Sabato pomeriggio il centro di Padova è stato attraversato da una marcia silenziosa di circa 80 aderenti all’associazione Templari Cattolici d’Italia, incuriosendo cittadini e turisti, dando l’impressione di essere piombati improvvisamente lontano dal presente.
La marcia silenziosa è partita dalla Basilica di Santa Giustina, in Prato della Valle, ed è sfilata con pacatezza e orgoglio dei marcianti fino a Santa Croce, per la messa comune: solo una breve sosta nella chiesa in Via San Francesco per una preghiera.
La passeggiata silenziosa per la pace è una iniziativa nata due anni fa, non è insolita e viene praticata anche in altre città italiane: a Verona, ad esempio, tre volte l’anno. Scopo delle passeggiate è ricordare che in Italia ci sono i cristiani poichè, afferma Mauro Giorgio Ferretti (presidente dell’associazione Templari Cattolici d’Italia), “…cosa che sembra scontata, ma non lo è…”.
A capo della marcia un “gonfaloniere” regge il gonfalone dell’associazione, così come nelle tradizioni templari: il gonfaloniere (portatore dell’insegna, detto anche vessillifero o Balcanifer) aveva responsabilità di protezione in caso di attacco del nemico: la perdita di possesso comportava la punizione o pena fino all’esclusione dall’Ordine: ieri un appannaggio di “attacco” è si è configurato con il disturbo deciso di un nigeriano in stato di ebbrezza, subito tradotto in Questura per gli accertamenti del caso e successivamente rilasciato.
Il corteo padovano dei Pauperes commilitones Christi templique Salomonis (“poveri compagni d’armi di Cristo e del tempio di Salomone” o cavalieri templari) indossava una sottoveste bianca (nella tradizione è consentita anche nera o bigia) con ricamata sul torace la croce patente rossa, identificando i “fratelli templari”, coperti da un grande mantello bianco con altrettanta croce patente rossa ricamata ai lati: la croce patente risulta concessa in uso ai Templari solo nel 1147 da papa Eugenio III e non risulta menzionata antecendentemente o dopo l’approvazione della Regola dell’Ordine avvenuta nel 1129 con il Concilio di Troyes: “E su tutti una croce, rossa come il sangue, che esprime la prontezza al martirio e indica la loro appartenenza” (Jean-Paul Bourre, Dictionnaire templier, Ed. Dervy, 1995).
Nessuna certezza sull’origine temporale dei templari, ma è certo che l’Ordine venne fondato in Terrasanta dopo la prima crociata, sanguinosa guerra tra cristiani e islamici, con scopo non solo militare ma anche di difesa dei luoghi santi e dei pellegrini, costantemente attaccati da predoni mussulmani. La storia dei templari è avviluppata da un’aurea di mistero, di simil-certezze che si tramutano in incertezze per i disconoscimenti di alcuni fatti o documenti passati; il proseguio degli accadimenti e dell’impegno templare a difesa dei valori e della vita cristiana è stata anche avvolta da leggende che spesso traducono il senso del loro operato in una sorta di confusione cinematografica che ha teso più a profitti economici.
Gran parte della storiografia è di origine francese e induce a considerare valida l’origine dell’Ordine Templare grazie a Ugo di Pyns e al suo compagno d’armi Goffredo di Saint-Omer, con contemporanea adesione all’Ordine di alcuni cavalieri. Altre storiografie rimandano ad altri fondatori, non qui necessariamente elencabili poiché non è nostro compito redigere una tesi storiografico-testimoniale, ma nonostante alcune incertezza si può ricondurre la fondazione al testo delle regole templari intitolato “Regola Primitiva” approvato con il Concilio di Troyes nel 1129: “…pertanto, in letizia e fratellanza, su richiesta del maestro Ugo, dal quale fu fondata, per grazia dello Spirito Santo, convenimmo a Troyes da diverse province al di là delle montagne, nel giorno di S. Ilario, nell’anno 1128 dall’incarnazione di Cristo, essendo trascorsi nove anni dalla fondazione del suddetto Ordine, ci riunimmo a Troyes, sotto la guida di Dio, dove avemmo la grazia di conoscere la regola dell’Ordine equestre, capitolo per capitolo, dalla bocca dello stesso Maestro Ugo. Pur nella nostra modesta conoscenza, approvammo ciò che ci appariva buono e utile.”.
I Cavalieri Templari assunsero successivamente ruoli di notevole importanza: svilupparono un forte sistema produttivo agricolo, crearono un articolato sistema navale, organizzarono e gestirono attività di natura finanziaria e beni dei pellegrini: raggiunsero livelli di ricchezza e potere che indispettirono il re di Francia Filippo il Bello; l’Ordine venne soppresso nel 1312 (Concilio di Vienne) con la bolla Vox in excelso di papa Clemente V, in modalità irrevocabile, perenne e con divieto di ricostruzione sotto qualsiasi forma.
In Italia i cavalieri e le dame sono oltre 1500, solo a Padova circa 40: il loro riferimento è il Papa che recentemente ha invitato tutti ad uscire dalle chiese per testimoniare le propria esistenza e fede; inoltre sono personalmente coinvolti per iniziative che altri trascurano, ma non di minore importanza: sono al servizio della Chiesa, riaprono chiese profanate da sette satanici e tengono aperte le chiese di notte, oltre a presenziare a cerimonie eucaristiche.
Sempre a disposizione della collettività, anche nelle piccole parrocchie.