Nato a Lenola il 30 marzo 1915, Pietro Ingrao è mancato ieri, a Roma, nel suo centesimo anno di età. Un secolo vissuto politicamente e giornalisticamente con un ideale di sinistra, forse quella che considerava con la S maiuscola.
Ingrao è un tassello della storia della Repubblica Italiana e nipote d’arte del nonno, il politico Francesco Ingrao sposato con una cugina e sindaco di Lenola (all’epoca in provincia di Latina): generazioni dedite, nei loro convincimenti e valori, alla edificazione di un Paese attraversato da povertà e guerre, nonostante fosse originario di famiglia borghese e proprietaria di terreni. Maturò la sua adesione al Partito Comunista Italiano nel 1940, dopo avere fatto parte del G.U.F. (Gruppo Universitario Fascista, fondato nel 1920 e con iscrizione volontaria) quale arteria importante del Partito Nazionale Fascista.
Egli fu un partigiano molto attivo, aderì P.C.I. diventandone presto un riferimento e rappresentante dell’”ala sinistra”, portandolo a scontri interni di partito che lo videro spesso in contrasto con Giorgio Amendola.
L’esperienza politica e giornalistica lo ha coinvolto per tutta la vita: direttore del quotidiano l’Unità nel decennio 1947-1957, parlamentare per oltre 40 anni dal 1950 al 1992 (ricoprendo anche il ruolo di capogruppo dal 1964 al 1972).
Non tutti sanno che Ingrao fu il primo comunista a ricoprire l’incarico di Presidente della Camera: nel 1989, all’età di 76 anni ma con l’energia d’un giovane comunista d’altri tempi, fu un acerrimo oppositore alla Bolognina (per altri “Svolta della Bolognina”) che portò allo scioglimento del P.C.I. il 3 febbraio 1991. Una data storica per la sinistra italiana che portò, durante il XX congresso di Rimini, a promuovere la mozione di Achille Occhetto (con avallo di Massimo D’Alema, Piero Fassino e Walter Veltroni) e partorendo il Partito Democratico della Sinistra (P.D.S.) con un nuovo simbolo (una quercia e falce e martello alla base del tronco) e Occhetto primo Segretario. Pietro Ingrao fu uno dei sostenitori del cosiddetto “Fronte del No” capeggiato da Armando Cossutta e in accordo con altri suoi compagni, quali Fausto Bertinotti, Alessandro Natta e Sergio Garavini. Stefano Rodotà venne nominato presidente. Nonostante l’opposizione al “cambiamento”, il P.D.S. e il nuovo simbolo passarono con 376 voti favorevoli e 127 contrari. Cossutta e Garavini non aderirono al nuovo progetto e fondarono il nuovo partito Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea (PRC-SE), spesso abbreviato Rifondazione Comunista, mantenendo il simbolo della falce e martello. Ingrao non entrò mai in Rifondazione Comunista ma fu vicino al partito da indipendente, a partire dal 1997, dopo avere lasciato il P.D.S nel 1993: nel 2013 si schierò apertamente con Sinistra Ecologia Libertà (S.E.L.) dichiarando di concedere il suo voto a favore, oltre essere convinto del principio in comune che favoriva i matrimoni gay.
Pietro Ingrao, padre di cinque figli e scrittore di poesie e libri, dopo avere scritto nel 2007 la sua autobiografia “Volevo la luna”, nel 2014 ha creato un sito internet ad egli dedicato (www.pietroingrao.it), quasi sentisse di dovere lasciare a breve, e per la secolare età, una sua eredità ai giovani della sinistra.
Oggi (dalle ore 15:00 alle 20:00) e domani (dalle ore 10:00 alle 20:00) sarà allestita una Camera Ardente presso la Camera dei Deputati, Sala Aldo Moro.
Come riportato nel profilo Facebook intitolato a Pietro Ingrao, “I Funerali di Stato si svolgeranno Mercoledì 30 settembre alle ore 11,00 in Piazza Montecitorio alla presenza delle Autorità dello Stato […] Lo stesso giorno a Lenola, alle ore 15 il paese accoglierà il feretro di ingrao in Piazza Cavour, dove si svolgerà una cerimonia civile […] Al termine della cerimonia civile il feretro sarà accompagnato in corteo fino al Cimitero dove Ingrao sarà tumulato nella cappella di famiglia.”.