La nave Libra della Guardia di Finanza è attualmente in navigazione verso l’Albania con a bordo 40 migranti, quarto tentativo dopo l’accordo bilaterale tra Italia e Albania siglato a novembre 2023. L’imbarcazione, secondo quanto confermato da fonti governative, ha lasciato il porto di Trapani e sta trasferendo i migranti verso il centro di accoglienza e identificazione realizzato a Gjader, un villaggio appartenente alla frazione di Dajç, nel comune di Alessio.
L’accordo prevede la possibilità per l’Italia di utilizzare strutture sul territorio albanese per la gestione delle procedure di frontiera e richiesta d’asilo, limitatamente alle persone soccorse in mare da unità militari italiane fuori dalle acque territoriali. I migranti restano sotto giurisdizione italiana, ma saranno accolti e trattenuti in strutture realizzate con fondi italiani e gestite in collaborazione con le autorità di Tirana.
L’operazione della nave Libra è l’attuazione concreta dell’intesa, presentata dal Governo Meloni come un modello innovativo per gestire i flussi migratori in modo più ordinato e sicuro. In base all’accordo, che ha una validità quinquennale, l’Italia potrebbe trasferire fino a 3.000 persone al mese, per un massimo di 36.000 l’anno.
L’Albania ha accettato di ospitare i migranti nei due centri di Shengjin e Gjader: uno per l’identificazione e l’accoglienza, e un secondo per i procedimenti giudiziari legati alla richiesta di protezione internazionale. Entrambi saranno sorvegliati dalle forze dell’ordine italiane e accessibili a osservatori internazionali, come specificato nel testo dell’accordo.
Nonostante l’operazione sia stata avviata in modo ordinato, non sono mancate le reazioni critiche. Le ONG e alcune forze di opposizione hanno parlato di “esternalizzazione del diritto d’asilo” e di un precedente pericoloso. Le perplessità riguardano anche la tenuta legale e umanitaria di un simile sistema, con Amnesty International che ha già espresso preoccupazioni su possibili violazioni dei diritti fondamentali.
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito l’operazione “un passo concreto verso una gestione responsabile dell’immigrazione irregolare”, sottolineando che “non si tratta di respingimenti, ma di protezione in un contesto sotto giurisdizione italiana”.
L’operazione Libra ha anche un valore simbolico e strategico: è la dimostrazione pratica che l’Italia vuole sperimentare modelli alternativi a quelli dell’accoglienza diffusa. Il Governo italiano punta a dimostrare che è possibile trovare soluzioni bilaterali funzionali al controllo delle rotte migratorie nel Mediterraneo centrale, dove le partenze dalla Tunisia restano elevate nonostante i recenti accordi UE-Tunisi.
Albania e Italia rafforzano così un legame storico e diplomatico già solido, con l’obiettivo dichiarato da entrambe le parti di combattere l’immigrazione illegale, i trafficanti di esseri umani e ridurre la pressione sui porti italiani.
Il successo – o il fallimento – di questa operazione sarà cruciale per giudicare la tenuta dell’accordo. Il caso sarà seguito da vicino anche in Europa, dove si discute sempre più di partenariati esterni per la gestione dei flussi migratori.