Probabilmente il Festival dei Festival, dal 15 al 18 agosto 1969, che richiamò un pubblico di cultura hippie nella sconosciuta Bethel, una cittadina nello stato di New York.
Molti altri Festival, prima di Woodstock, furono organizzati con intenti di diffusione di massa e d’arte musicale, ma quest’ultimo attirò l’attenzione mondiale per il suo genere unico e imprevisto, partorendo famosi gruppi e musicisti internazionali oltre i noti.
Un evento provinciale organizzato quasi in sordina e senza aspettative eccezionali; eppure, nell’era in cui i social network non erano pane quotidiano e internet sconosciuto, Woodstock ebbe quale cassa di risonanza il classico tam-tam, passaparola negli ambienti libertino-hippie e si trasformò a sorpresa, sia per organizzatori sia per le autorità locali, in un mega evento di costume con la partecipazione di oltre 400.000 spettatori (alcuni ne stimarono 1 milione). Una prevendita di 186.000 biglietti e l’arresa di fronte all’arrivo di un popolo di “sfrattati”, come li giudicherà il tecnico Eddie Kramer, lasciati entrare gratuitamente per impossibilità di freno.
Lo spirito Flower Power era accompagnato da sesso libero anche tra il pubblico ammassato in una semivalle (prendendo la forma di un anfiteatro erboso naturale, con un grande palco ai suoi piedi e uno stagno sul retro dove il bagno nudo era divenuta spontanea usanza molto gradita al pubblico accorso) oltre un massiccio uso di sostanze alcoliche e stupefacenti: principalmente LSD, marijuana e cannabis.
In realtà l’evento venne pubblicizzato anche in alcuni giornali per un puro scopo commerciale e non quale reunion spontanea di gruppi musicali o solisti di indiscutibile spessore. La scelta della località rurale di Bethel fu la conclusione di molte trattative con le autorità di altri luoghi che non accettarono di ospitare il festival per motivi di igiene e sanitari o per opposizione dei cittadini: gli organizzatori garantirono alle autorità di Bethel una stima di circa 50.000 partecipanti.
Woodstock iniziò sabato 16 agosto 1969 alle ore 12:15; suonarono sul palco molti artisti e gruppi che hanno inciso nella storia musicale il loro nome e brani: Richie Havens (talmente tanti bis richiesti che finì il repertorio e suonò più volte Freedom), Santana, Arlo Guthrie, Joan Baez (al sesto mese di gravidanza), The Who (sembra che prima di iniziare a suonare litigassero continuamente con gli organizzatori per accordi sulla paga; Pete Townshend più volte sbattè la sua chitarra sul palco, fino a distruggerla), Janis Joplin & The Kozmic Blues Band, Joe Cocker, Sha-Na-Na, Jimi Hemdrix (suonando il brano Red House si ruppe una corda della chitarra ma Hendrix continuò con cinque corde, senza interruzione per due ore consecutive), i moschettieri del folck-rock Crosby, Stills, Nash & Young spesso abbreviati CSN&Y (Crosby, Stills, Nash si esibiranno a Padova il prossimo 3 ottobre 2015 al Gran Teatro Geox – Padova; Neil Young si separò da gruppo nel 1977); molti altri artisti parteciparono ma la scaletta dei musicisti sarebbe qui lunga e all’epoca comunque raramente rispettata. Altri esponenti della musica globale non parteciparono per motivi di natura varia o per ripicche: John Lennon (in realtà furono invitati i The Beatles) non accettò poiché gli organizzatori non condivisero la proposta di Lennon di invitare anche la Plastic Ono Band, Bob Dylan non accettò per una malattia di suo figlio (però partecipò al Festival dell’Isola di Wight pochi giorni dopo), The Doors rifiutarono per troppi problemi con la legge a causa delle esibizioni oscene di Jim Morrison, Chuck Berry non raggiunse un accordo economico con gli organizzatori, Led Zeppelin non vollero essere una delle tante band sul palco, i Jethro Tull rifiutarono l’invito perché erano assolutamente contrari all’uso di sostanze stupefacenti, alcool ed al pensiero del mondo hippie.
Il 17 agosto 1969, dopo le performance di Joe Cocker, un diluvio bagnò il Festival dei 3 Days of Peace & Rock Music: lo show riprese regolarmente dopo alcune ore, con un palco ancora più elettrizzante e un pubblico spalmato tra fango e imperante sporcizia.
I cachet degli artisti sono stati resi noti dopo oltre 40 anni di ipotesi e rincorse alla fonte ritenuta certa: uno degli organizzatori di Woodstock, Michael Lang, ha rotto gli indugi pubblicando nel 2009 il libro The Road to Woodstock in cui sono indicati tutti i compensi pagati in dollari: dai 18.000 a Jimi Hendrix ai 750 per Carlos Santana, dai 10.000 per Blood, Sweat & Tears ai 1.375 per il giovane Joe Cocker. Nessuno suonò gratuitamente.
Pubblico in estasi, due decessi (uno per overdose e uno travolto da un trattore mentre dormiva in un sacco a pelo tra i campi), due parti, mancanza di cibo ed esibizioni anche improvvisate che hanno lasciato una eredità audio-oculare a coloro che hanno resistito fino all’ultimo istante: Jimi Hendrix al microfono: “Potete andarvene, se volete, noi stiamo improvvisando. Oppure potere restare e battere le mani“. Momenti impensabili ed irripetibili nella storia del rock odierna. Loro c’erano.
I promotori Michael Lang, John Roberts, Joel Rosenman e Artie Kornfeld originariamente avevano originariamente progettato il festival per finanziare la realizzazione di uno studio di registrazione: quasi vicini alla bancarotta, hanno compensato tutte le perdite con la registrazioni dei diritti, un film-documentario Woodstock: tre giorni di pace, amore, e musica (184min.) del 1970.
Eddie Kramer era un tecnico con il compito di incidere su nastro quanto avveniva, un artista delle registrazioni che lavorò con i gruppi musicali più famosi al mondo; Kramer, in una intervista pubblicata da Panorama il 14 agosto 2015, ha definito Woodstock una “Tre giorni di droga e fango […]”.
L’ondata umana aveva intasato strade ed autostrade per raggiungere il concerto, una marmellata di carne e auto, furgoni e camper hippie, moto e mezzi di fortuna: chilometri di code bloccarono la circolazione. Rimasero solo gli elicotteri per raggiungere Woodstock e portare aiuti sanitari, medicinali e cibo.
Uniti per la Pace e l’Amore, dimenticando di pulire le tonnellate di sporcizia lasciate nel campo e nella via del ritorno, abbandonando il compito della pulizia ai borghesi.
Un evento puramente commerciale in cui i figli dei fiori furono inconsapevolmente i primi gratuiti attori, quasi al pari degli artisti esibiti per profitto.
Peace & Money