“Interporto Padova nasce da un intuito di un padre nobile Padovano, il Professore Universitario di matematica, Mario Volpato, che con un gruppo di amici illuminati, diedero vita, nel 1973, ( nel 2023 ha festeggiato il 50° anniversario) all’Ente Interporto. E successivamente al Cerved.
Interporto S.P.A, specie dopo l’incorporazione dell’Ente Magazzini Generali, e, più di recente, del Consorzio Zona Industriale ZIP, può contare oggi su un patrimonio (capitale sociale) di 44.929.355 Milioni di Euro.
I Soci azionisti son tutti pubblici:
Camera di Commercio con il 34, 18 % di azioni
Comune di Padova 21,047
Provincia di Padova 18,79
APS 7,7%
Interp 5,12
altri soci pubblici 12,77.
Di recente, nel 2023, dal suo Bilancio si evince un utile pari a 2.908.550 milioni di Euro, e un introito per la sola parte immobiliare pari a 19,6 Milioni (+13,43%), dati molto positivi, che ne hanno fatto in questi anni, l’Ente Economico più importante di Padova. Un vero e proprio gioiello di famiglia insomma, che rappresenta, in Europa l’eccellenza Padovana, sia nella logistica che nella inter modalità. Una autentica cassaforte dunque per Padova .
Apprendere quindi che si voglia dare vita, in sordina, e senza coinvolgere nella scelta i rappresentanti delle Istituzioni, e, i cittadini, a una Newco, con l’ingresso di un nuovo socio privato, non solo snaturerebbe la sua struttura giuridica di natura pubblica, ma contrasterebbe con la politica seguita in questi anni dai soci pubblici, che attraverso una serie di accorpamenti, ampliamenti e investimenti, ha reso Interporto Padova fra le maggiori realtà del Paese, e non solo.
Non si comprende questa spasmodica ricerca di un nuovo socio privato, visto che, normalmente questo è necessario quando occorre efficientare la macchina organizzativa, o arricchire il capitale sociale. Purtuttavia questi due elementi, ad oggi, non si palesano, visto che sul piano dell’efficienza non è secondo a nessun altro Interporto, ne la situazione patrimoniale e finanziaria, ad oggi, lo richiede.
Appare pertanto pretestuoso e misterioso il disegno del Sindaco Giordani, che pure, in passato, è stato Presidente di Interporto, e dunque dovrebbe avere a cuore uno degli ultimi gioielli Pubblici. Tale scelta piuttosto sembra prefigurare un passaggio di mano, come avvenuto con APS e con pezzi della Fiera, oggi non più a Governance Patavina. Nè è rassicurante la promessa di avere un membro nel nuovo CDA in rappresentanza del Comune il quale, certo non potrà avere lo stesso peso che oggi ha invece nell’attuale CDA.
Non è sufficiente neppure la motivazione di voler rassicurare le Banche sui mutui accesi di recente per gli investimenti operati dalla Società, seppure ve ne fosse bisogno, poiché, per questa, si può far fronte con altri strumenti, magari con un nuovo aumento del capitale sociale da parte degli attuali soci pubblici, come avvenuto nel recente passato. Si pensi piuttosto, per sostenere meglio le sfide del futuro, a mercati riaperti, e libero commercio, a rafforzare la Società con l’ingresso di un altro Socio Pubblico quale la Regione Veneto, per la quale, non è certamente estranea ad una sua presenza in un asset strategico per lo sviluppo economico della Regione, quale è Interporto Padova, o con altri Capoluoghi di Provincia Veneti, a noi vicini, anche geograficamente.
Si creino alleanze dunque, e, si allarghi l’orizzonte, senza cedere l’ennesimo prezzo pregiato della storia Patavina, in altre mani, magari estranei ed avulsi dal contesto socio economico del Veneto. Appello che rivolgo alla maggioranza Giordaniana che ha approvato questa notte, l’ingresso di un socio privato, seppure con voto contrario di Lega e Lista Peghin, con l’astensione di Fratelli d’Italia e Verdi e Sinistra, e col non voto di Forza Italia.
Si ha ancora, prima che venga formalizzato l’accordo, tutto il tempo per riflettere su questa scelta, che considero sbagliata, e che vede mezzo Consiglio Comunale non convinto dell’operazione, e, credo almeno mezza Città.”
Lo dichiara Sebastiano Arcoraci, già componente CDA Interporto