L’artista di strada o “Busker” è spesso interpretato come un soggetto, o più soggetti che esprimono la propria vena artistica quale stile di vita e non sempre di profitto, talvolta come un ripiego per mancata occupazione o semplice ricollocazione geografica e “fannullona”. Non è sempre corretto, sebbene molti siano le opinioni: alcuni sono veri e propri talenti, innovativi nei modi e originali per altri versi.
Considerando l’ambito musicale, in Italia ed all’estero, spesso l’artista di strada si esibisce per una libera offerta dei passanti, oppure per promuovere iniziative volte alla beneficenza o sensibilizzare il pubblico verso temi specifici: non è qui in discussione il fine, ma valutiamo e vogliamo evidenziare alcune eccellenze sconosciute o poco note. Artisti capaci di incidere album, solcare un palco con le proprie note vocali di fronte a 40 mila persone e non solo: umanità e senso della vita al servizio di milioni di internauti.
Una piazza, una strada o un portico sono sufficienti quali palco per sorprendere, elevare l’umore del viandante, e stimolare il brivido inaspettato della esibizione.
Una eccezione è posta al sentimento per fini sociali: il movimento PLAYING FOR CHANGE. Creato per ispirare e connettere il mondo attraverso la musica, poiché forte è la convinzione dei fondatori nel potere di essa, per distruggere qualsiasi inutile barriera o limite geografico e unire le persone.
PLAYING FOR CHANGE nasce nel 2002 dalla volontà di Mark Johnson (vincitore del premio Grammy Award Produttori/Ingegneria e vincitore del Premio Regia) e Whitney Kroenke (Laurea di Comunicazione Teatrale presso la Northwestern University dove ha lavorato come ballerina, coreografa e attrice).
Mark Johnson ha perfezionato una “tecnica e strumentazione mobile” che consente di registrare le performances in qualsiasi luogo, in qualsiasi nazione e location con un unico obiettivo: combinare artisti e musicisti, per creare songs around the world o riprodurre brani di noti artisti attuali o del passato. Una sorta di musical vagabondo e improvvisato, vincendo il premio con il documentario “A Cinematic Discovery of Street Musicians”.
PLAYING FOR CHANGE riesce a riunire grandi e sconosciuti artisti, in senso lato, che in comune hanno il linguaggio della musica, creando una globale famiglia d’arte con estrazioni sociali e culturali differenti.
Alcuni fenomeni sono ignoti, ma almeno due dovrebbero infondere brividi d’insolita emozione e vigore musicale: il chitarrista statunitense Roger Ridley (Milton Lee “Roger” Ridley Jr., Contea di Lumpkin, 30/04/1948 – Los Angeles, 16/11/2005 – voce e chitarra) soprannominato “voce di Dio” e artista di strada in Santa Monica (California), oltre il busker di New Orleans Grandpa Elliott (Elliott Small, New Orleans, 10/07/1945 – voce e armonica). Icone di strada che si esibiscono di fronte ad un pubblico d’asfalto-temporale: milioni di persone hanno apprezzato il “business della gioia”. Mark Johnson scoprì Roger Ridley nel 2005, durante una passeggiata in Santa Monica: improvvisamente udì la voce di Ridley, colma di soul. Mark si presentò e si accordò per registrare il brano “Stand by Me” quale song around the world e Ridley accettò, esibendosi in una esilarante e unica performace, immortalata anche nel web. Una vera “voce di Dio”, un’anima donata al libero canto per elargire emozioni e sentimenti di rara udienza, che spinse Mark Johnson a capire quale fosse il motivo che ispirasse Ridley ad esibirsi in strada, e non approfittare del dono naturale per raggiungere la fama meritata: Roger Ridley, nella semplicità che lo accompagnò per l’intero arco della sua vita, interrotta prematuramente, rispose “Man I’m in the Joy business, I come out to be with the people” (“Uomo, io sono impegnato nel business della gioia, esco per stare insieme alla gente”).
PLAYING FOR CHANGE è impegnato, ancora oggi, in esibizioni internazionali per diffondere quel messaggio di amore e speranza, quali armi per unire e non allontanare le anime che risiedono nel pianeta: per questi nobili motivi è stata creata successivamente la PLAYING FOR CHANGE FOUNDATION, una ente no-profit, fisicamente separato dal movimento, con lo scopo di costruire scuole d’arte e musica per i bambini nel mondo, affinchè alle giovani e vergini menti sia concesso il lusso della speranza e genuina ispirazione musicale, qualsiasi sia l’origine o la provenienza dell’individuo. Ad oggi sono previsti sette progetti, di cui almeno tre risultano completati dal 2008:
Ntonga Music School,
Gugulethu, Sudafrica
Ecole de musique de Kirina,
Kirina, Mali
Mitrata Nepal village Music Program,
Kathmandu,Nepal
Intore Culture and Music Center,
Kigali, Rwanda
Bizung music and dance school,
Tamale, Ghana
Tintale Village Teaching Center
Tinatle, Nepal
The Hari Kul Music School,
Kathmandu, Nepal
Mark Johnson, in una intervista pubblicata dal ”The Huffington Post” (27/05/2009, di Mike Ragogna), rende chiaro anche il senso logistico e d’intervento per realizzare i brani: “[…] We then traveled all over the world, through streets, subways, Native (American) Indian reservations, African villages, Himalayan mountains…we went to Dublin…recorded and filmed Bono. None of these musicians had ever met in person. It was the music that brought them together, and the belief that we can do a lot more for this world if we work together…” (“Poi abbiamo viaggiato in tutto il mondo, attraversato strade, sottopassaggi, riserve Indiane (Americani) indigene, villaggi africani, montagne himalayane… siamo andati a Dublino… registrato e filmato Bono…. Nessuno di questi musicisti si mai incontrati di persona. E’ stata la musica che li ha riuniti e la convinzione che possiamo fare molto di più per questo mondo se lavoriamo insieme..”). Prova è la fantastica “Stand by Me”, suonata e cantata in multi-esibizione e assemblata con i frame filmati nel mondo, in momenti e con artisti differenti: Roger Ridley (USA) canto, chitarra acustica; Clarence Bekker (PAESI BASSI) canto; Grandpa Elliott (USA) canto, armonica a bocca; Vusi Mahlasela (SUD AFRICA) canto; Sinamuva (SUD AFRICA) cori, canto; Bhekani Memela (SUD AFRICA) arrangiamento cori; Washboard Chas (USA) washboard; Twin Eagle Drum Group (USA) batteria; Junior Kissangwa Mbouta (CONGO) batteria; Django “Bambolino” Degen (FRANCIA) congas; François Viguié (FRANCIA) pandeiro; Cesar Pope (BRASILE) cavaquinho; Dimitri Dolgonov (RUSSIA) violoncello; Roberto Luti (ITALIA) chitarra resofonica; Geraldo Osal “el Poeta” (VENEZUELA) tres; Dionisio Lopez (VENEZUELA) basso elettrico; Pokei Klaas (SUD AFRICA) upright bass; Reggie McBride (USA) upright bass; Stefano Tomaselli (ITALIA) sassofono contralto.
Un artista italiano, livornese, è impegnato nel movimento PLAYING FOR CHANGE: Roberto Luti. Luti si avvicinò sin dall’infanzia alla musica di matrice Blues e Rock & Roll, ascoltando con il papà i primi brani. A 22 anni partì per gli Stati Uniti, alla scoperta del Blues e dell’avventura: era il 1999, arrivò a New Orleans e tornò in Italia nel 2008. L’esperienza PLAYING FOR CHANGE di Luti si concretizzò nel 2002, lungo quella strada che quotidianamente lo ospitava con la sua chitarra. “Suonare è la mia vita – afferma Luti – è così che ho conosciuto i miei amici, che trascorro piacevolmente il tempo, che ho affrontato difficoltà, viaggiato o acquistato il mio pane”. Stessa meravigliosa sorte per il fratello bassista Simone Luti: ebbe l’opportunità di contribuire al movimento PLAYING FOR CHANGE “…nell’estate del 2010, grazie al fratello minore Roberto, fonte delle sue più importanti ispirazioni, riguardo la musica e affabilità”. Stefano Tomaselli, sassofonista pisano, fu notato tra le strade di Barcellona (Spagna) ed ha collaborato in “Stand by Me” e “Chanda Mama”: “la musica è una estensione della sua vita – afferma Mark Johnson – e la fonte della nostra connessione”.
Nel 2009 PLAYING FOR CHANGE pubblica un CD e un DVD intitolati “Playing For Change: Songs Around the World”: il CD contiene 10 canzoni, il DVD contiene anche un film documentario di 83 minuti girato attraverso il mondo e intitolato “Peace Through Music” (contiene spezzoni di performace e interviste degli artisti) oltre il video “The Playing for Change Foundation” che illustra l’attività della Fondazione.
Nel 2010 è pubblicato l’album dal vivo “Playing for Change Live”: sono riuniti, insieme, artisti provenienti da tutto il mondo.
Nel 2011 esce il disco “Playing For Change 2: Songs Around the World” su CD e DVD. il CD contiene 10 canzoni, il DVD contiene anche un film documentario sul movimento.
Un’impegno per un unico e rimarcato scopo: “…we will make the world a better place”.