Editoriale di Gori Claudio
Una marcia inarrestabile di almeno 200 profughi è in corso da alcune ore da Budapest, meta Vienna: circa 240 chilometri colmi di passi che tracceranno un precedente nel futuro della migrazione. Una migrazione non controllabile, via terra non arrestabile, con muri di filo spinato e spiegamento di truppe dell’esercito, poiché la disperazione dei profughi (i siriani lo sono sicuramente) con donne e bambini, anziani e neonati non sono una merce di scambio o un pacco da smistare. Oggi la destinazione la stabiliscono i migranti, a piedi, lungo le autostrade o i binari.
200 migranti marciano scortati dalla polizia lungo l’autostrada: il traffico, per motivi di sicurezza, viene bloccato di volta in volta dalla polizia che è inerme di fronte allo Tsunami di anime vaganti verso la libertà, il sogno di un futuro per i figli o la possibilità di un luogo senza pericoli di sgozzamento o repressione politico-religiosa.
Denuncia video del New York Times del 30 agosto: la polizia ha usato spray urticanti sul volto di coloro che tentavano di oltrepassare la frontiera tra Ungheria e Serbia. Invasione di povertà e anime sfuggite alla tragedia, dal proprio paese in cui i figli sono stati partoriti, in cui non hanno diritto ad un futuro per odio raziale e religioso. Cecità è… non comprendere gli errori del passato commessi da stati occidentali e orientali, arabi e asiatici che tacciono in presenza di uccisioni barbare e occupazioni violente dei territori. Troppo tardi per porre un concreto rimedio a breve, troppo ipocrita e opera di sciacallaggio psicologico pubblicare o mostrare ad oltranza le foto di bimbi morti lungo la spiaggia: immagini devastanti l’animo, per motivi di parte, di persuasione, utilizzando la vita altrui che troppo poco tempo ha avuto per comprendere la realtà. Una vita spezzata dalla guerra, dall’occlusione oculare dei potenti, oggi scomoda per tutti, nessuno escluso.
Altri 500 profughi sono bloccati a bordo in un treno a nordovest di Budapest, per essere registrati nel locale centro di identificazione: rifiutano l’identificazione prevedibile quale atteggiamento contro l’inutile trattato di Dublino, dannoso fino a imporre sul braccio numeri per “riconoscere” coloro che giorni fa non intendevano essere identificati. Non vogliono essere identificati in un paese non ricco e privo di garanzie di futuro per loro e le famiglie al seguito.
La coppia Hollande-Merkel chiede la creazione urgente di Hot-Spot operativi ed efficienti entro fine anno: non vengono stabilite le regole di affidamento di gestione e il rischio infiltrazioni malavitose aumenta a vantaggio di chi le regole non le rispetta: Mafia Capitale Docet.
In questo istante si apprende da agenzie di stampa che c’è il primo morto, un fuggitivo sulle rotaie: pachistano, 50 anni caduto sui binari battendo la testa. I “marcianti su terra”, tra i binari ed i campi sono alcune migliaia che non arrestano il passo verso la speranza.
Antonio Guterres, Alto Commissario Onu, chiede un immediato “programma di ricollocazione di massa” in tutti gli stati membri per almeno 200.000 rifugiati: troppo tardi, nessuno ha risposto con sufficienza alle annuali grida di aiuto dell’Italia, della Grecia e della Spagna: le coscienze di taluni governanti l’Europa sono tracciate e indelebilmente arricchite di complicità silenziosa, inconsapevole del danno: anni di finta e ossessiva accoglienza che nulla ha in comune con la necessità del paese ospitante e dell’ospite: si è creato un listino di ospiti graditi e sgraditi per un solo principio: petrolio, gas e “easy money”, a spese della comunità.
Non bastano occhialuti cugini o corpose e rigide bionde di Stato per decisioni importanti, non possono solo due o tre capetti di Stato decidere per l’intera famiglia allargata della Comunità Europea; non serve essere contrari o a favore, ma è urgente una presa di coscienza: senza riconoscimento di diritto di asilo dai lidi di partenza, senza un impegno economico-militare di supporto e difesa dei paesi africani coinvolti, senza una Unione Europea che ad oggi ha ringhiato in sordina, ebbene senza sufficiente ragione e onestà il calvario e le morti migranti saranno destinate ad aumentare e creare conflitti, fino a generare scontri sociali e di terrore per affrancare il proprio bisogno che non può essere soddisfatto.
Si badi bene: fin qui si argomenta di veri profughi. Il resto è clandestinità che toglie risorse al paese di approdo, al suo popolo ed all’accoglienza di profughi: il clandestino volontario, non identificabile per volontà soggettiva è un crimine gratuito verso il vero povero, crimine materiale e spirituale.
Crisi quale preludio di una nuova guerra di religione, economica e di sopravvivenza che spingerà ad una non identificabile appartenenza di stato, uno scontro di genere neutro in cui la difesa e l’attacco saranno l’incipit per la conquista o la difesa, l’arroganza di un diritto e il mantenimento di una identità il cui frutto sarà un opportunistico abbraccio post-bellum.
Dai treni urlano “No Camp”: non intendono scendere per l’identificazione; donna e bimbo si sdraiano sui binari minacciando il suicidio, scontri con la polizia e Aylan, il povero bimbo ignaro d’essere violentemente mostrato morto ed eretto a simbolo della tratta marittima, forse non avrà giustizia: troppe iene per un uso dell’immagine per il proprio tornaconto.
Non è una questione “di faccia” ma una coraggiosa presa di posizione per una comune politica di immigrazione europea e di accordi per porre un freno all’esodo africano: senza un aiuto economico locale si giungerà ad un opposto impegno economicamente sanguinario ed europeo che non potrà più fare fronte alla gestione pacifica dello sciame migrante.
20 anni di migrazione ulteriore, questo il periodo statisticamente valutato dal Pentagono; oltre 20 anni per il sottoscritto e con futuro aiuto economico asiatico; Cina compresa: terminato il sogno europeo e lo spazio vitale, la Cina e il resto dell’Asia saranno le prossime destinazioni, con le conseguenze del caso.
La politica sia audace, i singoli governanti meno egoisti: più regole e forse meno democrazia verrà imposta. Tutto il resto è puro interesse economico, tutto il resto è interesse cooperativo e non umanitario e i “caporali” e proprietari terrieri che sfruttano braccianti per pochi euro al giorno non onorano le vite sacrificate ma si troveranno schiavi di se stessi.