Web ovvero rete quale fonte di informazioni utili, fotografie, video, news, dati aziendali o privati informativi e formativi: è sufficiente un click “user friendly” nell’epoca del ridotto “digital divide” per incorrere in esperienze spiacevoli per molti minori. Proprio la riduzione del divario digitale e la disponibilità di mezzi flessibili e mobili, la veloce e anonima connessione consentono un uso della comunicazione virtuale senza limiti geografici e in massima anonimia, anche per scopi illegali o perversi.
La pedopornografia è un reato sempre più frequente; i minori cadono nelle maglie della rete con la convinzione che alla “visibilità” virtuale corrisponda realmente il soggetto del presunto profilo con cui si interagisce: tramite “referenze” è possibile accedere a “comunità” o piattaforme che coinvolgono migliaia di persone nel mondo ed in cui sono reperibili video e immagini violente, autoprodotte e scambiate per scopi illeciti; spesso gli adolescenti non sono consci del pericolo di scambio di tale materiale. E’ così che si sviluppa così il cosiddetto “grooming” ovvero l’adescamento online di bambini per soddisfare fantasie sessuali di certi adulti. Le tecniche di adescamento vengono sempre più affinate e indirettamente supportate dalla tecnologia sempre più avanzata che consente elevati livelli di privacy per rendere anonimo l’orco a caccia di minori: dialoghi in chat, condivisione di falsi profili nei social network e scambio di notizie al fine di acquisire la fiducia della probabile vittima, tentando di carpire in malafede l’indirizzo di residenza, informazioni sui luoghi frequentati e il numero di telefono per tentare, successivamente, un approccio fisico. Frequentemente vengono fatti regali di modeste entità al minore, quali ricariche telefoniche per acquisire ulteriore fiducia e mantenere un rapporto a distanza che può proseguire anche mesi, profilando le probabili vittime in base alla fascia di età, sesso, hobby: ovviamente l’adescatore non rivelerà mai la sua reale identità, falsificata fornendo foto personali di terzi, mentendo sulla propria età e affrontando argomenti banali o “mirati” alla vittima. Il persistere del rapporto virtuale induce ad affrontare temi sempre più approfonditi, con confidenze di tipo sessuale e, per taluni, fino al trasporto sentimentale per un incontro “in carne ed ossa”: solo in questi casi verrà rivelata la vera identità dell’orco. Spesso l’adescatore richiede immagini personali ed osè del minore: se fornite, il fine pedopornografico può evolversi in successive azioni di minaccia e ricatto.
Il “Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia on line” (Cncpo), diretto dal Vice Questore Aggiunto Elvida D’Amato, si occupa di contrastare il problema della diffusione del materiale pedopornografico e dell’adescamento di minori; il Cncpo fa parte del Servizio postale e delle comunicazioni della Polizia, ente tutore della legalità e della sicurezza nel web, diretto da Roberto Di Legami.
“La polizia del Web, composta da investigatori esperti con tecnologie innovative molto sofisticate, è sempre stata uno dei nostri partner principali – spiega il giudice Maria Cristina Posa (magistrato del Department of Justice Criminal Division) – nel contrasto alla pedopornografia on line. Dato che le vittime e gli sfruttatori si trovano su piattaforme globali, non rispettando i confini internazionali, anche i nostri mezzi di contrasto devono essere altrettanto globali”(*). Sempre più gli agenti devono infiltrarsi con alias per contrastare e penetrare la fitta rete di insidie e illeciti, passando moltissime ore collegati alla rete e costretti a visionare filmati e immagini anche raccapriccianti, diffuse nel cosiddetto “Deep Web” ovvero una forma del Web sommerso, per intercettare contatti e scambi illegali: il sistema utilizzato più frequentemente dagli aguzzini è T.O.R. (“The Onion Router”) che consente di mascherare il proprio IP e fa rimbalzare la connessione su molti server sparsi nel mondo. Il Deep Web è accessibile anche da dispositivi mobili, come smartphone e tablet, quindi alla portata non domestica e controllata dei minori: la famiglia svolge un ruolo importante se non sottovaluta l’utilizzo di internet o alcuni sintomi ravvisabili nel comportamento dei figli: calo di autostima e sicurezza, atteggiamenti introversi che allontanano dai rapporti con la famiglia o i genitori, isolamento dalle amicizie abituali, stanchezza e cambio delle abitudini del sonno, ansia e difficoltà scolastiche fuori dalla norma. Sebbene siano sintomi generici, è necessario ascoltare e comprendere i disagi: la mancanza di dialogo rischia di “consegnare” la preda nelle mani dell’orco o, in altri casi, rendere il minore vittima di cyberbullismo, altro rischio della navigazione imprudente. E’ necessario insegnare ai propri figli l’uso sicuro di Internet, senza proibirlo: il divieto assoluto e imposto potrebbe essere una istintiva reazione eccessiva, poiché i minori eviterebbero di riferire ai genitori anomalie e problemi per timore di non poterlo più utilizzare.
«Nella legislazione italiana – afferma Elvira D’Amato – esiste un’ampia varietà di reati e di aggravanti che riguardano la pedopornografia. Si va dai due anni, fino ad arrivare a 12 nei casi più gravi. Se c’è anche l’abuso sessuale si va oltre, e se è presente il reato associativo si aggravano ulteriormente le posizioni dell’imputato. Noi, come centro di contrasto siamo stati tra i primi, a livello internazionale, a sperimentare le indagini sulle Darknet, facendo approvare recentemente un’aggravante speciale dal legislatore: l’utilizzo di sistemi di anonimizzazione” (*).
Il fenomeno del “sexting”, invio di testi o immagini sessualmente esplicite, è in crescita esponenziale: la deliberata autoproduzione e autopromozione di materiale a sfondo sessuale è messo in rete anche per mano di minori e l’ampia diffusione è agevolata dalla incontrollabilità.
In una intervista video il Vice Questore Aggiunto Elvida D’Amato spiega che “I minori che noi incontriamo spesso nelle scuole non sono certamente sprovveduti. E’ importantissimo dire loro che esiste anche una forma più ampia di netiquette, cioè un modo civile di stare in Rete. Non è giusto navigare per ore e ore ogni giorno, non è giusto sostituire alla vita reale il computer perché lì si annidano rischi e perché è quasi impossibile per i genitori controllare sempre e comunque cosa fa il proprio ragazzo in Rete. Quindi, ridurre i tempi di navigazione significa automaticamente ridurre questi rischi…” (http://www.osservatoriopedofilia.gov.it/dpo/it/video_dettaglio.wp?contentId=MLT1012).
La legge 1 ottobre 2012 n.172 di ratifica della Convenzione di Lanzarote, ha previsto l’introduzione del nuovo reato di “adescamento di minorenni” (art. 609-undecies del codice penale), ovvero qualsiasi atto volto a carpire la fiducia di un minore di 16 anni attraverso artifici, lusinghe o minacce posti in essere anche mediante l’utilizzo della rete internet o di altre reti o mezzi di comunicazione, allo scopo di commettere uno dei reati sessuali contro i minori previsti dalla legge: per simile reato è prevista la pena della reclusione da 1 a 3 anni. Le pene sono inasprite dal recente decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 39, che recepisce la Direttiva 2011/93/UE.
In caso di necessità è possibile fare riferimento al 114 Emergenza Infanzia (linea telefonica gestita da Telefono Azzurro, alla quale possono chiamare bambini, ragazzi ed anche adulti – http://www.114.it/), fare segnalazioni o denunciare reati al Commissariato di Polizia Sicurezza OnLine (http://www.commissariatodips.it/) o visitare il sito della Polizia di Stato “sezione giovanissimi” (http://www.poliziadistato.it/pds/giovanissimi/main.htm), ontattare la Polizia Postale, scrivere all’Associazione Meter Onlus (http://www.associazionemeter.org/index.php/segnala-pedopornografia); solo l’Associazione Meter Onlus, nel decennio dal 2003 al 2013, ha segnalato alle autorità competenti 107.781 siti sospetti.
I ragazzi devono capire che in Rete esistono delle regole di comportamento (Poliziotta, Elvira)
(*) = intervista tratta da: “Giochi sporchi nel Deep Web”, di Valentina Pistillo - poliziamoderna.it