Molta confusione e molti arroccamenti di parte sono in corso per la difesa o il respingimento di una Teoria sul Gender: confusione trasmessa facendo perno sull’ignoranza in materia o su ipotetici diritti per questioni non meglio definite.
Teoria del Gender o del Genere: una teoria che non esiste, semmai una ideologia ancor più inesistente negli ambiti accademici: trova le radici nel movimento femminista americano degli anni 70/80 non distinguendo tra sesso maschile e femminile, bensì tra generi non del tutto differenti, poiché lo status di maschio o femmina è una condizione culturale e non sessuale.
I cosiddetti Geneder Studies, come definiti nel mondo anglosassone, vogliono essere una avance allo studio del sesso e della identità di genere per una più ampia visione culturale e sociale. Una ideologia, un approccio di studio, ma non una teoria basata sull’effettivo essere in quanto tale: non distingue tra uomo o donna, bambino o bambina, ma una volontà di unificare i sessi in un unico “contenitore” in cui eliminare le differenze sessuali. Il rischio della confusione dell’Io, soprattutto in età scolare, potrebbe elevarsi fino a non capire chi veramente si è, generando una intossicazione sociale basata sull’incertezza del proprio essere, poiché mescolato ad altri soggetti resi sessualmente e di genere neutri.
Secondo gli Studi di Genere il sesso e il genere non sono un tutt’uno, ma devono essere teorizzati concettualmente in modo distinto: Sex quale equipaggiamento genetico che implica la distinzione bipolare maschio/femmina, anche per tratti anatomici e fisici visivamente riconoscibili a chiunque e Gender quale patrimonio biologico e costruzione culturale della identità delineante lo status uomo/donna.
La distinzione Sesso/Gender vuole essere quindi una distinzione per ricondurre ai ruoli di genere ovvero concepire il maschio/femmina per concezione naturale, mentre uomo/donna si diventa con la consapevolezza culturale di appartenere all’uno o all’altra. Una ideologia che negli anni ha influenzato molti movimenti gay e lesbian per oltrepassare l’appartenenza naturale, infondendo comunicativamente il messaggio che non essendoci più differenza tra uomo e donna, non dovrebbero esserci differenze tra mamma e papà: genitori possono essere due donne o due uomini conviventi; da qui l’imposizione psicologica delle denominazioni Genitore 1 e Genitore 2 nella modulistica anche scolastica. Tenendo conto della appartenenza geografica, il ruolo o il senso di maschio/femmina o uomo/donna può essere influenzato da stili di vita diametralmente opposti che portano ad una interpretazione locale di maschilità o femminilità.
Gayle Rubin, docente di antropologia all’Università del Michigan e attivista a favore della Teoria Gender, ha scritto molti libri sul femminismo, pedofilia, sadomasochismo e sulla letteratura lesbica: nel 1975, con il suo libro The Traffic in Women: Notes on the ‘Political Economy’ of Sex (Lo Scambio delle Donne: Note di “Economia Politica” del Sesso), introdusse l’ipotesi di sex-gender system in cui biologicamente il maschio risulta privilegiato rispetto alla femmina.
La società italiana è satura di confusione in merito; Gender appare uno slogan fashion: alcuni mass-media spesso strumentalizzano il tema e lo propongono come un diritto-dovere, senza nulla spiegare alle famiglie, ai genitori e ai maschi/uomini o femmine/donne. Spesso la notizia, che colma la pancia del lettore, è fornita inconsapevolmente come una consuetudine a cui non opporsi. Fatti recenti dimostrano che in atto un tentativo forte per fare prevalere l’idea di un diritto-dovere di insegnamento in ambito scolastico, in età ancora cruda e malleabile quindi inconsapevolmente orientabile. Non spetta alla scuola indottrinare i bambini o gli adolescenti: il rischio potrebbe essere una manovrata verso pensieri politico-culturali a piacimento con influenza di pensiero per mezzo del relatore, anche se inconsapevole.
Il diritto ad argomentare temi sulla sessualità spetta in primis alla famiglia che ha l’obbligo, secondo coscienza e sani principi, di trasmettere ai figli significati naturali e legati agli stessi valori familiari che pur possono avere sfumature differenti per appartenenza geografica, ma sempre nel rispetto reciproco.
Il diritto della famiglia di trattare simili temi è riconosciuto dalla Costituzione Italiana (Art. 30 “È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio”) e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (Art. 26 c. 3 “I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”. Un diritto ipotetico e propagandistico che richiama ad una presunta modernità o presunta azione educativa non può ribaltare l’appartenenza biologica e sessuale: i diritti dell’uomo e della donna devono essere i medesimi ed allo stesso livello garantiti. Garantire il pensiero religioso, politico e personale è altrettanto corretto e dovuto, ma abusare per scopi personali e sessuali non sarebbe lecito: si rischierebbe il reclamo dei diritti di altro genere come la pedofilia.
Ad oggi molte sono le posizioni politiche e sociali, le opinioni del popolo e dei presunti colti, di studiosi e rispettabili opinionisti. Lo scontro d’opinione verbale raggiunge sempre più posizioni contrarie e distinte.
Il quotidiano Il Piccolo di Trieste il 09 marzo 2015 pubblica un articolo intitolato “Il gioco proposto all’asilo finisce nella bufera” (di Laura Tonero) e testimonia l’esistenza del progetto “Gioco del rispetto – pari e dispari” al quale ha aderito il Comune di Trieste per proporlo ai bambini di 45 scuole dell’infanzia. Il progetto prevede un kit di giochi che coinvolgono i bambini: nel manuale dato agli insegnanti è scritto che “…i bambini possono riconoscere che ci sono differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale.”. E’ previsto anche il gioco “Se fossi”, le cui regole prevedono che “i bambini potranno indossare dei vestiti diversi dal loro genere di appartenenza e giocare così abbigliati.”. Secondo Silvio Brachetta (fonte: Vita Nova Settimanale Cattolico della Diocesi di Trieste) “C’è il tentativo, occultato ma evidente, non tanto di insegnare il rispetto tra le persone, ma d’indurre la nota ‘ideologia del gender’, che prevede l’assoluta libertà di scegliersi il sesso a capriccio.”.
Papa Francesco, intervistato in aereo da Jan-Christoph Kitzler del gruppo radio-televisivo tedesco ARD, ha parlato di “…colonizzazione ideologica…” precisando che “…entrano in un popolo con un’idea che niente ha da fare col popolo; sì, con gruppi del popolo, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura […] Perché dico “colonizzazione ideologica”? Perché prendono, prendono proprio il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e farsi forti, per (mezzo de) i bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai Balilla, pensate alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza…”. In altra occasione, Papa Francesco si domanda se “…la cosiddetta ‘teoria del gender’ non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione che mira a cancellare la differenza sessuale, perché non sa più confrontarsi con essa. Rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema non la soluzione…”.
Il 1 settembre 2015, il consigliere della regione del Veneto Sergio Berlato (FdI) ha presentato la mozione affinchè “la scuola non introduca ideologie destabilizzanti e pericolose per lo sviluppo degli studenti”, poiché la priorità dei genitori nelle scelte di istruzione dei figli spetta alla famiglia, così come previsto anche dall’art. 26 della Costituzione Italiana, in base alla Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e sulla Convenzione Unicef sui diritti dell’Infanzia: soprattutto, secondo Berlato, nell’ambito dell’educazione alla sessualità e affettività. E’ intervenuta, nel dibattito consiliare, anche il consigliere Alessandra Moretti (PD) affermando che si sta argomentando di “…un polverone creato dal nulla…” poiché ritiene che nella riforma definita come ‘Buona Scuola’ non risulta che nelle scuole venete ci sia una azione di supporto alla gestione delle tematiche “…non condivise con il mondo dei genitori”: eppure, recentemente, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro è stato costretto a bandire dalle scuole veneziane i libri per bambini, inizialmente 49, poiché i protagonisti erano famiglie con genitori dello stesso sesso, indispettendo il cantante britannico Sir Elton John che, assieme a suo marito David Furnish, ha due figli adottivi.
In Norvegia un noto comico televisivo, ha condotto una inchiesta sul tema Gender per verificare se effettivamente la teoria era corretta o se quanto propagandato fosse surreale e soprattutto una “bufala”: dopo avere visto il documentario, il Governo norvegese ha ritirato il finanziamento al “Nordic Gender Institute” che opera a sostegno della teoria gender.
I Social sono sempre più un luogo in cui commentare, lanciare messaggi o provocazioni: Magdi Cristiano Allam ha utilizzato FaceBook per un commento esplosivo, senza mezze misure per evidenziare ciò che secondo il giornalista de Il Giornale sembra essere una catastrofe di dimensioni giganti : “Marcello Sartori – Il 6 agosto 1945 il bombardiere americano ribattezzato Enola Gay, dal nome della madre del pilota, Paul Tibbets, sganciò sulla città giapponese di Hiroshima la prima bomba atomica della storia. Provocò immediatamente 60.175 morti, saliti a 100.000 negli anni seguenti a causa delle radiazioni. Oggi l’ideologia gender, promossa dalla lobby gay, provocherà una devastazione sociale inestimabile, in cui non ci saranno morti fisiche, ma sicuramente morti interiori, la fine della nostra civiltà.”.
C’era una volta Mamma e Papà?
Materiale e fonti consultabili:
Inchiesta norvegese sulla Teoria Gender
OMS: Standard per l’Educazione Sessuale in Europa
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Comunicato Stampa: Gender. Il Consiglio Regionale approva a larga maggioranza la mozione Berlato