Oriana Fallaci era orgogliosamente Fiorentina: se all’estero Le chiedevano la provenienza, ella rispondeva “…Firenze. Non: Italia. Perché non è la stessa cosa”. Una donna che amava definirsi “scrittore” e non “scrittrice”, amante della letteratura e gran divoratrice di libri sin dalla giovane età, quando amava rinchiudersi nella “Sala dei Libri”, un salottino che i suoi genitori avevano adibito a biblioteca in casa, dove custodivano preziosamente i libri acquistati anche a rate.
Oriana ha fatto riflettere e discutere con i suoi libri e articoli di giornale, ha sensibilizzato e stuzzicato potenti e politici senza timore, con domande scottanti spesso esplosive. La sua capacità di analisi e critica, oltre l’innata razionale vena polemica sono lampanti fin dall’esame della maturità scolastica, presentando un tema con il titolo “Il concetto di patria dalla Polis greca a oggi”: nacque una opposizione di vedute tra i docenti e commissione d’esame, tra conservatori e illuminati e, nonostante il “putiferio” immaginabile, riuscì ad ottenere il massimo dei voti, se non fosse per quel “meno” affianco al 10. La scrittura divenne la vita di Oriana: schietta, senza compromessi e ovunque in prima linea. La prima donna italiana ad essere impegnata come corrispondente da zone di guerra.
A Padova, venerdì 11 marzo alle ore 20.45, presso il Caffè Pedrocchi (sala Rossini), verrà reso omaggio ad Oriana Fallaci con una conferenza che vedrà la partecipazione e testimonianza straordinaria del giornalista e scrittore Magdi Cristiano Allam, amico e collega della Fallaci: Allam, al termine del dibattito, presenterà il suo ultimo libro “Islam. Siamo in guerra”, secondo il quale “…È il Jihad, la guerra santa islamica, scatenata dal terrorismo islamico dei tagliagole, che ci sottomettono con la paura di essere decapitati, e dei taglialingue, che ci conquistano imponendoci la legittimazione dell’islam. È la Terza guerra mondiale, che vede partecipi la Finanza speculativa globalizzata, l’Eurocrazia, lo Stato-Mafia e la Chiesa relativista; che distrugge l’economia reale e impoverisce i popoli, spoglia gli Stati della sovranità e pone fine alla democrazia sostanziale, scardina la certezza di chi siamo e ci trasforma nel meticciato etnico e culturale. È ora di prendere atto della realtà della guerra in corso, essere consapevoli che, o si combatte per vincere, o la subiremo e saremo sottomessi all’islam…”.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Magdi Cristiano Allam, per una sua riflessione in esclusiva prima del convegno.
Magdi Cristiano Allam, Lei ha conosciuto personalmente Oriana Fallaci, come collega ed amico…
“Ho avuto la fortuna di conoscerla negli ultimi tre anni della sua vita, dal 2003 al 2006: quest’anno ricorrono dieci anni dalla morte di Oriana; morì il 15 settembre del 2006. Fu lei a cercarmi, ad esprimermi il suo apprezzamento per il mio pensiero, ciò che scrivevo. Ci siamo incontrati ripetutamente in Italia, sia a Milano sia nella sua abitazione in Toscana, condividendo la condanna ovvia al terrorismo islamico ed a questa Europa che ad esso si sottomette. Avevamo iniziato a scrivere insieme un libro, una mia intervista a Lei, ma l’iniziativa non andò in porto. E’ stato un rapporto molto intenso, con reciproca stima. Lei viveva un suo mondo, era la voce in grado di scuotere le coscienze degli italiani ed i suoi libri sono stati tradotti ormai in tutte le lingue, vendendo milioni di copie; è stata per me una fortuna ed un onore poterla conoscere, pur mantenendo delle mie posizioni: io, all’epoca, ero mussulmano e continuavo ad inseguire il mito dell’Islam moderato, che Lei in modo preveggente escludeva. Resta da parte mia il convincimento che le persone vadano comunque rispettate, valutate sulla base delle loro azioni, senza criminalizzare le persone per il solo riferimento ad una religione. Non ho mai sposato la tesi di chi condanna i mussulmani, io condanno l’Islam. Rispetto ad Oriana, e tanti altri, io mantengo ferma la distinzione tra le persone e la religione: questo è in sintesi il contenuto di una affettuosa amicizia; Lei era molto provata dal tumore che l’aveva ridotta a pelle e ossa, non amava mostrarsi in pubblico o ricevere persone: sono stato uno dei pochissimi che Oriana aveva accettato di incontrare negli ultimi anni della sua vita”.
La vita di Oriana Fallaci è stata raccontata dalle maggiori testate giornalistiche mondiali, creando a suo tempo il caso “Fallaci”: «New York Times Magazine”, ”Washington Post”, “Le Figaro littéraire”, “Look”, “The New Republic”, “Life”, “Newsweek”, “Le Nouvel Observateur”, “Der Stern”, “Time” e “Vogue”, “Rolling Stone” e “Playboy”.
Non potevamo esimerci dall’intervistare Elisabetta Beggio, Presidente dell’associazione organizzatrice “Movimento del Buonsenso – Padova” e Consigliera Comunale.
Elisabetta Beggio, come è nata l’iniziativa di organizzare a Padova una conferenza dedicata ad Oriana Fallaci?
“Oriana Fallaci è stata senza dubbio una delle più grandi giornaliste e scrittrici del XX secolo. Una donna straordinaria che ha dedicato la sua vita alla ricerca della verità, una verità scomoda che nessun altro ha avuto il coraggio di raccontare. Profeta di un declino che oggi è sotto gli occhi di tutti. Nel corso degli anni ho letto e riletto i suoi libri, i suoi articoli, le sue interviste ed è diventata per me è un punto di riferimento, un modello a cui ispirarmi. E fortunatamente, non solo per me. Condivido questa devozione con lo straordinario gruppo del Movimento del Buonsenso, l’Associazione di cui sono Presidente e che ha organizzato la conferenza. Così lo scorso anno è nata l’iniziativa “Una strada per Oriana” che si è trasformata in una mozione, di cui sono prima firmataria, per intitolare una via, strada, piazza o giardino ad Oriana Fallaci, discussa, votata e approvata dal Consiglio Comunale il 24 febbraio 2015. Non tutti i padovani, però, soprattutto i più giovani, conoscono la sua intensa vita come ad esempio la sua militanza nella Resistenza, la sua esperienza in California e in Texas nella basi della Nasa o il fatto che sia stata la prima giornalista italiana al fronte come inviata. Per questo nel corso di una riunione abbiamo deciso di organizzare una serata per renderle omaggio”.
Oriana Fallaci è stata considerata come colei che profetizzava una invasione e “colonizzazione” europea da parte dell’Islam oltre ad essere una donna di carattere e straordinaria forza intellettuale: Lei Elisabetta, come donna, come valuta i continui attacchi ad Oriana Fallaci in qualità di donna-giornalista e anti-islamica? Cosa condivide con la Fallaci? E’ stata profeta incompresa?
“Negli anni successivi alla pubblicazione della trilogia, Oriana è stata aspramente criticata, insultata, processata per il suo coraggio e per le sue idee. Reato d’opinione: un’imputazione che non dovrebbe esistere in un Paese civile. Oggi, invece, dopo i sanguinosi attentati di Parigi e i tragici fatti di Colonia, sui social network è tutto un “scusaci Oriana, avevi ragione”, si citano interi brani tratti da “La rabbia e l’orgoglio e “La forza della ragione”, mentre sui giornali che le hanno riservato solo annose indifferenze, campeggiano titoli con suoi concetti e le sue parole. Sembra quasi un riconoscimento postumo alla sua profezia. Oriana Fallaci, con grande acume e lucidità, è stata tra le poche voci dissonanti, nel panorama dell’informazione e della cultura, che hanno cercato di descrivere, in maniera realistica, la grave minaccia che il fanatismo integralista islamico avrebbe comportato per le società occidentali. Quanto sta avvenendo in Medioriente, Iraq, Siria e Libia, con la graduale avanzata dell’ISIS, ne è la prova. L’Europa, anzi l’Eurabia, come da Lei sempre temuto, sta rinunciando, in nome del buonismo e della tolleranza accomodante, ai propri capisaldi di libertà e di democrazia. La rinuncia al Crocifisso nelle scuole e negli ospedali, al Presepe, ai canti natalizi, al maiale nelle mense delle scuole sono un chiaro esempio”.
Oriana Fallaci muore il 15 settembre del 2006, all’età di settantasette anni: quale vuoto e quale eredità ha lasciato ai posteri?
“Un vuoto enorme e un’eredità scomoda. Soprattutto per chi, oggi come allora, si ostina a negare che è in atto una guerra, una crociata alla rovescia che mira a distruggere tutto ciò che siamo e che abbiamo conquistato nei secoli, i fondamentali pilastri di libertà e democrazia che caratterizzano la nostra civiltà. Come rappresentante delle Istituzioni ritengo sarebbe utile introdurre la lettura dei suoi testi, la sua inestimabile eredità, nelle scuole superiori”.
Elisabetta Beggio, la Fallaci è stata una donna tutta d‘un pezzo: se l’avesse incontrata, quale domanda avrebbe desiderato farLe e perché?
“Se avessi avuto l’opportunità di incontrarla, le avrei chiesto se avesse mai considerato la possibilità di entrare in politica e quale sarebbe stata la sua strategia per affrontare la minaccia islamica. Alla luce dei fallimenti delle attuali politiche targate Renzi-Alfano, la sua capacità di analisi e lungimiranza avrebbero potuto essere determinanti per le sorti del nostro Paese”.
Il convegno, durante il quale verranno letti brani tratti da sue opere, vedrà la partecipazione di Elisabetta Beggio (Presidente dell’associazione Movimento del Buonsenso – Padova, Consigliera Comunale), Magdi Cristiano Allam (giornalista e scrittore), Matteo Cavatton (Assessore alla Cultura), Mariella Mazzetto (Vice Presidente Consiglio Comunale, Consigliera Provinciale). Moderatore della serata, Mario Zwirner (conduttore e condirettore di Telenuovo).
L’ingresso è libero e gratuito, fino ad esaurimento dei posti disponibili.