Nel cuore del Sahel, regione litoranea orientale della Tunisia, v’è la cittadina di Mahdia in cui la dinastia Fatimida sciita si stabilì nel 934 d.C.; una desiderata Medina invincibile e conquistatrice, per la quale nel 916 d.c. Obaid Allah, noto come “El Mahdi” (“Il Risparmiatore”), pose la prima pietra. Nel 973 d.c. in Mahdia si sviluppò una fervida attività artistica ed intellettuale: uomo e donna potevano prenderne parte e le donne Fatimide ricoprivano ruoli di spessore politico e sociale; gli sciiti sono originariamente aperti a particolari bid’a (“innovazioni”) e le figure femminili erano molto influenti: Fatima, la figlia di Maometto, fu la capostipite dei Fatimidi.
Mahdia, quale luogo destinato non solo a sito storico e commerciale, ma anche propulsore di iniziative sociali. In questa meravigliosa località, Maria Gabriella Incisa di Camerana, istruttrice e nobildonna torinese, si è trasferita circa 23 anni fa, fondando e gestendo, tutt’oggi, il noto Centro Ippico Mahdia con dedizione e innato amore per i cavalli. Proprio in questo suggestivo ambiente Maria Gabriella ha avviato il progetto di Zooterapia per i bambini autistici tunisini, ottenendo sorprendenti risultati con la Pet Therapy. La Pet Therapy, Terapia o Attività Assistita dagli Animali, è un trattamento rivolto a persone di ogni età, che desiderano migliorare la qualità della vita interagendo con gli animali: non è e non deve essere inteso in sostituzione delle cure mediche, ma come ausilio non invasivo. Il beneficio della compagnia di un cane su un bambino autistico venne scoperto nel 1953 da Boris Levison, psicoterapeuta infantile: il termine Pet Therapy venne utilizzato per la prima volta nel suo libro “The Dog As Co-Therapist”, enunciando le prime teorie.
Maria Gabriella Incisa di Camerana ha rilasciato ad iROGPRESS una speciale intervista.
Maria Gabriella, come e quando nasce la sua intensa e sincera passione per i cavalli?
“All’età in cui i bambini giocavano con le bambole, i trenini ed i lego, io avevo già un pony. Uno Shetland, nero come il carbone, proveniente dalle isole scozzesi da cui prende il nome. Lo scelsi io, presso un importatore della campagna vercellese: mi portò mio padre, avevo tre anni; lo indicai con l’indice puntato tra un branco di circa venti cavallini. Mio padre, cavaliere e allevatore di cavalli, influenzò le mie scelte trasmettendomi le sue passioni. Mi narrava spesso le rocambolesche vicende di Hārūn al-Rashīd (poeta, califfo e politico arabo Hārūn al-Rashīd, citato anche nelle “Mille e una notte”) con il suo cavallo arabo: eguale cavallo in bronzo troneggiava sulla scrivania di papà; spesso mi leggeva passi tratti dal libro ‘I cavalli del Sahara’, opera ottocentesca frutto del carteggio tra il generale francese Daumas e l’emiro Abd-El-Khader, eroe della resistenza algerina. Durante il giorno amavo, in sella al mio peloso pony, correre per le campagne piemontesi, tra i vigneti del Roero: la notte, però, nella mia cameretta decorata con stampe e quadri a tema equino, sognavo di galoppare tra le dune del deserto, come Lawrence d’Arabia. Un sogno che diventò realtà: una vacanza fortuita mi condusse sulla costa tunisina, nella piccola città di Mahdia, non sapendo che lì avrei trovato l’amore della mia vita, un amore a quattro zoccoli: Onci (si pronuncia “Onsi”, in arabo “colui che allevia la tua solitudine”), un vero “coup de foudre”, un colpo di fulmine. Il fulmine primordiale della mia avventura equestre in Tunisia, in cui tutt’ora gestisco una scuola di equitazione, in un verdeggiante parco, nel cuore della zona turistica di Mahdia; la scuola di equitazione oggi conta ben 33 equini e non solo cavalli! Nel mio team ci sono anche gatti, conigli, anatre, un falcone ed una scimmia, ma soprattutto due razze in via di estinzione: gli “sloughi” o levrieri berberi ed i “pony di Mogods”, piccoli cavallini delle montagne tunisine, immortalati nei mosaici romani conservati nel Museo del Bardo a Tunisi. Grazie alla ridotta taglia e proporzionalmente elegante, in accordo al carattere docile e mansueto, questi pony tunisini consentono una pratica dell’equitazione dedicata non solo ai più piccoli, ma anche ai portatori di handicap.
Il progetto ZOO.Ani.Me.c.© è incluso nel suo Centro Ippico Mahdia ed è collaborativo con associazioni locali: cosa prevede prevede e quali fini persegue?
“Presso il Centro Ippico Mahdia l’equitazione è rivolta anche ai diversamente abili e, integrando con altri animali presenti nel Centro, tutto si amalgama in un progetto integrato di zooterapia denominato ‘Zoo.Ani.Me.C©’ elaborato in collaborazione con il dottor Slim Annabi, neuropsichiatra infantile e per adulti, operativo a Tunisi. In concreto si tratta di attività di psicomotricità assistite dagli animali, per stimolare ed accelerare i processi di apprendimento e di crescita del bambino, in una mediazione triangolare che si instaura tra animale, zooterapeuta e paziente.
La zooterapia è un intervento ausiliario, e non sostitutivo delle terapie convenzionali, dove l’animale gioca un ruolo di intermediario e di catalizzatore tra lo zooterapeuta ed il paziente. Una stimolazione ludica attraverso la quale esplora, scopre, ripete, apprende, comprende e quindi ‘cresce’, sotto il registro del ‘piacere’, stimolo che favorisce l’apprendimento, in un percorso di benessere e migliorando la qualità della vita. La zooterapia non è solo una risorsa per gravi patologie: dobbiamo pensarla anche come cura alla ‘Sindrome per mancanza di natura’.
La Pet Therapy risveglia i bambini disconnessi dalla natura, che possono manifestare più sintomi come l’obesità, diabete, dipendenza da dolci, malattie cardiovascolari, asma, allergie, intolleranze, deficit e disturbi dell’attenzione, difficoltà di concentrazione, disturbi comportamentali, iperattività, aggressività, tendenza all’isolamento, eccesso di vita sedentaria, dipendenza da videogiochi e televisione, alterata percezione della realtà (cioè la capacità di percepire un pericolo, per conoscere le sue capacità fisiche, per identificare i sentimenti e quelle degli altri, un comportamento responsabile), miopia e carenza di vitamina D. Il Centro Ippico Mahdia, nella zona turistica di Mahdia, è una scuola di equitazione operativa da più di un ventennio. Affiliato all’ E.N.G.E.A. EQUITAZIONE e all’ OIPES-APS, ente equestre italiano che, oltre ad essere attivo per sport di natura ippica, opera nella formazione professionale, nella protezione dell’ambiente e nello sviluppo per un turismo sostenibile; il Centro Ippico Mahdia offre un ricco e diversificato programma equestre che include, oltre alle consuete lezioni e passeggiate: il Baby Pony (una educazione equestre per bambini dai 2 anni e mezzo di età), il Ponyday© (un’animazione pomeridiana strutturata espressamente per gli allievi delle scuole materne, elementari e medie), e ovviamente il progetto ZOO.Ani.Me.c.©, articolato e non solo inteso come diretto intervento zooterapico.
Il progetto ZOO.Ani.Me.c.© deve essere inteso come stretta collaborazione con associazioni locali di portatori di handicap, centro di formazione professionale e stage per operatori tunisini e europei nella filiera ippica, come partner attivo degli hotel locali, dei Tour Operator tunisini ed europei e soprattutto per la promozione di un ‘Turismo senza barriere’, quindi vacanze tematiche a favore della salute e benessere psicofisico, con chiari segmenti pedagogici e terapeutici. Inoltre, con il progetto Hayawanet©, ci poniamo a tutela e salvaguardia di razze autoctone tunisine, minacciate di estinzione, come il cavallo berbero, il pony di Mogods e lo Sloughi o il levriero berbero. Infine ZOO.Ani.Me.c.© è anche un punto di ricerca per partenariato e cooperazioni, con onlus e associazioni internazionali, che perseguono i medesimi obbiettivi”.
Per l’iniziativa di Pet-Therapy, a favore di bambini autistici tunisini, è stato coniato l’hashtag #AutismPetTherapyTunisia: Cosa è esattamente? Coinvolge solo i cavalli?
“Tra le attività a sostegno del mese di aprile, mese della sensibilizzazione all’autismo, sabato 1 il Centro Ippico Mahdia ha lanciato l’iniziativa ‘BLUE HORSES – Les Chevaux en bleu’, con una ‘Giornata porte aperte’ e proseguita con la partecipazione attiva a seminari organizzati dalle associazioni locali, sostenuta da una forte campagna mediatica sui giornali, radio e televisioni locali. L’iniziativa si è conclusa con il lancio via Internet dell’hashtag #AutismPetTherapyTunisa, al fine di promuovere la Pet Therapy a favore dei bambini autistici, delle regionali associazioni tunisine e per sensibilizzare famiglie, operatori di settore e non, stampa locale ed estera ed un pubblico quanto più ampio possibile.
#AutismPetTherapyTunisia propone agli internauti di condividere un momento di vita quotidiana, perché no insieme ai propri animali, su Facebook, Twitter o Instagram per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni locali sulla difficile realtà dei bambini autistici in Tunisia. Un momento di solidarietà ed affetto per sottolineare, anche virtualmente, che questi bambini e le loro famiglie non sono sole. Una gara di solidarietà in favore di bambini diversamente abili, in un paese che sta lottando per un percorso di democrazia e libertà. Basterà pubblicare, su social, una o più foto con la dicitura in calce: #AutismPetTherapyTunisia; infrangere i limiti geografici della comunicazione è oggi molto più agevole. Presso il Centro Ippico Mahdia, oltre i cavalli, abitano animali sensibili come cani, gatti ed una scimmia: unitamente ad una attenzione costante dei minimi segnali dei nostri pazienti, sono state confutate diagnosi errate, riportando alla normalità alcuni casi che sembravano ormai irreversibili e che sarebbero potuti essere drammatici sia per gli autistici sia per le loro famiglie.
Tutto ciò non è stato facile: inizialmente la difficoltà maggiore è stata introdurre animali come ‘mediatori terapeutici’ in un paese dove essi sono difficilmente tollerati a causa del fondamentalismo religioso islamico: in Tunisia i bambini sono educati sin da piccoli ad averne paura, il cane è ritenuto impuro e il pelo del gatto pericoloso per la salute, il cavallo calcia e morde mentre la scimmia è un animale dannoso per l’agricoltura”.
Maria Gabriella, ricorda in particolare una esperienza di Pet-Therapy, presso il suo Centro Ippico, che Le ha spalancato ulteriormente il cuore?
“Ricordo Diana: una adolescente tedesca che soffriva di gravi disabilità mentali e fisiche, da quando aveva 2 anni, con scarsa coordinazione degli arti superiori e inferiori, dell’equilibrio ed una difficile comunicazione verbale. Notai che Diana, giunta al Centro Ippico Mahdia, rivolgeva un forte interesse verso i cavalli e tentai di convincere i suoi genitori di iscriverla, nonostante le difficoltà di disabilità, ad un corso con lezioni individuali. L’ultimo giorno di vacanza, la piccola Diana venne al maneggio da sola, non accompagnata dai genitori e si avvicinò al suo cavallo preferito, accarezzandolo ed estraendo zucchero dalle sue tasche: lo accarezzò con amore e gli disse ‘Gamil, ti amo’: eppure, prima di questa esperienza, Diana si esprimeva attraverso suoni comprensibili solo ai famigliari più stretti. Tentai di convincere i genitori a fare proseguire la terapia con i cavalli anche in Germania. Diana tornò in vacanza l’estate seguente, si iscrisse nuovamente ai nostri corsi di zooterapia; un cambiamento radicale: la piccola brandì orgogliosamente una coccarda vinta in una gara di ‘volteggio a squadre’, in un campionato tedesco per portatori di handicap. Pochi dei presenti hanno potuto trattenere le lacrime quando Diana si avvicinò a me, mi offrì il suo trofeo, certamente sudato, e mi disse ‘Questa coccarda è per te: sei tu che l’hai vinta’”.
Come potresti riassumere, Maria Gabriella, il tuo ventennio in Tunisia?
“La mia più grande vittoria è il sorriso di un bambino!”.
Grazie alla generosità di aziende, privati ed istituzioni il Centro Ippico Mahdia ha messo a disposizione abbonamenti per i bambini poveri della regione del Sahel tunisino, aderenti a varie associazioni locali, per alcune sedute di Pet Therapy: questi abbonamenti, promossi e condivisi in internet, hanno suscitato l’interesse di benefattori stranieri che, in memoria di indimenticabili vacanze trascorse proprio in Tunisia, non hanno chiuso gli occhi di fronte alla felicità ed al benessere di coloro che sono affetti da svantaggi naturali. In un mondo globalizzato ed economicamente emancipato non v’è motivo di restringere i propri cuori, confinandoli nella oppiacea cecità per difformi realtà.
“Quando il mondo del cavallo incontra il pianeta dell’autismo – afferma Maria Gabriella Incisa di Camerana – è un universo che si espande”.
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Centro Ippico Mahdia
Progetto Zoo.Animec