La Caserma Prandina di Padova, a pochi metri dal centro storico cittadino e commerciale, è terreno di scontro tra i commercianti di Corso Milano che vedono minacciate sicurezza e commercio, il sindaco Massimo Bitonci che ha sempre manifestato la contrarietà ad un centro di accoglienza senza regole certe e sanitarie oltre il Prefetto Patrizia Impresa che, dovendo Ella rispettare delle indicazioni del Ministero, aveva promesso che il 02 settembre prossimo il campo della Prandina sarebbe stato rimosso.
Lo scorso luglio, appena nato il nuovo accampamento, il sindaco Bitonci chiese l’intervento della Usl per verificare l’idoneità sanitaria del luogo, mentre i commercianti lamentavano la presenza di alcuni profughi che fanno accattonaggio e che entrano nei bar rendendo difficile il lavoro. Il via vai dalla caserma al centro città era crescente a causa del progressivo aumento del numero di profughi ospitati.
A poco meno di due settimane dallo smantellamento del campo Prandina, riesce difficile credere che la garanzia data dal Prefetto Impresa possa, suo malgrado e non per sua responsabilità diretta, essere rispettata poiché il numero di presunti profughi oggi ospitati è salito a circa 370 di cui una decina di donne accolte in tenda separata. Il via vai è aumentato esponenzialmente per le vie di tutto il centro storico, rendendo facilmente riconoscibili gli ospiti della tendopoli per un braccialetto colorato applicato al polso. Vagare annoiati per la città non è reato, ma se i soggetti interessati sono temporaneamente presunti profughi si rischia che alcuni di loro possano non rientrare e fuggire per altre destinazioni o essere attratti da facili guadagni per mano della criminalità locale. Profughi che nella maggioranza dei casi non hanno diritto allo status, così come affermato da Bitonci alla fine di luglio: “La commissione padovana nelle scorse settimane ha dimostrato che solo 30 immigrati su 300 hanno ottenuto lo status di profugo. Tutti gli altri sono da considerare clandestini.“.
Allarmismi e preoccupazioni sono ormai all’ordine del giorno, ma ancora più preoccupanti sono le affermazioni recenti di rappresentanti delle forze dell’ordine: il sindacato Sap e Coisp avvertono il pericolo di ghettizzazione con rischio di scontri armati tra profughi di religioni differenti, tra etnie come accaduto in passato in Via Anelli. Bitonci rincara la dose affermando di essere pronto a qualsiasi iniziativa legale e di protesta qualora il campo Prandina non dovesse essere smantellato entro la data promessa.
La data promessa, 02 settembre 2015, rischia uno scontro istituzionale con probabili nuovi risvolti che potrebbero stimolare iniziative di altri sindaci.
In questo momento 4 barconi e 14 gommoni stanno ricevendo i primi soccorsi al largo delle coste libiche: si prevende un arrivo in Sicilia di altri presunti profughi, fino a 3000: Prandina farà spazio a nuove tende e lo smantellamento previsto il 2 settembre slitterà a data da definire?