Un infarto ha colto di sorpresa l’icona del Soul & Blues Otis Clay: nato l’11 febbraio 1942 a (Waxhaw, Mississippi/USA), è mancato lo scorso 8 gennaio 2016 (Chicago, Illinois/USA) all’età di 73 anni.
Otis Clay è stato uno dei maggiori musicisti del R&B, Soul, Blues e Gospel, un maestro del sentimento e delle emozioni musicali partorite dalle calde e inimitabili abilità vocali. Nato in una contea rurale nel Mississipi, si trasferì a Muncie (Indiana) con la famiglia nel 1953: qui cantò con gruppi gospel locali, successivamente con i Voice of Hope nel Mississipi; si stabì definitivamente a Chicago nel 1957, dove l’esperienza canora divenne sempre più performante, cantando con altri famosi gruppi gospel quali i Golden Jubilaires, Famous Blue Jay Singers, Holy Wonders, ed i Pilgrim Harmonizers. Queste profonde e elevate esperienze musicali, condussero la vena artistica di Otis ad incidere il suo primo brano da solista nel 1962. Seguirono altre incisioni in cui sprigionò la sua anima, ma il primo vero successo venne nel 1967 con la scalata delle hit parade di “That’s How It Is (When You’re In Love)“, raggiungendo al 34.ma posizione della classifica Billboard categoria R&B, seguito a breve da “A Lasting Love” con la 48.ma posizione della classifica Billboard categoria R&B.
Nel 1968 il contratto passò alla casa discografica Atlantic Records che lanciò l’etichetta Cotillion, una controllata della Atlantic Records, con la versione rivista da Otis Clay del brano “She’s About A Mover” (dei Sir Douglas Quintet): divenne il più grande successo pop di Clay, conquistando la 97.ma posizione della Billboard Hot 100 categoria R&B. Seguirono brani, di minore successo, come “Hard Working Woman“(prodotta da Syl Johnson) e “Is It Over?” (prodotta da Willie Mitchell).
Nel 1971, con la casa discografica Hi Records, iniziò nuovamente la scalata delle classifiche più importanti, con brani soul blues ancora oggi ricordati tra le migliori interpretazioni di Otis, conquistando la vena sentimentale di un pubblico sempre più esigente.
Alla fine del 1972 uscì uno dei suoi brani più famosi, “Trying To Live My Life Without You”, conquistando la 102.ma posizione della classifica Billboard Hot 100, la 70.ma posizione nella Cash Box la 24.ma nella categoria R&B; seguì immediatamente la pubblicazione del brano “If I Could Reach Out“. Bob Seger interpretò la cover di Clay “Tryin ‘To Live My Life Without You“, raggiungendo la 5.a posizione rispetto a tutti i brani Pop del 1981.
Nel 1977 pubblicò un grandissimo successo nazionale, “All Because Of Your Love“, conquistando la 44.ma posizione nella categoria R&B e, nel 1980, “The Only Way Is Up” altro successo inciso con l’etichetta discografica Echo Records.
Otis Clay, nonostante i numerosi successi discografici, rimase un cantante che preferiva l’espressione musicale live, con interpretazioni profonde che mai tradivano il pubblico, senza correzioni strumentali, semplicemente se stesso per il piacere degli spettatori e del suo essere semplice e interattivo. Vibrazioni e brividi erano la costante, ogni qual volta partiva una riproduzione di Otis Clay, un mito spesso accomunato ad altri Big con il nomignolo di “King”. Si esibì maggiormente negli Stati Uniti, Europa e Giappone, incidendo tre album live: “Soul Man: Live in Japan”, “Otis Clay Live” (Giappone, Victor VDP-5111) e “Respect Yourself” presso il Lucerne Blues Festival (Svizzera).
Famosi e adrenalinici i due album del 1990, profusi con animo soul per l’etichetta Bullseye Blues, “I’ll Treat You Rightand” e “This Time Around”, oltre l’album gospel del 2007 “Walk a Mile in My Shoes”.
Otis Clay è stato un uomo che ha saputo interpretare le radici del blues, la sofferenza e al contempo l’allegria che contraddistingueva il suo volto, cordiale e espressivo in ciascuno dei suoi concerti. Capacità spontanee e naturali che gli valsero la nomination, nel 2007, al Grammy per il Best Traditional R&B Vocal Performance (Migliore Interpretazione Tradizionale e Vocale R&B) per il suo CD “Walk A Mile in My Shoes”, diventando uno dei brani preferiti per la critica e le radio.
Nel 2013 entrò di diritto nella Blues Hall of Fame di Memphis, lista di artisti che hanno contribuito in modo significativo alla musica blues di tutti i tempi. Lo scorso anno pubblicò con Billy Price il suo ultimo album della carriera: “This Time For Real”.