Meraviglie dell’animo e sentimenti non sempre variano al variare dell’età o dell’ambiente, sebbene lo spirito possa adagiarsi ad eventi o coinvolgimenti affettivi. Non conta l’aspetto fisico o percepito, conta l’animo e la necessità soggettiva di felicità, appagamento e soddisfazione che, sebbene avvolti da veterana “scocca biologica”, si avverte con immateriale lucidità.
Nella provincia padovana sono in corso le riprese del film “Niente di Serio”: è la storia di due donne, Angela (Claudia Cardinale) e Franca (Nunzia Schiano), che decidono di intraprendere il viaggio della loro vita. Due ottantenni alla maniera “Thelma & Luise”, vivaci e di mondo ma ormai vicine all’ultima follia della loro naturale destinazione: progettano la fuga dall’ospizio romano “Anni Felici”, per raggiungere Venezia, dove l’affermato direttore d’orchestra Guido, figlio di Angela, si esibirà presso il Teatro La Fenice.
Angela è una Duchessa squattrinata, avendo dilapidato un patrimonio tra scommesse e giochi d’azzardo, casinò e ippodromi; una donna di carattere ed amante della bella vita. Franca, al contrario, è una donna anziana appesantita da qualche “chiletto”, dedita alla cucina del suo ristorante in Trastevere producendo gnocchi: carattere verace e senza peli sulla lingua, affronta argomentazioni spesso rafforzate da colorite espressioni.
Angela non riceve mai la visita del figlio Guido, che spesso nomina: una donna abbandonata tra le mura sorde e la compagnia forzata dalla sorte. Franca, al contrario, riceve spesso la visita di sua nipote Matilde: una ragazzina complicata che adora la nonna ed ha un rapporto complicato con la madre.
Un giorno Franca viene convinta da sua figlia Giovanna a firmare un foglio della banca, senza leggerne il contenuto e mantenendo una costante diffidenza nei confronti di Mario, secondo marito di Giovanna. Proprio in questa occasione Angela scopre che il figlio Guido terrà un concerto a Venezia e farà leva su Franca per fuggire insieme, per seguire il concerto dell’amato e lontano figlio e spendere insieme gli ultimi denari di Franca, a conclusione di due esistenze da tempo prigioniere di terze volontà e cementati confini. Solo dopo la fuga dall’ospizio, vivendo le peripezie del viaggio, Franca si accorgerà di avere firmato la rinuncia all’accesso del suo conto in banca, rimanendo senza denaro.
Il film narra vere storie di uomini e donne, di giovani e disonesti: la prova tangibile di quanto non percettibile ai nostri occhi nel quotidiano vivere, tra sofferenze altrui e il disinteresse verso sentimenti, alla mercè della falsamorale che conduce all’isolamento dell’individuo o, spesso, alla sottomissione per stato di necessità o fiducia erroneamente riposta.
Angela e Franca, due donne di contrapposta esperienza e cultura, il cui unico comune denominatore è la voglia di libertà, di vivere e recuperare il tempo perduto con gli affetti famigliari o con se stesse.
“Niente di serio” sensibilizza le coscienze, verso un mondo scomodo in cui frequentemente l’interesse individuale prevale: una riflessa cecità e insensibilità verso la vecchiaia e il desiderio altrui d’essere ancora vivi, attivi e comunque non carcasse.
Il viaggio affronta luoghi e regioni italiane meravigliose: Lazio, Toscana e Veneto; Roma, Venezia, Firenze, Pisa, Monselice e Abano Terme. Un viaggio, l’ultimo per Franca, che concederà nuovo sapore alla vita, nuova visione e rispetto oltre il salato conto di scegliere ciò che è giusto e ciò che il cuore comanda.
Giunte al Teatro La Fenice di Venezia, mentre Angela assiste al concerto del figlio, Franca assiste da un televisore del teatro ad una trasmissione che manda in onda la riappacificazione tra Matilde, nipote di Franca, e Giovanna che disperatamente l’ha cercata dopo una lunga fuga. Un vocìo proveniente dal foyer attira l’attenzione di Angela: Franca è talmente emozionata che un malore la colpisce gravemente. Angela si allontana dal concerto di Guido, preferisce vegliare l’amica che muore.
Il viaggio di Angela e Franca trabocca di emozioni, divertimento, paure, imprevisti e colpi di scena, ma la forza di due donne determinate e corazzate da esperienza e amore prevale fino all’ultimo istante in cui la vita e la gioia di amare prevalgono sulla tristezza, causa di valori spesso calpestati a favore di inutili e passeggere sensazioni di superiorità sociale. L’epitaffio sulla tomba di Franca è “Nulla di Serio”, poiché la morte, come la vita, è tale se affrontata con il sorriso.
Angela e Franca rappresentano la necessità di nuovo ossigeno, senza porre limiti al desiderio temporale di esistere, di essere compresi e non dimenticati, quindi la necessità di riconquistare l’attenzione di persone amate. Un mondo in cui i rapporti con i genitori sono spesso viziati da eventi quotidiani, in cui la figura della nonna è sempre più importante per l’equilibrio familiare nell’attuale schizzofrenico contesto sociale. Anna e Franca sono vittime e simpatiche carnefici della modernità.
Claudia Cardinale, donna ancor più affascinante e contraddistinta da classe e estrema umanità, mi ha concesso un’intervista, con il regista Laszlo Barbo e l’attore Gianmarco Tognazzi.
Laszlo Barbo è dotato di sensibilità oltre la comune intuizione: classe 1977, ha collaborato con grandi maestri quali Ettore Scola e Ugo Gregoretti; nel 2013 ha ricoperto l’incarico di aiuto regista dirigendo alcune scene del film, campione di incassi, “Sole a Catinelle” di Gennaro Nunziante. Nel 2015 Laszlo Barbo e Diego Loreggian (monselicense premiato alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia come miglior produttore emergente del Veneto con il Leone di Vetro) hanno fondato la multimedia company Lumen Production per progettare e produrre Film, Serie Tv, Cortometraggi e molto altro.
Laszlo Barbo, qual’è la motivazione che, dopo molti successi televisivi e cinematografici nazionali ed internazionali, ha portato a dirigere ‘Niente di Serio’, una commedia avvolta da personaggi e storie reali, al contempo divertente e con profondi risvolti sociali?
“Avevo il desiderio di raccontare l’Italia. I miei miti sono Ettore Scola, Mario Monicelli e Federico Fellini: sanno leggere la società e reinterpretarla attraverso i loro sogni. Lavorando con Scola e rivedendo più volte i film di Monicelli e Fellini, ho imparato ad osservare la società e, magari, a prenderla un po’ in giro: raccontando semplicemente la verità. In ‘Niente di Serio’ si racconta di persone abbandonate in una casa di riposo: una tangibilità che ha molto da dire, con persone che vengono coinvolte solo quando altri hanno necessità. Storie vere come quella di una famiglia che va dalla vecchina parente per prendere i soldi della pensione, non arriva alla fine del mese; un secondo marito che vuole appropriarsi del conto corrente della suocera, una donna di una certa età che vuole ricongiungersi con il figlio con il quale ha un pessimo rapporto per errori del passato e, per rendere meglio l’idea, Claudia Cardinale interpreta il personaggio della duchessa Angela che è mia nonna principessa Anna di Sirignago che perse ben otto palazzi di Napoli. Naturalmente ho alzato il tiro con la storia non reale dei gigolò. Il sogno delle due vecchine, Angela e Franca – prosegue Laszlo – è quello di molte; affrontano un viaggio in cui incontrano altre coppie di outsider come loro, ad esempio i due travestiti Lulù e Carmen. Si percepisce l’insoddisfazione giovanile e sentimentale della ragazzina Matilde, arrabbiata con il mondo perché non ha un rapporto con la madre e ciò perché i diciottenni di oggi spesso sono il frutto di genitori fanciulli e, quindi, scoprono un rapporto con i nonni, scevri dalle difficoltà quali: hai mangiato oggi? Hai fatto i compiti? Ti sei lavata? Emergono le contrapposizioni della ragazza che esalta il biologico e il chilometro zero, mentre alle spalle c’è la vecchina che rovista nei cassonetti del mercato. Nel film sussultano significati attuali come, ad esempio, il comportamento delle famiglie borghesi che non vogliono i vecchi tra i piedi, ma le vecchie trovano il senso della famiglia dai raccoglitori di pomodori in Toscana, per il solo fatto che una di loro sa cucinare bene la pastasciutta, quindi presa in simpatia. Tutte storie vere, solo vere, come quella del colonnello – conclude Laszlo – con nipoti rompiscatole: per trovare tranquillità fugge spontaneamente all’ospizio. Storie che ho raccolto direttamente nelle case di riposo.”
Claudia Cardinale, Lei non ha bisogno di presentazioni, sono onorato di questa intervista. Ha girato film di planetaria notorietà, successi raggiunti in successione ed è l’icona della bellezza e cinematografia italiana. Lei impersona Angela, duchessa che ha dilapidato una fortuna ed è rinchiusa in un ospizio: per le riprese è stato usato come set una vera casa di riposo in Monselice e Lei è stata personalmente in contatto con gli ospiti…
“La cosa bella è che nella casa di riposo, dove abbiamo girato le scene, gli ospiti sono felicissimi perché, come ci hanno detto le vecchiette, grazie al film le famiglie sono venute a trovarle e ciò raramente o quasi mai accade. Devo dire che, al di là di tutto, questo è un film molto divertente e con la mia stupenda compagna siamo due pazze scatenate. La bellezza del cinema è che puoi vivere tante differenti vite, mai una sola quindi si è spesso diversi e mai noiosamente gli stessi. Ho accettato l’interpretazione di Angela, nel film ‘Niente di Serio’, perché è una commedia spassosa, ed a me piace fare la pazza – prosegue sorridendo Claudia Cardinale – Tra non molto, a Pisa, gireremo le prove della corsa con i carrelli della spesa: non vedo l’ora. Inizialmente temevo che il regista Laszlo volesse farmi tingere i capelli di bianco, perché li ho ancora tutti neri e ne vado fiera; poi mi ha confortato – conclude la Sig.ra cardinale sorridendo e orgogliosa del suo contributo sociale e cinematografico – ed ha lasciato i miei capelli del colore originale. Le vecchine della casa di riposo mi hanno baciato tutte; è un luogo incredibile, con persone adorabili: una donna di centodue anni ha tentato di leggermi la mano ma a me non va: pensate che ha provato a leggerla a tutta la troupe. Solo una volta mi è capitato in passato, in India, e mi predissero che avrei avuto a breve una bimba, e così fu. Comunque, sul set sto vivendo una lunga serie di esperienze che mi hanno arricchito molto, che lasciano riflettere e divertire. Come vivo questa esperienza cinematografica? Con entusiasmo ed estrema soddisfazione.”
L’arrivo di Gianmarco Tognazzi è un tocco di vivacità e simpatia che trascina anche il sottoscritto: trasmette passione e un pizzico di sana follia che, rispettosa e delicata, è un inno alla vita.
Gianmarco Tognazzi, Lei è molto impegnato in progetti cinematografici e iniziative imprenditoriali su scala internazionale: cosa l’ha spinta – chiedo stuzzicandolo – ad accettare un ruolo in cui interviene per “circuire” sua suocera, una anziana donna parcheggiata in un’ospizio?
“Mi piace raccontare certe tipologie d’umanità, fatte anche di meschinità: mi diverte rappresentare ciò che non mi piace e prendermi in giro nel rifarlo. Forse dire meschino è eccessivo, ma contraddittorio lo è certamente. Questi personaggi negativi in qualche modo attraggono, quindi stimolano lo spasso di rappresentarli, magari con la pancia in fuori e pieno di forfora come Terminillo, il personaggio che interpreto: un uomo che di nulla si cura, se non strettamente dei propri affari […] poi pensa per uno come me, interpretare un personaggio con la forfora mentre io sono senza capelli: naturalmente con una parrucca ed effetti speciali: è geniale – prosegue divertito Tognazzi – ‘lo vojo fà subbito’. Del cinema, ciò che ancora mi piace, è cogliere quegli appigli con le modalità di una volta: sono un attore che desidera riprodurre al meglio ciò che il regista si aspetta dal personaggio e non m’importa se trattasi di film di maggiore o minore importanza o impegno: in ‘Niente di Serio’ sono coinvolti grandi attori e attrici che interpretano personaggi che poi, in fin dei conti, non sono i veri protagonisti: la vera protagonista sarà la ragazzina Matilde, nipote di Franca e mia figlioccia, con le due nonnine che scappano dall’ospizio romano. Riscontro una grandissima partecipazione e disponibilità del territorio padovano in cui sono girate le scene, ciò contribuisce alla realizzazione di un buon prodotto, indipendentemente dai mezzi impiegati. In questi luoghi, in questa meravigliosa terra lavoro sempre bene: mi sarebbe piaciuto restare qui più a lungo, ma un progetto in corso mi rapisce altrove. Chissà in futuro: mi piacerebbe – conclude Gianmarco Tognazzi – ma è presto dirlo, aprire un Wine Bar Tognazza a Padova; vedremo.”
La colonna sonora di “Niente di Serio” sarà realizzata dal compositore Andrea Guerra (figlio del poeta Tonino Guerra), autore di oltre 100 colonne sonore e destinatario di premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali tra i quali il David di Donatello, lo European Film Award (l’Oscar europeo); ha ricevuto nomination al Golden Globe ed ai Grammy Awards per la canzone finale di Hotel Rwanda, “Million Voices”, nonché il singolo “Gocce di memoria”, cantato da Giorgia, vendendo più di 120.000 copie e diventando Disco di Platino.