comunicato stampa integrale di Luca Claudio (Sindaco di Abano Terme)
E’ così, non riusciamo più a difendere la nostra identità, arriviamo a rinnegare i simboli di quella identità, non riusciamo a difendere il nostro Cristianesimo e duemila anni di storia e tradizioni ad esso legate, stiamo perdendo quel legame profondo fra la sua storia e la tradizione, simbologia, costume e cultura che allo stesso sono sempre stati associati e tramandati di generazione in generazione.
Il Presepio è uno di quei simboli: non appartiene al Cattolicesimo, non è esattamente un simbolo religioso ma è patrimonio della conoscenza e della immaginazione popolare sulla nascita di Cristo. Un’immaginazione che ha dato un corpo e un nome all’avvento del Salvatore e che ci ha regalato sempre l’emozione di sentirci legati, come popolo che crede nel Cristianesimo, nei momenti dove religione e tradizione si fondono e si ritrovano.
Con gli ultimi accadimenti rischiamo di spezzare, o forse lo abbiamo già fatto, questo legame, questa magia, abbiamo privato i bambini di questa emozione, ci siamo “venduti” alla paura di offendere qualcosa o qualcuno facendo diventare questa paura quasi un’ossessione, credendo che questa sia libertà. Invece è esattamente il contrario, è prigionia e privazione della libertà di celebrare ciò che, insieme alla storia, ci ha portati ad essere le persone che siamo stati fino a ieri. Perché oggi qualcosa sta cambiando, in peggio. Perché oggi stiamo preparando un domani che non saremo noi a decidere, ma che subiremo.
Non serve per forza conoscere l’esatta provenienza delle nostre usanze, da dove nascono. Alcune derivano da tradizioni pagane cristianizzate come ad esempio l’”Albero di Natale”. Ma non è questo il punto. Il punto è che il Presepio è bello da immaginare, da costruire, da preparare. E’ bello perché ricorda la nostra infanzia a casa, a scuola, in parrocchia, nelle vetrine che a Natale lo espongono, nelle mostre, nelle rappresentazioni dal vivo: il Presepio e la Natività sono nostri e così dobbiamo sentirli. Nessuno può metterli in dubbio e nessuno può privarcene!
Ovvio quindi che il presepio NON SI TOCCA. Ovvio che spiace vedere la debolezza dell’identità cristiana proprio nei suoi profeti in terra, nella chiesa, nelle parole del Vescovo. E’ già stato detto molto e forse il Vescovo sarà costretto a fare un passo indietro, anche se troppo tardi ormai, ma ancora, non è questo il punto.
Il punto vero è la grande leggerezza e debolezza con cui si sta leggendo e interpretando la questione “presepio” e la correlazione con l’Islam, e questo punto è un fatto gravissimo.
L’IMAM che di fronte alla nostra pazzia collettiva ci dice che dobbiamo celebrare il Cristianesimo e i suoi simboli, che non dobbiamo rinunciarvi!! Non ci rendiamo conto che così facendo ci dimostriamo deboli e attaccabili proprio agli occhi dei fondamentalisti islamici? Loro non rinuncerebbero nemmeno a un minuto di Ramadan con la scusa di non voler offendere gli altri e noi che facciamo? Per non offendere la loro o altrui sensibilità annulliamo le nostre tradizioni popolari legate al Cristianesimo. Ci disconosciamo!
Forse non ci rendiamo ben conto della forza con cui gli Islamici vivono la loro vita indissolubilmente legata alla fede. Si staranno sbellicando dalle risate a vedere un Popolo che ha paura di ricordare il proprio Dio. Staranno già pianificando un futuro dove l’islamismo riuscirà veramente a edificare i propri templi sopra le macerie di un Cristianesimo e di un popolo che ha paura a fare il presepio.
Il Vescovo si è reso conto della gravità delle sue affermazioni? Si è reso conto, lui insieme a tanti laici di moda, che così prestiamo il fianco ai fondamentalisti? Capiamo o no che siamo pecore davanti a leoni? Capiamo o no che rinunciare o mettere in discussione il Cristianesimo non agevolerà la tolleranza né la pace e che di fronte alla forza del pensiero islamico rafforzerà invece la loro convinzione che siamo un popolo facilmente conquistabile?
Il terrorismo islamico ha terrorizzato per primi i rappresentanti di Cristo sulla terra e quei laici colpiti da esagerazione all’attenzione a non offendere. Ma chi offendiamo mi chiedo e Vi chiedo??
In nome di un buonismo che è solo fautore di inasprimento, contrapposizione e strumentalizzazione politica, stiamo dicendo all’Islam che siamo inferiori, deboli, plagiabili nel nostro pensiero politico, nella nostra fede, nelle tradizioni millenarie che a quella fede cristiana si ispirano, nel nostro modo di vivere, nell’indugiare, nel tirarsi indietro. Così dimostriamo la nostra paura e la loro forza.
In nome di un buonismo che ha raggiunto il livello di guardia per pericolosità con le parole del Vescovo, ma che è iniziato già da anni con le assurde battaglie legali per togliere il crocifisso dalle scuole, con le assurde prese di posizioni di maestri e insegnanti che hanno preso decisioni sulle teste dei nostri figli, stiamo dicendo che ogni altro credo o pensiero è superiore al nostro, non pari al nostro.
I rappresentanti islamici ci dicono che possiamo rendere omaggio alla nascita del nostro Cristo, ci dicono di non cancellare le tradizioni cristiane. Loro lo dicono a noi. L’Islam assiste alle nostre celebrazioni “pagane” di Babbo Natale, dei regali, della commercializzazione della natività e si rafforzano grazie alla nostra debolezza, vedono la nostra assoluta mancanza di valori e vedono che la stessa parte proprio dalla Chiesa, dai referenti del Cattolicesimo, da una Chiesa spesso corrotta, ricca e secolarizzata.
Il fondamentalismo si nutre di tutto questo, si alimenta e cresce da questa pochezza morale, da questa approssimazione culturale, da questa inconsistenza religiosa e di fede e ora, con i dubbi sul presepio, anche da questa perdita di identità, tradizione, affezione, legame. Siamo pecore smarrite che nemmeno i cani da pastore riescono a riunire.
Lascio ad ognuno di noi la risposta alla domanda: cosa ci aspetta in futuro?
PER QUANTO MI RIGUARDA IL PRESEPIO NON SI TOCCA, IL PRESEPIO SI FA, QUESTA AMMINISTRAZIONE FARA’ IL PRESEPIO, QUESTO TERRITORIO E LE SUE FAMIGLIE FARANNO IL PRESEPIO, LE NOSTRE SCUOLE FARANNO IL PRESEPIO, I NOSTRI BAMBINI FARANNO IL PRESEPIO.
LA NOSTRA LIBERTA’ NON SI TOCCA!