In questi giorni, diversi contribuenti stanno ricevendo cartelle esattoriali relative a tributi non riscossi entro il 31 dicembre del quinto anno successivo a quello dell’accertamento, come previsto dal D.lgs. 29 luglio 2024. Tale norma concede agli enti creditori la possibilità di stralciare le cartelle non riscosse o sospese, ma anche di riaffidarne la riscossione all’Agenzia delle Entrate-Riscossione per ulteriori due anni, al fine di evitare la prescrizione dei crediti.
Tuttavia, UGCons di Padova denuncia una grave criticità comunicativa: numerosi cittadini stanno segnalando l’arrivo di cartelle relative a debiti già in fase di rateizzazione nell’ambito delle procedure di “rottamazione-ter” o “rottamazione-quater”. In mancanza di indicazioni chiare e specifiche, alcuni contribuenti, non riconoscendo immediatamente la natura della cartella, si sono attivati per saldarla una seconda volta, salvo scoprire – solo al momento del pagamento – che l’operazione era impossibile perché la posizione risulta già regolarizzata.
Questa situazione ha generato disagi, perdite di tempo, frustrazione e inutili preoccupazioni. In diversi casi, solo con il supporto di CAF e consulenti fiscali è stato possibile risalire alla reale situazione della pratica.
“È inaccettabile – commenta Sebastiano Arcoraci, responsabile dello Sportello Consumatori UGCons – che in un sistema già complesso, il contribuente venga lasciato solo di fronte a documenti poco chiari, senza un’adeguata assistenza o un sistema trasparente di comunicazione. L’assenza di una spiegazione al momento del mancato pagamento, ad esempio, è l’emblema di un approccio burocratico distante e poco attento alla cittadinanza.”
UGCons ribadisce quindi l’importanza, per i cittadini, di conservare con ordine tutte le ricevute di pagamento e di verificare con attenzione ogni notifica ricevuta, prima di procedere a qualsiasi versamento.
Allo stesso tempo, si rivolge alle istituzioni con una richiesta di maggiore chiarezza, trasparenza e rispetto verso i contribuenti. L’efficienza della macchina fiscale non può basarsi solo sull’automatismo degli atti, ma deve fondarsi anche su dialogo, fiducia e informazione accessibile.
“È tempo – conclude Arcoraci – che il rapporto tra Stato e cittadino superi la logica della diffidenza sistemica e costruisca, finalmente, un modello di fisco equo, collaborativo e vicino alle persone.”