Il traffico cittadino è un problema crescente di ogni città, rotonde e rotondine sono un campo minato per presunte precedenze e tuttologi gommati. Ogni località ha il suo orto rotondo; Padova ha osato di più, ha seminato e raccolto quanto da decenni è stato proposto e mai realizzato: un fagiolo nell’orto d’asfalto della Stanga, spegnendo i semafori la scorsa notte. Un bagigio dell’unione e della discordia, un seme di arachide indispensabile nel pericoloso crocevia che apre a discussioni agostane.
Ironia a parte il fagiolo, che sostituisce la precedente rotonda regolata da semafori, è una idea e intenzione padovana che ogni nuova Giunta comunale eredita: tutti la vogliono ma nessuno la realizza, tutti favorevoli e tutti contrari, tutti pronti al curioso pellegrinaggio ma tanti impauriti dalla dimensione dell’intervento: eppure trattasi di nuova viabilità a scopo di maggiore fluidità e scorrevolezza del traffico, per eliminare ingorghi e lunghe attese ai semafori negli orari di punta, per dare sfogo alle vie di accesso a bassissimo traffico che a loro volta obbligano all’attesa i canali di maggiore intensità.
Il luogo è un punto di ritrovo mattutino e pomeridiano per i pendolari che giungono a Padova dai comuni limitrofi; una sorta di centro di smistamento del traffico da e per l’autostrada e la zona industriale, centri commerciali e centro storico, periferia e ospedali.
Alcuni anni fa l’Università di Padova lasciava intendere che una rotatoria a forma di fagiolo non sarebbe stata in grado di raccogliere circa 60 mila mezzi giornalieri; il vice sindaco di Padova Ivo Rossi (poi sindaco reggente negli ultimi mesi del 2014 e delegato alla mobilità dal 2004) propose una rotatoria di grandi dimensioni ma non si fece nulla.
I lavori sono iniziati questa estate e terminati ieri in prima fase, mettendo Jersey quali delimitatori provvisori per dare forma al fagiolo; i semafori al momento non verranno rimossi. Il costo complessivo e previsto per i lavori era di circa 750mila euro: un progetto simile, su carta, era stato annunciato da Ivo Rossi anche il 15 febbraio 2012 affermando che non c’era una data nel calendario amministrativo; dopo due anni (fino alle elezioni comunali in giugno 2014) il cantiere stradale non era ancora stato avviato, mentre promise un fagiolino all’Arcella, tra le vie Parenzo, Vianello, Buonarroti, da Murano e Guicciardini.
In data 30 dicembre 2012 Ivo Rossi rilanciò l’idea del progetto a forma di fagiolo, con fondi economici comunali e contando sull’introito di eventuali vendite del patrimonio comunale.
Il 27 dicembre 2014 il Sindaco di Padova Massimo Bitonci annunciava un piano triennale di 112 milioni di euro per opere in Padova, tra le quali la rotatoria della Stanga con un costo complessivo previsto di 750mila euro e ultimazione lavori in febbraio 2016. L’Allora Assessore Fabrizio Boron (dal 15 giungo 2015 nella Giunta della Regione del Veneto) dichiarò che “le precedenti amministrazioni non hanno avuto il coraggio di intervenire“, probabilmente per uno studio di fattibilità dell’Università di Padova (Dipartimento Di Ingegneria Civile, Edile E Ambientale – ICEA) che bocciava la struttura a fagiolo.
Nel pomeriggio di oggi la nostra redazione si è recata alla Stanga per verificare la praticità del fagiolo, fotografando lo stato dei lavori e viabilità, oltre a fare una ripresa video artigianale di accesso e scorrimento in entrata e uscita della rotatoria: qualsiasi tipologia di mezzo (autobus, autosnodati, motociclette e automobili) ha agevolmente attraversato lo snodo, anche in momenti di maggiore affluenza di mezzi.
Considerando l’assenza di molti cittadini e pendolari ancora in ferie, il traffico odierno non era mediamente sostenuto (motivo per cui è stato deciso di aprire il cantiere in estate): dopo la nostra prova su strada, siamo fiduciosi sulla utilità e beneficio di cui potranno godere gli automobilisti e mezzi di trasporto.
[Planimetria del progetto esecutivo (Pdf)]