La crisi economica attanaglia il commercio, industria e artigianato, salvo casi di aziende operanti con paesi esteri. L’alto livello di tassazione e imposte non è certo un aiuto alla sopravvivenza delle attività commerciali, ma se ad interferire sono anche altri fattori ebbene potrebbero essere causa di cessazione di attività, fallimenti e suicidi, come avvenuto in Italia e in particolare modo in Veneto e nella provincia padovana.
Un caso particolare a Padova, questa mattina, nella trafficata e residenziale Via Facciolati al civico 104: un edicolante chiude la sua attività lasciando traccia delle sue motivazioni e accuse verso istituti bancari e Enti anche pubblici. L’intera facciata e vetrine sono state coperte con cartelloni che esaltano la disperazione della lotta contro muri di gomma che, a dire del titolare, lo hanno castigato per avere testimoniato e denunciato delle presunte irregolarità in appalti per la gestione di una edicola interna all’Ospedale S. Antonio di Padova e molte altre di altra natura.
Molti cittadini, increduli all’entrata e impressionati dall’atto di accusa e cessazione attività, erano preoccupati per la sorte del titolare, molti tra loro accusavano istituzioni e Governo, altri erano altrettanto preoccupati che l’edicolante possa intraprendere azioni o gesti sconsiderati.
I manifesti appesi riportano forti denunce e accuse, rassicurando amici e clienti che l’assenza di alcuni giorni non era dovuta a salute cagionevole o peggio a malattie gravi: “Mi hanno sospeso la consegna dei giornali ed allora mi sono arreso!”; una resa quasi mortificante per chi ha lottato una intera vita per mantenere decorosamente la propria famiglia e seguire principi e valori in cui crede. “Non accetto più ricatti e intimidazioni!“, prosegue il testo di un manifesto scritto manualmente con un pennarello e accusando quanto segue:
Vengono denunciate fortuità o casualità che, come scritto nei manifesti, da febbraio/marzo 2011 non gli hanno dato tregua: continue sanzioni amministrative da parte della Polizia Municipale, agguati nei pressi della sua abitazione e denunce con falsi testimoni e implicando un avvocato consigliere a sua insaputa (aggiunge nel manifesto appeso); le accuse seguono ininterrottamente “Tutto per drenarmi denaro e farmi fallire – si legge – Avevo già vissuto – assistito – segnalato 1) Truffa Carige Banca […] 2) Distruzione Banca C.C. “Alta Padovana” […] la truffa della Faro Assicurazioni alle Asl e ospedali…”, proseguendo e accusando Silvio Berlusconi per avere “…messo in vendita le Poste con dentro la Cassa Depositi e Prestiti…”.
A suo dire, il titolare dell’edicola ha rilevato l’attività per “…stare tranquillo in un periodo economico difficile e non avere più quei problemi […] Ogni mia affermazione è sostenuta/confermata da documenti certificati-incontrovertibili…”.
Riportiamo qui la notizia, certamente dovrà essere provato quanto scritto e urlato alla cittadinanza, ma un silenzio o mancata replica da chi di competenza potrebbe essere più assordante.
Raccogliamo alcune testimonianze tra i clienti sul posto:
Conoscevate l’edicolante?
“E si certo, ci avevano detto che era ammalato…”
Forse si era ammalato per dispiaceri ricondotti alle sue accuse scritte?
“No, no, io credo ci sia qualcosa di più… poco chiara… Poi era l’unico che aveva i libri […] Io ero una delle clienti più affezionate, prendevo anche libri in prestito, gratuitamente e mettevo a disposizione i miei per farli leggere ad altri […] in questo banco esterno chiunque poteva prendere gratuitamente un libro, per alcuni giorni e leggerlo a casa… tutto sulla fiducia…”, aggiungendo che “più ignoranti si è, più dipendenti si è…”.
L’edicolante di Via Facciolati, marciapiede di fronte alle Poste Italiane, quasi scusandosi, lascia un ulteriore cartello: “Era un vero privilegio incontrarvi quasi ogni giorno. Un abbraccio a tutti. Andrea Zanato”.