L’Italo-americano tende, con orgoglio e maestranza, a mantenere un forte legame con le origini e tradizioni: esse rappresentano la naturale evoluzione dell’Italico sentimento. Un legame molto forte con le tradizioni è in dote ad un uomo legato alla singolare tradizione di produzione di vino in casa: Matt Baldassano, 35 anni, cresciuto a Staten Island (sobborgo isolano di New York) produce vino rosso in appartamento, così come il nonno, Giovanni d’Amato originario di Campobasso, lo produceva nella cantina della sua casa Newyorkese.
Baldassano vive in Alphabet City (East Village/Manhattan, New York City) e produce “vino urbano”, in un’altro piccolo appartamento in cui sono ospitate botti di legno e d’acciaio che consentono l’impiego di circa 4000 chilogrammi. Non un’azienda vinicola in collina o in pianura, bensì un appartamento nel cuore di una delle più affollate e importanti città del mondo: New York.
Nella città del proibizionismo era quotidiana, all’epoca, la produzione di alcolici da destinare al mercato nero: oggi Baldassano produce un vino di qualità, in piena regolarità e nel rispetto dei rigorosi canoni produttivi di famiglia; una sorta d’arte ereditata e ben applicata tra le mura in città.
Il motto produttivo sembra essere quanto Baldassano afferma: “You get the grapes, you make it yourself” ovvero “Prendi l’uva, fai da solo”: dove giuridicamente consentito, ovvio. Da quattro anni vengono prodotte 10 tipologie differenti di vino, molto apprezzate dagli associati al Village Winery Club: essi pagano annualmente quote associative a partire da 200 a 450 dollari, consentendo a Baldassano di coprire i costi di gestione, affitto e manutenzione del patìo esterno e dell’abitazione trasformata in “casa vinicola”. La quota di adesione al Village Winery Club concede ai soci di partecipare al processo di produzione ed agli eventi in cui i vini vengono abbinati ad alimenti. Ogni 2 anni viene organizzata la pigiatura dell’uva con i piedi (“grap-stomping”) ed i soci posso partecipare calpestando in tinozze, a piedi nudi, l’uva destinata alla produzione del vino rosso: quest’ultimo, un appuntamento al quale tutti voglio orgogliosamente partecipare: alcuni soci non aspettano altro per poi acquistare quante bottiglie possibili. Il processo di invecchiamento richiede 10-18 mesi, poi si provvede alla etichettatura personalizzata per tutti i membri del Club.
Alla morte del nonno Giovanni, nel 2007 Baldassano venne coinvolto dal cugino maggiore Steve Wisniewski che proseguiva nelle vecchie tradizioni e metodi tramandati: Baldasson preferì affinare con suoi metodi per potere raggiungere una particolare consistenza.
Baldassano, in una intervista del New York Times, afferma che “The idea is to not live among the barrels for my entire life… – prosegue chiarendo che – This allows me to separate home and wine.” (“L’idea è di non vivere tra i barili per tutta la mia vita… Questo mi permette di separare casa e vino”).
Il Village Winery Club è un club le cui intenzioni sono incentrate sulla formazione e l’esperienza della piccola produzione, del vino “fatto a mano”, utilizzando uva di elevata qualità e proveniente da vigneti di tutto il mondo.
I recenti risultati portano alla produzione di due vini in particolare: lo “Spring Vintage 2015” (sarà imbottigliato e pubblicizzato nell’estate 2016) e il “Fall Vintage 2015” (sarà imbottigliato e pubblicizzato nell’autunno 2016).