Sebbene molti esponenti politici e cittadini d’Europa perseguano l’immaginaria idea di una Unione forte e responsabile, emancipata e coesa, ebbene oggi il mito del “viviamo tranquilli a casa nostra” è nuovamente e tristemente sfatato da attentati terroristici per mano di criminali che, secondo testimonianze di sopravvissuti, hanno urlato in lingua araba e poi aperto il fuoco, prima delle esplosioni.
Questa mattina Bruxelles è stata accolta da esplosioni e attentati logisticamente premeditati, probabilmente dopo l’arresto del terrorista Salah Abdeslam , la mente delle stragi di Parigi.
Alle ore 8:00 circa, nella hall dell’aeroporto di Zaventem, fanatici terroristi di presunta fede islamica, hanno portato a termine il primo attentato: al momento 13 morti ed un numero non precisato di feriti gravi. Testimoni parlano di corpi smembrati e svenimenti all’entrata dell’area aeroportuale. Sky News ha annunciato che le due esplosioni hanno riguardato l’area partenze del desk di American Airlines. Gli ordigni non sono esplosi tutti: altri sono stati trovati all’interno dell’aeroporto; secondo il media belga Vrt, una delle esplosioni sembra riconducibile a kamikaze.
Tra le ore 8:36 e 8:40 la paura attanaglia il Belgio e, di riflesso, l’Europa: la Sncb (società ferroviaria belga) ha annunciato a mezzo Twitter la sospensione immediata dei treni verso l’aeroporto, su ordine della polizia; nel frattempo viene chiuso anche l’aeroporto, mentre si sussegue un via-vai di ambulanze e forze dell’ordine. Il Belgio, cuore d’Europa, è tramortito ed altre iniziative mortali sono in agguato.
Alle 9:00 circa è convocato d’urgenza il Consiglio nazionale per sicurezza, l’Ambasciata Italiana a Bruxelles invita i connazionali a non dirigersi verso l’aeroporto. Non c’è tempo per riprendersi dallo shock: il livello di sicurezza è elevato a 4: chiusa la stazione centrale, ma altre esplosioni colpiscono improvvisamente il metrò di Malbeek e il metrò di Schumann causando almeno 15 vittime; ancora morte e sofferenza.
Un turbinio di esplosioni, di militari in strada, morti e feriti che dovrebbero scuotere maggiormente il coraggio della politica nazionale e internazionale, ma il politically correct impone ancora la forma: nel frattempo vengono chiusi i musei: nessuno è esente dal pericolo imprevedibile.
Alle ore 10:02 il flash del Tgcom24: “Esultano jihadisti sul web: “Magnifico” – “Sui social media i jihadisti esultano dopo le esplosioni che hanno seminato il terrore a Bruxelles. “Incursione a Bruxelles: è magnifico”, twitta Karim Abdul Salam sul suo account “Ksalam”; un commento accompagnato dall’hashtag “GazwatBruxelles” che in arabo significa “Incursione di Bruxelles”, divenuta subito virale. Un altro Hastagh twittato è “Bruxelles Brucia”.
Il terrorismo non può diventare la normalità, non può essere motivo di incitamento alla morte o festeggiamento.
Alle ore 10:13, a titolo precauzionale, le scuole di Bruxelles iniziano operazioni di evacuazione degli studenti e corpo decente; si susseguono iniziative al fine di bloccare tratte verso il Belgio: il Viminale dichiara il rafforzamento della sicurezza di tutti gli aeroporti italiani, Alitalia sospende tutti i voli da e per Bruxelles, Eurostar sospende tutte le tratte da e per Bruxelles, l’aeroporto di Francoforte rafforza le misure di sicurezza, la stazione ferroviaria di Anversa viene evacuata e sono bloccati tutti i collegamenti da e per Bruxelles. Bruxelles è ormai una città isolata dall’Europa, impermeabile al mondo. Messa sotto scacco e sottovuoto dalla cecità universale e politica forse per la colpa di interpretare l’invasione incontrollata come un atto storico da tenere sotto osservazione: la probabile realtà è che il controllo, in molti casi, è sfuggito di mano e le infiltrazioni annose hanno stanziato cellule terroristiche pronte a tutto, ovunque ed in qualsiasi momento: molti timer in attesa di uccidere.
Pochi minuti fa il Ministro degli Estri italiano, Paolo Gentiloni, dichiara che “Per ora non risultano cittadini italiani coinvolti negli attentati di Bruxelles“.
La sensibilità e l’evidenza dei fatti induce a tenere alto il livello di sicurezza in tutta Europa, nelle città con monumenti storici e religiosi, aeroporti, ponti, gallerie, autostrade e stazioni anche meno importanti poiché là dove la guardia è più bassa, la vita è altrettanto in pericolo. Non deve prevalere la paura o la fobia, è sufficiente essere prudenti quanto possibile e proseguire con attenzione il regolare vivere quotidiano.
Notiamo che un dato è coincidente tra gli attentati del 13 novembre in Parigi e quello odierno (22 marzo) a Bruxelles: la somma delle cifre di ciascuna data ha il medesimo risultato: 4. Frequenti, in tutti gli attentati dal 11 settembre, le presenze del numero 2, della somma o differenza che riconducono al 2 o nei multipli o sottomultipli. Non avrà un senso, forse, ma invitiamo chi di competenza alle dovute riflessioni del caso. Il terrorismo riconducibile a fanatici di fede islamica non terminerà a breve, ma un brivido riporta il 4 ad una città italiana: Roma. Nessun preventivo allarmismo, ma uno stimolo di riflessione e di attenzione: lo Stivale è una gruyère dove chiunque transita, terroristi compresi.
“Gli ultimi gravissimi attentati di Bruxelles – ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – confermano tragicamente che l’obiettivo del terrorismo fondamentalista è la cultura di libertà e democrazia […] Occorre affrontare questa sfida decisiva con una comune strategia, che consideri la questione in tutti i suoi aspetti: di sicurezza, militare, culturale, di cooperazione allo sviluppo. In gioco ci sono la libertà e il futuro della convivenza umana“.
Siti jihadisti lasciano intendere che gli attacchi siano la risposta all’arresto di Salah: al momento la frontiera Belgio-Francia è totalmente chiusa ed il Premier belga dichiara “E’ accaduto quanto temevamo”: è sufficiente riconoscerlo?
Un appello della Croce Rossa invita a donare il sangue per i feriti.
#PrayForBruxelles, #PrayForBelgium.