Giorgio Albertazzi è morto oggi all’età di 92 anni: fiesolano di nascita (20/08/1923), muore oggi a Roccastrada, località nel grossetano, lasciando una immane eredità artistica e teatrale.
Fu in assoluto uno dei primi personaggi amati dalla televisione, rendendosi celebre anche per letture poetiche per le quali la innata tonalità vocale e la sapiente capacità interpretativa sapevano rendere uniche le audizioni delle sue interpretazioni.
Un raro uomo d’onore non solo poetico ed artistico, che mai rinnegò o nascose il suo passato: aderì alla Repubblica di Salò, con il grado di tenente nella 3ª Compagnia della “Legione Tagliamento”; nel 1945 fu arrestato dopo la sconfitta della Repubblica Sociale Italiana, trascorrendo circa due anni di prigionia per poi essere rilasciato dall’Amnistia Togliatti. Un passato scomodo per molti artisti, che ha spesso impedito l’espressione di molti artisti italiani. Le sue capacità e convinzioni artistiche non hanno mai oscurato Giorgio Albertazzi, recitò in molti film cinematografici, in televisione e nei più importanti teatri nazionali e internazionali, tra i quali l’Old Vic di Londra, Teatro alla Scala di Milano, Teatro La Fenice di Venezia, fino alla nomina di Direttore del Teatro di Roma nel 2003.
Debuttò in teatro nel 1949 con Troilo e Cressida di Shakespeare, sotto a regia di Luchino Visconti, la passione Shakespeareana non lo abbandonerà mai più. Nel 1964, in occasione del 400.mo anniversario dalla nascita di Shakespeare, recitò a Londra per l’Amleto di Franco Zeffirelli: fu un successo e la programmazione proseguì per due mesi: Albertazzi era l’unico attore non di lingua inglese. La carriera venne premiata non solo dal pubblico, ma anche dal Premio Gassman, premio alla carriera ricevuto nel 2004.
Un artista di inesauribile forza e tenacia, attivo fino allo stremo delle forze che lo accompagnano anche nella scorsa stagione 2014/2015, all’età di 91 anni, interpretando Il Mercante di Venezia al Teatro di Ghione di Roma: proprio al Ghione era in programma, dal 19 novembre al 13 dicembre scorso, l’interpretazione de La Tempesta di William Shakespeare.
La salute di Giorgio Albertazzi era ultimamente cagionevole ed “era sofferente e il suo cuore – annuncia la famiglia – ha smesso di battere alle 9“; la moglie, Pia Tolomei di Lippa e la famiglia lo hanno definito, non a torto, il “più grande attore italiano“: sposata da Valter Veltroni nel 2007, all’età di 48 anni e lui 84enne: una cerimonia celebrata nella chiesetta sconsacrata di Caracalla.
Giorgio Albertazzi si è sempre definito un non credente “come non lo era Kafka…” e domani “Non sarà un funerale, perché il maestro desiderava così, ma un saluto agli amici – prosegue la famiglia – Domani, domenica alle 17, nella tenuta di famiglia alla Pescaia di Grosseto“.
Albertazzi, toscano doc, avrebbe preferito morire sul palcoscenico e la morte non la temeva “…il non sapere cosa succede dopo di lei è eccitante”.
Quest’oggi Giorgio Albertazzi è stato ricordato anche dal premier Matteo Renzi, durante l’inaugurazione della biennale di Venezia: “E’ mancato un grande italiano, artista classico e controcorrente”
Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella questa mattina lo ha ricordato come “uno dei massimi interpreti del teatro e del cinema italiano contemporaneo. Attore versatile e innovativo ha saputo unire – prosegue Mattarella – nella sua lunga carriera tradizione e modernità […]Albertazzi, che ha dedicato al teatro l’intera esistenza, è stato punto di riferimento e maestro per generazioni di attori e registi”.
Giorgio Albertazzi era polifunzionale, un imperatore del palcoscenico che non disdegnava riflettere celermente su se stesso: nel suo spazio internet (http://www.giorgioalbertazzi.it/) rimembrava “Sul mio passaporto c’è scritto: attore. In realtà faccio anche il regista, lo sceneggiatore, il riduttore di romanzi per la televisione e ora l’autore teatrale. Alcuni amici sostengono che il mio vero mestiere è l’attore. Altri dicono che dovrei soltanto scrivere. Altri ancora che non dovrei mai più fare una regia teatrale. Chissà quali sono fra questi gli amici autentici?”.
Molti gli impegni teatrali, cinematografici e televisivi e risulterebbe qui un mero elenco il cui valore è testimoniato dalla eredità lasciata al mondo e soprattutto a chiunque non tema il futuro.