili ad insetti sotto pelle che percorrono il copro, in lungo ed in largo. Questi “cristalli”, da alcuni chiamati volgarmente “Sali da bagno”, sono stati definiti anche come la “droga del cannibale”: il 26 maggio 2012 Rudy Eugene, un 31enne sotto l’effetto Shaboo, è stato trovato nudo sul cavalcavia dell’autostrada di Miami mentre strappava a morsi il volto di un vagabondo, Ronald Poppo di 65 anni; all’arrivo della polizia Rudy Eugene non ha desistito e l’agente Josè Rivera è stato costretto a sparare ed ucciderlo: il viso di Poppo è stato strappato a morsi e mangiato fino al pizzetto, mentre “Il 75% della faccia – hanno spiegato i medici del Jackson Memorial Hospital – è senza carne .” (fonte: Miami Herald del 30/05/2012).
Il business è talmente in crescita che il market place si sta evolvendo con l’interesse di altri gruppi criminali, non più solo asiatici: il 21 maggio scorso a Milano, all’Isola, è stato arrestato un 23enne nigeriano con 50 grammi di Shaboo: mai prima d’ora gruppi originari del Golfo della Guinea avevano venduto metanfetamine. Un segnale estremamente preoccupante.
In marzo 2015 è stato arrestato un corriere filippino a Bologna, probabilmente proveniva dal Sud Italia e proseguiva verso nord con un quantitativo significante di Shaboo; nella notte tra il 26 e 27 maggio scorsi a Padova sono stati arrestati tre asiatici, due uomini e una donna (38, 58 e 43 anni) che in appartamento stavano confezionando 400 dosi di “droga dei filippini” (così spesso la Shaboo è chiamata a Padova); pochi giorni prima del Natale 2015 la Squadra Mobile di Padova ha arrestato un pusher filippino che stava spacciando Shaboo: una “moderna peste” che coinvolge poveri e ricchi, sconosciuti e figli di personaggi famosi. In queste ore è stato liberato Cameron, figlio dell’attore Michael Douglas, dopo sette anni di detenzione: era stato arrestato nel 2009 con 500 grammi di “Crystal”.
Secondo l’E.S.P.A.D. (The European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs, www.espad.org) questa tipologia di droghe, soprattutto tra i giovanissimi, è in esponenziale crescita e l’Italia segue la scia delle tristi statistiche continentali: un fenomeno che negli ultimi anni appare inarrestabile.
Non lasciatevi uccidere, non suicidatevi inconsapevolmente: chiedete aiuto per tempo agli enti e organi competenti o l’unico supporto finale sarà la vostra famiglia: per organizzare il comune funerale dei sentimenti e del corpo.